Tony Stark era sfacciato e ben consapevole dell'effetto che faceva sulle donne. Astrid non era esclusa dal suo charme. Soprattutto quella sera. Gli lanciò uno sguardo angusto che celava una punta di apprezzamento. Dopodiché tornò a fingere di non essere tentata di accettare, ma solo per allontanarsi dal marasma.
-Quindi... Siete usciti per colazione. - osservò l'uomo che non aveva alcuna intenzione di lasciare cadere il loro dialogo nell'imbarazzo, intento a cavarne qualcosa di concreto - Fammi indovinare, ti ha portata in uno di quei bar popolari in cui versano caffè acquoso mentre scegli la pietanza meno mediocre da un menù plastificato? È stata una mia idea, per la cronaca, quella di spingerlo a conoscerti meglio. Peccato che il nostro capitano non abbia tanta fantasia quanto ne dimostri sul campo di battaglia. Io ti avrei fatto conoscere, per lo meno, la terrazza del Public...
-Soffro l'altezza.
-Ah, già, giusto... - fece Tony e bevve un sorso fresco, schioccò la lingua. - Ma non con me. Come mai? - aggiunse sottovoce e Astrid percepì una scossa lungo la schiena al timbro del metallo dell'armatura sulla propria pelle.
-La mente più geniale della Terra si sente in competizione con un austero brontolone centenario?
-L'austero brontolone ha anche una candidatura a uomo più desiderato del mondo. Dopo di me, ovviamente. - sottolineò la mente geniale - Bicipiti di roccia, mento squadrato alla quarterback, onorificenze secolari, una determinazione da leader nato e un'adorabile dose di goffaggine quando si tratta di donne. Non ti ispira neanche un po'?
-Non mi attirano quelli che fanno della guerra una carriera. - ribatté Astrid con un tono carico di sufficienza, per fargli capire che rientrava anche lui nella classifica. Soprattutto ora che era immerso in un'ubriachezza leggermente molesta e la loro vicinanza non passava inosservata, o meglio, che le avances che le faceva il collezionista di donne qualsiasi, non passava inosservata.
-Facevano. Almeno per quanto riguarda me. - la corresse subito Tony, punto dalla provocazione. Poggiò di nuovo il bicchiere e lo fece ruotare sulla condensa. - Quindi... Sono la mente più geniale della Terra, eh?
-Non hai bisogno di conferme. - rispose lei fissando l'ascensore con desiderio.
-Volevo sentirlo dire da te.
-Perchè proprio da me?
Astrid si voltò istintivamente. Fu troppo tardi quando si accorse che gli aveva dato un segnale positivo.
-Perchè mi piace quella testolina calda che ti ritrovi. Mi rimanda un senso di riconoscimento. Mi ricordi me alla tua età.
-Testolina calda... - ripeté Astrid in un soffio. - Devo ritenerlo un complimento o cosa?
Tony si contentenne dal fare spallucce, ma non gli riuscì molto bene. Sorrise paonazzo.
-Non mi compri con i complimenti, Stark. - fece lei sorseggiando o nascondendosi dietro il bicchiere.
-Tutti vengono comprati dai complimenti.
-Non io.
-Sicura? Sono abituato a lanciare offerte alte.
-Me alla sua età, signor Stark... Ma ti ascolti? - Astrid scosse la testa, le labbra schiacciate sul vetro del bicchiere.
-Ho fatto cose più immorali.
Il miliardario si difese con un'espressione infantile, la bocca impunita che si arricciava agli angoli, le pupille luccicanti.
La noia non era un'alleata. Nemmeno il Moscow Mule lo era, soprattutto il quarto. E Astrid sentì la voglia di dare l'ennesima svolta alla sua vita. Fare qualcosa di folle. Uscire dai suoi vestiti grunge e mettersi i tacchi.
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Neve E Cenere | MARVEL ❶
FanfictionAstrid non è un'eroina e non si aspetta che il mondo la acclami. È anarchica, polemica, insubordinata, curiosa ed impulsiva. La rabbia e il fuoco scorrono nelle sue vene come il sangue per i comuni mortali. Dopo la sua cattura, si trova a dover sceg...