35. Broken

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Hunter's pov

Ero come nuovo.
Intendo, la mia mano era come nuova.
Nonostante avesse il gesso, sapevo che tra poche settimane, quando lo avrei tolto, finalmente avrei avuto una mano decente.

Erano passati giorni dall'ultimo incidente e detto sinceramente, non era cambiato nulla.

Mi sentivo sempre lo stesso.
Sentivo le stesse emozioni di prima, il vuoto totale, nulla di più.

E sapete cosa?

C'era qualcos'altro che mi riempiva i pensieri ultimamente.
Quella ragazza.. Ivy.. Mi sembrava di trovarmela ovunque.

L'altro giorno l'avevo pure beccata a casa di mia zia, dato che abitano vicine e ad Ivy mancava il sale.

Giorno dopo giorno la mia mente cominciava a riempirsi di domande, domande su domande, cosa legava quella ragazza a me?

Nello stesso istante che appoggiai la testa sulla spalla di una ragazza che stava scattando una foto con me, come sottofondo, fecero partire Heathens, dei Twenty One Pilots.

Quella canzone era la mia preferita.

Il testo riempiva le mie giornate, lo rileggevo e lo riascoltavo dalla mattina alla sera.

Che ne sappiamo noi di avere uno psicopatico affianco?

O peggio, un killer?

Ma una domanda mi facevo,

E se fossi io lo psicopatico?

O peggio, il killer?

Smettila Hunter, non è il momento adatto per mettersi a riflettere, sei ad un cazzo di M&G.

Un'altra ragazzina mi saltò addosso e io risi per il modo goffo in cui mi stava abbracciando. Erano tutte adorabili, ma prima o poi la mia spina dorsale si sarebbe spezzata.

Foto, foto, foto, foto e foto.

Ah, e ancora foto.

Sentii la mia mano intrecciarsi ad un'altra e quando alzai lo sguardo, rimasi leggermente sorpreso.

Ivy?

«Hunter!» Disse la ragazzina sorridendomi. «Ti amo tantissimo! Possiamo fare una foto?» Mi chiese, ma quando afferrò il telefono sembro quasi trasformarsi in un altra persona.

Era totalmente diversa.

Mi ero sognato Ivy.

Ma che caz.

[...]

(S/A: Se vi va, da questo pezzo in avanti, leggete ascoltando Overnight di Jake Miller.)

Corsi come un idiota verso casa sua, e quando arrivai davanti alla porta cercai di recuperare fiato.
Non avevo la minima idea cosa mi aveva portato qui, o perché lo avevo fatto.

Suonai al campanello.

Merda, ora il gioco era fatto.

Sentii dei passi dietro la porta e quando la porta si aprì, la vidi, Ivy con una gonnellina bordeaux e una canottiera bianca che le fasciava perfettamente i seni.

Stupenda.

Mi rivolse un sorriso, «Hunter! Cosa ci fai qui?» Mi chiese allegra. Quanto invidiavo la sua felicità perenne.

«Ehm.. - boccheggiai - Mi chiedevo se ti sarebbe piaciuto andare a prendere un gelato con me.» Dissi grattandomi la nuca imbarazzato come non mai. E se mi rifiutava?

Ma chi me l'aveva fatto fare, dio aiutami tu.

«Certamente, stavo appunto andando a fare un giro!» Disse, chiudendosi la porta alle spalle e affiancandomi.

Sospirai di sollievo mentalmente.

Improvvisamente tutta la tristezza volò via, lasciando spazio a una felicità tutta nuova per me.

Passammo la giornata a rincorrere i piccioni, subito dopo a rincorrere il palloncino di un bambino, a mangiare gelato, e a parlare.
Eravamo persino in una sintonia diversa dalle altre, lo stesso rapporto che avevo con Abigail.

Abigail.

Basta Hunter, dio cristo.

Sentii la mano di Ivy sfiorare la mia, ma quando portai lo sguardo sul suo viso la vidi intenta a fissare una coppia di ragazzi poco più grandi di noi, mano nella mano.

Sfiorai la sua mano a mia volta, e si girò sorridendo verso di me.

Allungai il mignolo verso il suo, e piano piano intrecciammo le nostre mani.

Cercai di soffocare un sorriso, il suo tocco mi stava facendo andare in fiamme e il battito cardiaco a mille.

Merda.

Scusate il ritardo, ma è stato un periodo veramente intenso per me.

Dangerous love.         H.R.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora