20. Presentimenti (Dan)

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È tardi quando finalmente mi sveglio, con un apparente sorriso sulle labbra e una calma che da tempo avevo, ormai, perso. Ho sognato Chantal, questa notte ed è stato bellissimo, lei era bellissima, come sempre d'altronde. Aveva tutte le sembianze di un Angelo: i capelli biondi, gli occhi azzurri, la leggerezza e la purezza che da sempre la contraddistinguono. Ma, quando torno alla realtà, il sorriso svanisce perché in questa realtà, lei non c'è.
Mi ha lasciato solo, in balia della nostalgia. Ma mi godo, con piacere, il ricordo della sua presenza e dei nostri momenti felici e di questo sogno, che mi ha lasciato al tempo stesso con l'amaro in bocca e la gioia di averla rivista.

Sono solo in questa grande stanza fortemente illuminata dalla luce solare di tarda mattinata. Lancio uno sguardo al letto di Charlie e vedo soltanto un groviglio di lenzuola, lui si è già alzato.
Effettivamente ho dormito molto, ma dovevo recuperare forze ed energie dopo la stancante nottata passata all'Inferno. Adesso, mi sento nuovamente in forma e pronto a riprendere la mia battaglia.

Potrei starmene ancora qualche minuto rilassato nel letto, ma preferisco raggiungere gli altri. Credo siano in mensa, per il pranzo, siccome è ormai troppo tardi per la colazione.
Mi vesto in fretta e mi spazzolo i capelli, poi noto il mio pantalone della scorsa notte gettato alla rinfusa su una sedia e mi torna alla mente il mio gesto azzardato. Lì dentro, c'è qualcosa di molto prezioso.
Mi avvicino velocemente, prendo il disegno dalla tasca e lo ripongo al sicuro, sotto il materasso, dove nessuno andrebbe mai a guardare.

E finalmente, sono pronto ad uscire.

Nel corridoio incontro facce sconosciute, che mi dedicano tutte sorrisi gentili, io ricambio, con garbo. Noi Angeli abbiamo la caratteristica di essere molto gentili con tutti, la bontà è il nostro segno distintivo e in Paradiso è considerato quasi un oltraggio non salutare i propri fratelli, anche se sono dei perfetti estranei. Non esiste "la conoscenza", gli Angeli sono tutti fratelli e figli di Dio.

Senza rendermene conto, immerso nei miei pensieri, mi scontro con la spalla di qualcuno e mi affretto a porgere a chiunque sia, le mie scuse. «Mi dispiace, ero sovrappensiero!», affermo sfiorandomi i capelli imbarazzato.
Quando alzo lo sguardo, incontro due occhi sorridenti ed un viso alquanto conosciuto. «Professor Hedinsburg? Mi perdoni, non l'avevo vista e...».

«Dan», mi interrompe però lui, con tono autoritario, ma pur sempre gentile.
«Non è successo nulla, ci siamo soltanto scontrati per sbaglio. Piuttosto, come stai? Questa notte ti ho visto molto stanco e provato».

Non credevo che, dopo il guaio che abbiamo combinato, sarebbe stato da subito così gentile. Chissà se Harriet è andata a parlare con lui, magari sì, o forse no. Meglio non fare allusioni sulla faccenda, potrei far perdere a tutti noi la possibilità di rimetterci in viaggio.
«Ero piuttosto stanco e abbastanza demoralizzato per il nostro buco nell'acqua, ma mi sono ripreso alla grande!», dichiaro, sorridendo appena e mentendo con difficoltà. Adesso sto davvero bene e la mia immagine luminosa parla meglio di quanto possa farlo io.

«Sono molto felice di ciò, spero tu possa ritrovare anche la tua serenità d'animo», questa frase mi lascia stordito, ho come il presentimento che Harriet non abbia parlato con lui, o che non sia riuscita a convincerlo. «Ti auguro una buona giornata Dan, io devo scappare. Ho una lezione importante». Detto ciò, mi dà una pacca sulla spalla e corre via, prima che io possa ringraziarlo e salutarlo a dovere.

Mi limito ad urlargli dietro un «Buona giornata anche a lei!», per poi riprendere il mio cammino verso la mensa.
Non sono lontano, qualche altro passo e sarò arrivato.

Quando entro nella grande Sala nella quale noi Angeli consumiamo i nostri pasti, noto immediatamente un tavolo occupato da tutti i miei amici, ci sono proprio tutti: Charlie, Luce, Luna, Edward, a mancare è solo Harriet e questo non fa che accrescere il brutto presentimento che si era insinuato prima dentro di me. Edward è qui, perché lei no?

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