Trascinò i piedi mentre la spingevano dentro un furgone dai vetri oscurati. Abbassò la testa e si sedette in mezzo a due agenti armati da capo a piedi, rivestiti di tuta antiproiettile e caschi integrali che non lasciavano un solo lembo di pelle scoperta.
I bracciali spessi che le avevano fissato ai polsi e al collo non erano una minaccia per lei, ma sapeva che se avesse alzato un dito per ribellarsi, i marchingegni sarebbero scattati per infliggere dolori lancinanti e in men che non si dica si sarebbe trovata in cella, al buio e sedata.
Il mondo scorreva veloce dietro i finestrini bui, come la sua vita stava scorrendo veloce dalle sue mani.
Il furgone svoltò e la sua spalla si trovò schiacciata a quella di un militare. Lo squadrò immaginando sé stessa in uniforme, un'immagine rivoltante. Era pronta a farsi saltare in aria se solo l'avessero obbligata a vestirsi così e a imbracciare un'arma in difesa della bandiera.
Non si era mai pentita di nulla. Aveva sempre fatto scelte istintive, perché erano quelle che le riuscivano meglio. Sentiva ancora l'olio di frittura sulla sua pelle. La sua mente era sospesa nel nulla. Provava giustò una sottilissima costante spina di frustrazione che si spingeva nel fegato. Ripercorse con la memoria gli istanti della fine della sua libertà. Assaporò l'orrore dell'ultima immagine, la collera raccolta giorno dopo giorno nel ricollegare i tasselli di un delitto di cui aveva annusato l'odore molto prima che accadesse, il dolore causato da non aver potuto fare nulla per impedirlo.
Mentre veniva trasportata lontana dalla sua vecchia vita, si rese conto che la sua fine non era determinata da una svolta irrimediabile, ma dal fatto che la vendetta, tutto sommato, le avesse provocato una particolare soddisfazione.
*
La sera prima.
Il turno era stato interminabile. Il cielo era limpido e si poteva notare uno spruzzo di stelle cosparso sul manto buio della notte che dominava la città.
Camminava con le mani in tasca e nessuno l'avrebbe disturbata se non un paio di gatti che si menavano tra loro nel vicolo.
Dalle finestre delle case, spalancate per approfittare dei primi caldi dell'estate in arrivo, aleggiavano rumori di televisioni accese, un'ambulanza, il traffico, una coppia che litigava animatamente su chi doveva portare fuori il cane. Passeggiava con un peso sul petto perchè sapeva che tornare a casa significava convivere con un vuoto assillante. Infatti stava già prevedendo di stappare una bottiglia di vino e calarsela tutta."Like a Stone" degli Audioslave nelle cuffiette l'aveva fatta viaggiare un po' troppo fuori dalla realtà. Tastò le tasche dei jeans, ma ci trovò solo un pacchetto di chicche accartocciato, il telefono, il portafogli, un elastico per capelli e il buono scaduto di un negozio di abbigliamento.
Delle chiavi, nessuna traccia. Dove le aveva lasciate? Pensò all'ultima volta che le aveva tenute in mano e si ricordò di averle appoggiate nell'armadietto e poi di essersi distratta mentre parlava con una collega. Si rigirò il telefono in mano, cercò il nome “Clara” in rubrica e lo selezionò. Fece passare qualche secondo finchè non si attivò la segreteria telefonica. Clara non aveva risposto. Doveva tornare al locale per forza. Perciò si rifece tutto il percorso al contrario, calciò un sasso che andò a colpire un tubo di metallo spaventando i gatti che scapparono a nascondersi.Prima di entrare, notò una macchina parcheggiata davanti alla porta del retro, una vecchia Volkswagen grigia con i fari accesi. All'interno del locale aleggiava un clima di tensione. Tre uomini erano in piedi in mezzo alla sala. Uno di questi si accese una sigaretta. Clara era al bancone ancora in divisa.
-Non si può fumare qui. - informò Astrid infastidita. Non servì a nulla. Il tizio scenerò sul pavimento, si portò la sigaretta in bocca e fece un tiro abbondante.
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Neve E Cenere | MARVEL ❶
FanfictionAstrid non è un'eroina e non si aspetta che il mondo la acclami. È anarchica, polemica, insubordinata, curiosa ed impulsiva. La rabbia e il fuoco scorrono nelle sue vene come il sangue per i comuni mortali. Dopo la sua cattura, si trova a dover sceg...