49 . In trappola

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Aveva preso a nevicare da poco più di venti minuti. Nel bosco di sempreverdi del Quartier Generale era calata una foschia piatta che appesantiva gli steli d'erba e i rami con flemma silente. Lo sguardo del Capitano era imprigionato nel vetro della finestra, perso come si perdeva la visuale sotto quel biancore opaco.

Brooklyn sotto la neve... Era da tanto che non la vedeva. Entro poche ore le strade delle città si sarebbero imbiancate e le gomme delle automobili avrebbero disegnato strisce di fanghiglia come una mappa da seguire alla guida di un elicottero. Era tornato l'inverno. Dopo una lunga e faticosa estate piena di novità e cambiamenti, era tornato l'inverno esattamente come l'anno prima, e quello prima ancora. Le stagioni continuavano a susseguirsi, il mondo continuava a girare, nonostante tutto.

-Caffé?

-Per me no, grazie. - rispose Steve muovendo solo la bocca.

Clint si voltò verso Natasha confuso da quel poetico sguardo smarrito.

-Ha prosciugato la sua preziosa moca italiana, stamattina. - spiegò Natasha sdrammatizzando.

-Ah. Che mi sono perso? - domandò l'altro spolverando il cappotto e appendendolo all'attaccapanni.

-Stark è vivo, anche se in stato di semi-incoscienza. Sullivan è sotto sorveglianza, Loki si è ripreso il Tesseract. Per come stanno andando le cose, domani o tra un'ora potremmo dover affrontare un'altra battaglia tra universi.

-Fantastico.

-Perché pensi l'abbia fatto, Nat?

Natasha lo guardò come per carpire tutti i suoi pensieri attraverso i suoi bulbi oculari.

-Perché è Astrid.

-Non è stata lei. Non è possibile.

-Lo pensavo anch'io, ma ora che è riapparsa magicamente davanti ai nostri occhi con la magia di Loki, non so più cosa pensare.

-Loki potrebbe averla ancora raggirata.

-Non sembrava essere controllata dallo scettro.

-Loki sa essere molto persuasivo. - spiegò brevemente Thor che era turbato non solo dalla situazione, ma ancor di più dalla singolare macchina che sfornava bicchierini e bevande solo tenendo premuto qualche tasto. Ci provò anche lui, pigiando con il suo ditone, ma rimase deluso dal fatto che non accadde niente. - Chissà cosa le avrà promesso...

-Qualcosa che noi non possiamo darle.

Tutti guardarono Natasha come se in volto le si leggesse il significato enigmatico delle parole che aveva appena espresso. Steve si trattenne dal dare un calcio al tavolo. Natasha lo seguì con gli occhi mentre filava via, la mandibola talmente serrata dalla rabbia che tra poco gli sarebbero saltati tutti i denti.

Si portò il bicchierino di plastica alle labbra sospirando pesantemente.

-È d'accordo con Loki. - si inserì la gemella che era rimasta in silenzio fino a quel momento. - L'ho visto. Gliel'ho letto nella mente.

Clint guardò Natasha. Natasha trasalì.

-Ne sei sicura?

-Io non sbaglio mai. Quello che vedo è la realtà.

Natasha si lasciò spiegare altri dettagli. Poi lasciò il bicchiere sul tavolo e scattò fuori dalla porta inseguendo il percorso del Capitano. Lo trovò esattamente dove aveva immaginato. A braccia conserte, di fronte al retro dello specchio nero della cella in cui era rinchiusa lei. Le sopracciglia contrite, le labbra rigide. Tutti i muscoli erano contratti in lui, come se cercasse di resistere ad una sofferenza. Emise un sospiro faticoso quando percepì la presenza di un'altra personalità nella stanza. Natasha buttò un'occhiata nel corridoio.

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