32. Holy shit

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Hunter's pov

Aprii gli occhi ancora assonnato, provando a svegliarmi ancora meglio strofinandomi gli occhi.

Nulla da fare, avevo troppo sonno.

Ero comunque felice, non capivo come mai oggi mi ero svegliato contento.

Gli avvenimenti di ieri si insediarono nella mia mente, e qualcosa mi scoppiò nel petto. Forse era la felicità, dopo due anni forse, sarei stato felice ancora.

Cercai di ricordare meglio le parole di Blake ma non ricordavo un granché.

Però a pensarci bene, ieri io ero con Brandon, non ricordo di aver incontrato Blake, anche perché lui era a casa a commemorarsi su sè stesso perché Lily aveva baciato Weston.
(S/A: tan tan tan, riferimenti puramente casuali ad honeymoon avenue)

Tutto ciò voleva dire che avevo sognato tutto questo.

Era tutto un sogno, quindi?

Niente felicità, quindi?

Nessuna Abigail, allora.

Mi ributtai sul materasso e incollai gli occhi al soffitto.

Non avevo voglia di alzarmi e comunicare con il mondo, non volevo vedere nessuno, non volevo parlare con nessuno, non volevo che nessuno mi cagasse il cazzo.

Purtroppo però, dalla porta, spuntò mia madre.

«Hunter, alzati.» Mi ordinò, facendo segno con la mano di alzarmi. Scossi la testa in segno negativo e mi coprii con il lenzuolo fino alla testa.

La sentii afferrare il lenzuolo e scoprirmi.
«Dai, per favore Hunt. Devi andare a fare la spesa e io devo badare a tuo fratello Ashton perché devo aiutarlo con i compiti.» Disse supplicante.

Volevo troppo bene a mia madre per non ubbidirle, così mi alzai svogliato dal letto e dopo aver infilato alla cazzo di cane dei vestiti e le scarpe, uscii di casa con i soldi nelle tasche e una borsa per la spesa tra le mani.

Che palle, ci ero rimasto troppo di merda per la faccenda del sogno.
Sembrava tutto vero, e ci stavo credendo davvero.

Ma Dio non è mai dalla mia parte, ormai ci ero abituato.

Entrai nell'enorme centro commerciale ed andai dal reparto del supermercato.

Presi un carrello e cominciai ad afferrare tutte le cose che erano scritte sulla lista, sempre con poca voglia, non prestando neanche attenzione alla gente che mi passava affianco.

Andai a controllare la data di scadenza del latte e sarebbe scaduto tra due mesi.
Ah no, tra un anno e due mesi, ops.

Mi mancava solamente prendere un pacchetto di caramelle per me e Brandon, dato che ce le sbranavamo di nascosto da nostra madre.

Stavo guardando la marca delle caramelle, perché mi sembrava di aver preso quella sbagliata, quando venni spinto all'indietro da qualcuno, facendomi cadere a terra con il pacchetto di caramelle.

No, che cazzo, le caramelle no!

La persona che mi fece cadere mi porse una mano e mi aiutò ad alzarmi, appena toccai la sua mano, mi sembrò un tocco familiare.

Quando alzai lo sguardo perso un battito.

Una ragazza della mia stessa età, cioè diciassette, era in piedi in fronte a me, stessi capelli di Abigail, stessi occhi, quasi la stessa altezza e quasi lo stesso fisico.

«Abigail..» Mormorai io, ma la ragazza mi guardò confusa.

«Non sono Abigail, io sono Ivy.» Disse mostrandomi un sorriso carico di solarità.

La guardai male.

Lei mi sorrise ancora.

«Ok..» Dissi io, ripulendomi il culo dei pantaloni, riprendendo dalle sue mani il pacchetto di caramelle.

Sorrise ancora.

Smettila.

Ricordava troppo Abigail.

Me ne andai come una furia, non degnandola di un saluto o di uno sguardo.

Ero rimasto sconvolto dall'uguaglianza delle due ragazze.
Sapete quando dicono di essere totalmente vuoti, sconvolti, perplessi..
Io ero così da due anni, ma ora ero anche angosciato.

Dangerous love.         H.R.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora