Decimo Capitolo

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<<Casa dolce casa.>> dico una volta che mi guardo intorno e mi convinco, sempre di più, che questa d'ora in poi sarà casa mia. Finalmente ho finito di portare su scatoloni strapieni di vestiti e oggettini d'arredamento. In cucina ho sistemato sui vari piani un paio di vasi con all'interno fiori di diversi colori, nei cassetti ho messo le padelle con piatti e posate ed ho riempito il frigorifero di cibo. Sul tavolo di vetro nero, super figo, ho lasciato una tovaglia bianca a cui sono tanto affezionata perché me l'ha fatta zia Dolores quando sono partita per l'Italia.

In salotto, invece, ho appeso una serie di foto che mi ritraggono in compagnia della mia famiglia oppure insieme alle mie migliori amiche. Sui piani, invece, ci sono degli oggettini, alcuni di vetro ed altri di porcellana che ho comprato in giro per Madrid. Nei bagni ci sono solo i miei trucchi e vari prodotti per la cura del copro, vale a dire creme e cremine varie. Ma la mia stanza preferita rimane sempre la mia camera. Con le pareti fucsia e nere, la scrivania in vetro nero con sopra il mio iMac, delle riviste di moda e una foto bellissima che raffigura me e Charlotte al suo compleanno dei diciannove anni. Il letto è in legno nero con, per il momento, le lenzuola fucsia che sono le mie preferite.

Mi sono appena tolta le scarpe e messa comoda sul divano ma il citofono suona e sono costretta ad alzarmi e a trascinarmi fino alla porta. Prima di aprire chiedo chi sia e, dopo essermi assicurata chi sia, apro il portone e la porta in attesa che salga.

<<Ciao.>> mi saluta lasciandomi un bacio sulle labbra e spingendomi all'interno dell'abitazione. Non tanto delicatamente fa combaciare il mio corpo al muro e continua a baciarmi sempre con più foga e passione. Dopo essersi staccato mi tira a sé avvolgendomi tra le sue forti braccia.

<<A cosa devo tutto questo?>> domando sul suo petto avvolgendogli i fianchi con le mie braccia. Lui mi lascia andare per un attimo prima di darmi una risposta più o meno soddisfacente.

<<Perché lo volevo.>> continua duro entrando e poggiandosi sullo schienale del divano nuovo, se procede con quest'arroganza giuro che lo caccio di casa all'istante. Restiamo qualche secondo in silenzio, c'è sempre più tensione e non so se è tensione sessuale o tensione normale.

<<Tu sai che, in genere, ci si siede sul divano ma non sul suo schienale?>> cerco di smorzare la temperatura ma, evidentemente, non ci riesco perché in un attimo lo vedo avvicinarsi e poco dopo ci sono io seduta sullo schienale del mio divano. La situazione non mi piace.

<< Senti ho capito! Lo so, non sono fantastico, ho i miei difetti ma tutti ne abbiamo almeno uno. Ho una figlia e da poco mi sono lasciato con la ragazza con cui sono stato per almeno sei anni. Ma sai perché l'ho lasciata? No, non lo sai... - il suo sguardo è cattivo, i suoi occhi sono iniettati di sangue. In questo momento mi fa tantissima paura. – L'ho lasciata per te! Ti amo e tu non lo hai ancora capito. Ti sto dietro da due mesi, da due fottuti mesi! Capisci che cosa ti sto dicendo?! >> non faccio in tempo a rispondergli, mi afferra il volto e mi bacia. Un bacio rude e violento. Ma non vuole farmi male, ha appena detto di amarmi. L'ho fatto penare e mi merito ciò che sta facendo, ovvero divorarmi le labbra con le sue. Si stacca, entrambi ansimiamo, e riprende a parlare guardandomi negli occhi. E' un gigante in confronto a me in questa posizione, mi sono fatta piccolina piccolina sul divano mentre lui osserva ogni mio movimento dall'alto verso il basso. <<Hai capito?>> il suo tono di voce adesso è più calmo, quasi dolce, intanto si abbassa alla mia altezza e mi prende il viso con le sue mani.

<<Si, ho capito ma non ti ho mai detto una cosa...- è arrivata l'ora di dirgli ciò che è successo prima di lui e di Madrid. –Ho...>> non posso neanche cominciare a parlare perché il campanello prende a suonare come un matto e sono costretta ad andare ad aprire. Mi ritrovo davanti le uniche due persone che non avrei mai pensato di vedere qui in Spagna, anche se ci stavo sperando da giorni. Li faccio entrare tutti e due ma l'abbraccio lo dedico solo alla mia migliore amica. Charlotte e Paulo sono qui. Non ci credo.

Il goal della vittoria||Gareth BaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora