26. Forse fa male eppure mi va (Dan)

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Le cose belle hanno una strana ed usuale tendenza: ti rendono così felice e pieno che non hai nemmeno il tempo per metabolizzare il tutto, ma scompaiono velocemente, in un battito di ciglia, così velocemente che non riesci a capire se te le sei godute davvero e quando ti sarai reso conto della loro importanza, esse si saranno già concluse.

Così anche quest'alba è andata via, lasciando il posto ad un cielo altrettanto meraviglioso. Dovrei cominciare anch'io ad apprezzare le piccole cose, ma davvero le più piccole, come questa buffa coccinella che si è posata sulla mia mano.

È un animale che gli Umani non sanno di aver "ereditato" dal Mondo Celeste, le loro sono rosse e nere, le nostre sono totalmente nere, contaminate dal fitto e scuro bosco. Per me sono queste le vere coccinelle. Ma il significato non cambia e spero che possa davvero portarmi fortuna.

Ed è strano pensare che una notte sia già passata, che probabilmente una buona parte della strada sia stata percorsa. È strano pensare che, forse, tra poco potremmo addirittura giungere a destinazione, arrivare alla nostra meta e prendere il nostro premio.

Ma Chantal non è un premio, non è un pacco regalo, né una coppa e questo lo so benissimo. Lei è qualcosa di molto più prezioso ed importante.

«Abbiamo fatto molta strada, non so dirvi esattamente dove ci troviamo, ma ci siamo allontanati abbastanza per poter accorciare i tempi ed alzarci in volo. Entro questa sera dovremmo arrivare a Il Dirupo del Pentito, anche se sarà buio lo attraverseremo e ci fermeremo esattamente lungo La strada della Purificazione. Tutto chiaro?» ci comunica Harriet e nessuno sembra intenzionato a contraddire il suo impeccabile piano.

Ad uno ad uno ci alziamo in volo, lei per prima e poi tutti dietro, non in gruppo per evitare di formare uno stormo compatto. E velocemente, avanziamo nel limpido cielo azzurro.

Le mie ali si spalancano, bianche, limpide e prive di ogni striatura nera che le contamini, ma al contrario dotate di sfumature azzurrine. Le adoro, mi danno un senso di protezione, oltre che di purezza. Le ali bianche degli Angeli per me sono rappresentative del mio clan.

Quando volo, provo sempre un'innata sensazione di libertà, oltre che di felicità e serenità e mi richiama alla mente ricordi che conserverò sempre con me, che probabilmente non andranno mai via, perché sono l'essenza della bellezza, ciò che mi ha reso felice per molti anni.

Ero pronto ad andare in biblioteca. Alcuni libri fra le mani, i falsi occhialini da dotto sugli occhi, lo sguardo un po' vago e l'espressione svogliata. Lo ammetto, non avevo alcuna voglia di recarmi in biblioteca durante quella bellissima giornata di sole. Ma mi avevano sempre insegnato "prima il dovere e poi il piacere" ed ero cresciuto sulla base di quelle parole. Quel giorno la biblioteca era il mio dovere.

Percorrevo i corridoi in maniera lenta, avevo quindici anni ed ero nel bel mezzo della mia crescita, a quei tempi ero già considerato uno dei più belli del Castello.

Alcuni Angeli mi salutarono, principalmente Angeli femmina. Mi lasciavano un sorrisetto intimidito e alzavano appena una mano, per poi arrossire e correre via.
La loro purezza, semplicità e timidezza mi piaceva, detestavo invece la spavalderia e la sfacciataggine delle Diavole, che spesso trovavano l'occasione adatta per lanciarmi delle frecciatine e fare degli apprezzamenti su di me, finendo poi per risultare più che altro volgari.

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