40. Resa dei conti (Chantal)

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Riadattarsi alle vecchie abitudini non è mai semplice, soprattutto quando si è lontani per molti mesi e si ritorna improvvisamente alla realtà, senza nemmeno rendersene conto e avere il tempo di prendere coscienza di ciò che sta accadendo. Quando mi sveglio, alcuni raggi solari molto lievi illuminano le lenzuola bianche del mio letto. Nessun albero, nessuna tenda, nessuna coperta sporca e arruffata, nessun braccio confortante sotto la testa. Sono così sola, sola nel mio mondo, che in fondo tanto mio non è.

Quando mi guardo intorno, l'unica visione piacevole che i miei occhi ricevono, è quella delle mie migliori amiche. Entrambe dormono beate nei loro letti, come i vecchi tempi. Harriet e i suoi capelli blu, ora troppo corti per penzolare giù dal letto e Luna e la sua chioma rosa, ancora lunga e fluente.
Quando sono tornata qui, ho scoperto che Luce ha ricevuto una nuova camera. In mia assenza aveva preso il mio posto, ma in quattro si sta troppo strette secondo Lawrence, così le è stata assegnata una nuova stanza. Questa notizia non è stata per me molto piacevole, io e mia sorella abbiamo tanto tempo da recuperare, ma è anche giusto che lei coltivi altre amicizie oltre me.

Dev'essere molto presto se loro stanno ancora dormendo, ma io non ho tempo da perdere. Mi vesto velocemente e mi sistemo senza prestare troppa attenzione ai dettagli. In questi mesi ho imparato a trascurare l'aspetto fisico, a non badare troppo ai vestiti che indosso e alla forma dei miei capelli e ho capito che in tutti questi anni non ho fatto altro che commettere errori clamorosi. È così bello vivere di semplicità e non avere un tarlo fisso come l'aspetto fisico.

Lascio la mia stanza in breve tempo e mi addentro nel corridoio ancora piuttosto vuoto. Theodore ieri è stato chiaro con me e Dylan, lui e Danger vogliono vederci presto ed io sono stata più veloce del previsto, anzi, per la prima volta credo di essere addirittura in anticipo. Anche camminare tra queste mura bianche mi ricorda la mia routine, quella stessa che da oggi in poi ricomincerà a prendere piede nella mia vita. Tutto sta tornando come prima e questo non è necessariamente un bene.

Raggiungo la cupola alta antistante il Castello e la mia mente torna a molto tempo fa, quando sono rientrata dalle segrete e Harriet mi ha trascinata proprio qui per salutare i miei compagni ed il professor Hedinsburgh. Non vedo nessuno nei dintorni ed esulto mentalmente pensando di essere arrivata per prima, almeno per una volta nella mia vita, quando una voce fa vacillare la mia falsa speranza: «Sei in anticipo».

Riconosco la persona che ha parlato, ma non riesco a capire dove sia. Mi guardo intorno, ma continuo a non vedere nessuno, fino a quando, alzando per sbaglio gli occhi verso l'alto, non noto una figura distesa con la schiena sul soffitto della cupola. Sobbalzo e lancio un leggero gridolino: «Dylan!» sbraito «Che cosa ci fai lì? Vuoi farmi prendere un colpo?».

Lui scoppia a ridere, sinceramente divertito da tutta la situazione. Sembra essere rilassato, sebbene sia praticamente appeso al soffitto. Ha le braccia e le gambe incrociate, come se stesse comodamente sorseggiando una tazza di tè. «Mi alleno» risponde con altrettanta semplicità ed indifferenza. «Non pensavo fossi così timorosa, considerando che in questi mesi hai visto e vissuto di peggio».

Un sorriso istantaneo spunta sulle mie labbra senza darmi il tempo di trattenerlo, per fortuna lui dalla sua elevata altezza non può vedere il mio volto con attenzione. Dylan, forse involontariamente o forse di proposito, ha fatto riaffiorare dentro di me i ricordi che sto cercando di cacciare via per evitare di sentire il dolore in maniera così forte. Fortunatamente, la porta della cupola si apre giusto in tempo, mostrando le figure dei due capiclan. Theodore lascia passare prima Danger, altezzosa nel suo abito scuro e poi fa il suo celebre ingresso.

La Diavola batte le mani e tossisce per attirare l'attenzione completa su di sé. Dylan abbandona la sua posa e torna con i piedi per terra, avanzando altezzoso. Non sembra per niente spaventato da lei e da tutto quello che potrebbe accadere, d'altronde ha tradito il suo clan, ha disobbedito agli ordini, se Danger volesse potrebbe ucciderlo con il solo schiocco delle dita. Ma lui non è teso né preoccupato. «Mia signora, è da tempo che non ci vediamo» esordisce, facendo un lievissimo inchino e una risata di scherno.

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