11. Nella tana del lupo (Dan)

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«Credi bene!», annuncia Luce e questo vuol dire che siamo arrivati.

Le porte dell'Inferno sono così nere, a sorvegliarle due guardie e accanto ad esse una proiezione di un Diavolo che caccia fuoco dalla bocca, il fuoco è vero, lui per fortuna no. Mi serve ripassare mentalmente le immagini che ho visto nei libri per ricordare chi è la misteriosa figura della statua che il clan ha utilizzato come protezione del Palazzo: Lucifero, si tratta di lui.

Primo Angelo Caduto, padre dei Demoni e figlio di Dio, nonché fratello dell'Angelo Michele.

«Avevo tralasciato un piccolo particolare: le guardie che proteggono il portone del Palazzo», replica ancora scocciata il Diavolo Pentito «non sarà facile sconfiggerle, anche se non sempre si tratta di guardie efficienti nel loro lavoro. Vediamo se ne riconosco qualcuna».

L'Angelo dai grandi occhioni si sporge per osservare i protettori del Palazzo, facendoci cenno con una mano di restare indietro, nascosti dietro l'albero che non ci coprirà a lungo.

«Mh, non mi sembrano facce conosciute», ci comunica voltandosi verso di noi «comunque hanno percepito dei rumori e dei movimenti, dunque ci conviene essere prudenti».

«Dobbiamo elaborare un piano», afferma Harriet in tono serio ed io e Luce annuiamo, è meglio non parlare molto, se non vogliamo essere scoperti. «Io avrei già qualche idea in mente».

«Sentiamo», esclamiamo in coro io e l'Angelo dai capelli arancioni, appoggiandoci con la schiena al tronco dietro di noi.

Harriet si schiarisce la gola, finora è stata lei a dirigere questa "missione" e credo che ne sarà a capo ancora per molto. «Innanzitutto, dobbiamo trovare un modo per far aprire quel dannato portone», comincia indicando l'entrata del Palazzo «in seguito dovremo attirare lontano da esso i Diavoli, senza però lasciarci scoprire. Quando loro saranno distanti dal Portone, noi usciremo silenziosamente ed entreremo, senza destare sospetti», conclude allegramente.
Non capisco per quale motivo sia così allegra, dato che a parole il piano sembra meraviglioso, ma sia io che Luce ci rendiamo subito conto che è impossibile da compiere e lo capisco dall'occhiata enigmaticata che lei mi lancia.

Decido di prendere parola. «Il tuo piano sarebbe perfetto se solo sapessimo come far aprire a quei due le porte e come attirarli lontano ed uscire senza che ci scoprano!».

Non abbiamo chance, siamo soltanto tre e gli altri sono impegnati con le guardie poste sul confine e devono rimanere lì. Siamo in guai seri, probabilmente non ne usciremo vivi.

«Oppure possiamo semplicemente affrontare le guardie», propongo. Questa mi sembra l'unica soluzione plausibile.

«Per poter andare avanti dovremmo ucciderle, non possiamo permettere che qualcuno ci scopra o addio alla nostra missione!», interviene però Luce ed anche lei ha ragione.

Non possiamo permetterci di uccidere dei Warriors, non possiamo andare contro i nostri ideali e le regole del nostro clan.

Anche se si tratta di Chantal e per lei, sarei disposto a schierarmi contro il mio stesso clan, c'è una forza dentro di me che mi obbliga a rispettare ciò in cui ho sempre creduto.

«Cosa facciamo?», domando amareggiato, non vedendo alcuna via d'uscita. Affidarmi a due Angeli femmina, mentre dovrei essere io a prendere in mano le redini della situazione, mi fa sentire così patetico.

Harriet sospira. «Non lo so», spero che non si abbatta anche lei, è il pilastro portante del nostro gruppo «ma non ci arrenderemo!», quest'ultima frase mi fa sorridere. Per fortuna lei non ha alcuna intenzione di mollare e la cosa non può che rallegrarmi. «Luce», dice richiamando la sua attenzione «So che hai lasciato questo clan convertendoti e magari non sarai nemmeno vista di buon occhio da loro, ma forse potrebbe esserci un tuo vecchio amico, qualcuno di cui ti fidi lì dentro, che sia disposto ad aiutarci, lasciandoci entrare».

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