Secondo Capitolo

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Il Real Madrid questo pomeriggio gioca contro una squadretta locale, devono testare i nuovi acquisti e cercare di capire i nuovi schemi tattici.

Nonostante non giochi, Cristiano ha insistito tanto per andare al centro allenamenti a vedere la partita, e seduti in tribuna d'onore con noi ci saranno anche i suoi amici. In pratica i ragazzi  in campo saranno tesissimi perché a guardarli e a giudicarli ci sono le colonne portanti della squadra. I ragazzi sono già andati lì, e Cris si è portato Junior insieme. Io li raggiungo con Alice.

<<Quindi anche tu ti sei trasferita qui?>>mi domanda non appena entro in macchina con lei. <<Alvaro sta cercando di farsi piacere quest'idea. In realtà lui voleva rimanere a Torino...>>

<<Neanche tu mi sembri tanto felice di questa scelta>> le dico mentre sfrecciamo tra le strade di Madrid.

Non appena arriviamo al campo intravediamo tutti i ragazzi seduti nella tribuna d'onore, Alvaro invece è già in campo che si allena con i suoi nuovi compagni. Sorride con qualcuno, ma si capisce che non è davvero felice o almeno non come quando era a Torino con i suoi migliori amici.

<<Alla buon'ora, eh!>> Cristiano ci accoglie con il suo solito ghigno da 'so tutto io'. Gli rispondo con un sorrisino, prendo posto accanto a lui e mi volto a parlottare sempre con Alice.

Mi racconta di quanto è stato duro lasciare Torino e i suoi parenti, ma che è facile di essere qui con Alvaro a Madrid.

<<Sai, mi è sempre piaciuta Madrid, ma non mi ci hanno mai portata...>> nel suo tono c'è un minimo di tristezza, forse è rimasta delusa da qualcuno in passato.

<<Dai che il tuo bel Alvarito ti porterà in giro non appena ha del tempo libero.>> la rassicuro cercando di liberarle la mente, almeno per il momento.

Quando finiamo di parlare mi alzo per andare la bar a prendere qualcosa da bere, la partita non è ancora iniziata ma qui fa un gran caldo e ho bisogno di acqua. Alice non vuole accompagnarmi perciò vado da sola.

<<Un altro!>> seduto su uno sgabello c'è Gareth, ha in mano un bicchierino pieno di un liquido simile all'acqua. Ma acqua non è, ne sono sicura. <<Tu che ci fai qui? Non dovresti essere con gli altri...a...a vedere la partita?>> è troppo ubriaco.

Mi siedo accanto a lui, il barman serve anche a me un bicchierino di quelli che bevo tutto d'un fiato.

'Stupida! Tu e l'alcool non andate molto d'accordo, ti ricordo!'

<<Perché sei qui? I tuoi amici stanno per giocare...>>

<<Non ci voglio andare da loro...voglio stare qui...>> butta la testa a peso morto sul bancone, prontamente gli tolgo il bicchiere dalle mani e cerco di farlo alzare dallo sgabello. E' troppo pesante per i miei gusti e di fatti torna seduto dov'era prima. Sto per cadere quando mi afferra i fianchi e mi avvicina al suo corpo, il suo profumo è forte e molto buono.

Il suo sguardo va dai miei occhi alle mie labbra, adesso fa caldo. Troppo caldo. Gli angoli della sua bocca si alzano e d'un tratto mi ritrovo le sue labbra sulle mie.

Perché mi sta baciando? La mano scende sul mio fondoschiena e lo strizza per un nano secondo, mossa di cui neanche mi rendo conto.

<<Cris...CHE COSA STATE FACENDO?!>> a staccarci ci pensa mio cugino entrando nel bar. Abbasso lo sguardo, per la prima volta ho paura di ciò che Cristiano potrebbe dire. Durante quel bacio c'è stato qualcosa, qualcosa che non riesco a spiegare. Finalmente mi sono sentita appagata, apprezzata e felice. Felice di quel momento.

Il goal della vittoria||Gareth BaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora