Levi x Eren pt. 3

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Eren scese dall'auto, richiuse la portiera e si avviò all'uscita della scuola del figlio. Si sedette su dei gradoni di marmo, in attesa che la solita mandria di ragazzini si catapultasse fuori da quella prigione chiamata scuola. Quando la campanella suonò, Eren cominciò a cercare con lo sguardo il figlio in mezzo a tutti quei ragazzi. Mentre vagava con lo sguardo, non si accorse che Sean era proprio sotto al suo naso. -Papà? Che ci fai qui?- Chiese, richiamando la sua attenzione. Eren sussultò, abbassando poi lo sguardo. -Sean! Ti cercavo ma mi hai trovato prima tu.- Sorrise dando delle lievi pacche sulla testa del figlio. Quest'ultimo cacciò le mani del padre, sbuffando e alzando gli occhi al cielo. -Ma perché sei venuto a prendermi?- -Ho finito prima di lavorare e mi è sembrato carino venirti a prendere.- Rispose, sorridendo. -Non sono un bambino, posso tranquillamente tornare a casa da solo!- Sussurò a denti stretti, per non attirare l'attenzione. -Ma Sean, credevo di farti un favore...- -Io me ne vado, torno da solo. Vado coi miei amici.- Disse infine, allontanandosi e raggiungendo il gruppetto di ragazzi, dandogli definivamente le spalle.
-Sean...- Prese un profondo respiro e, sconsolato, risalì sull'auto, che immediatamente partì, verso casa.

-Dov'è Sean?- Domandò Levi, che stava aspettando i due, accomodato su una poltrona. Le gambe accavallate, mentre con una mano reggeva una tazza di tè nero, il suo preferito. Eren alzò le spalle, per poi dirigersi verso la camera da letto. Levi lo guardò accigliato, si alzò e lo raggiunse, trovandolo seduto sul materasso con la testa rivolta verso il pavimento.
-Eren?- Sussurrò, avvicinandosi e sedendoglisi accanto. Cercava inutilmente un contatto visivo che però non voleva arrivare. Così prese ad accarezzarlo sulla schiena, per dargli conforto. -Ehi, che cosa...- -Cos'è che sbaglio?!- Sbottò, interrompendo il marito e lasciando che alcune lacrime gli rigassero le guance.
-Che stai dicendo, Eren?- Chiese Levi, prendendo le mani del moro tra le proprie. -Io... c'è qualcosa che non va... perché Sean si comporta in questo modo? N-Non è la prima volta che mi risponde così... male. Non è nemmeno voluto tornare con me a casa.- Dichiarò. -In che senso?- Chiese, preoccupato per il rapporto tra suo figlio e suo marito. Eren tirò su col naso, asciugandosi quelle poche lacrime che lo avevano tradito.
-Spesso si comporta in modo strano, come se gli avessi fatto qualcosa, mi risponde male e non porta rispetto verso i miei confronti.- -Perché non me ne hai mai parlato? Con me non ha mai avuto comportamenti sbagliati o irrispettosi. Non mi è mai capitato di vederlo in atteggiamenti maleducati con te.-
-Io... non lo so, credevo fosse solo un periodo di passaggio, credevo fosse l'adolescenza... non volevo creare caos per una cavolata.- Levi sospirò, stringendo di più le mani del marito tra le sue.
-Ascolta... appena torna gli parli, chiarite e sistemate ciò che tra voi due non va.- Lo baciò sulla fronte ed Eren annuì, fiondandosi subito dopo tra le braccia di Levi che immediatamente ricambiò, stringendolo forte.

Eren guardò per l'ennesima volta l'orologio da parete che tenevano sul muro del salotto. Niente. Erano passate circa due ore e Sean non era ancora rientrato a casa. I due erano pervasi da leggera ansia, soprattutto il moro, che non aveva smesso un solo secondo di mangiucchiarsi le unghie.
-Basta, ora lo chiamo.- Disse improvvisamente Levi, facendo quasi spaventare l'altro. Con uno scatto, prese il cellulare posato sul tavolino difronte al divano su cui era accomodato. -No!- Esclamò l'altro, facendo sì che il corvino si immobilizzasse, guardandolo interrogativo. -N-Non è... non è una buona idea... lui non è più un bambino e...- -Eren... sono preoccupato.- Disse in tono serio il più grande. -Lo so! Io più di te ma... penso che sia arrabbiato con me perché gli sto troppo addosso e... lo tratto come se avesse ancora tre anni.- Aveva passato quelle ultime ore a pensare a cosa fosse successo tra lui e suo figlio. Arrivando alla conclusione che, forse, era stata anche un po' colpa del suo comportamento iper protettivo. Si ricordò di tutte quelle volte che lo aveva ripreso per stupidaggini, trattandolo come se fosse ancora un bambino dell'asilo.
Levi sospirò, non era affatto convinto, era preoccupato per Sean, aveva iniziato da poco ad uscire da solo con gli amici e ovviamente le prime volte si è sempre un po' in ansia.
-Se però entro le sette non torna, lo chiamo, non può fare ciò che vuole.- Disse infine deciso, arrendendosi.

One-Shots [yaoi] OuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora