Diciannovesimo Capitolo.

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<<Buongiorno Bimba.>> mi sveglio con l'odore di brioche alla crema appena sfornate, ma so che non sono opera sua. Apro entrambi gli occhi e guardo indispettita prima lui poi la stanza dove sono.

<<Okay, allora...sono ancora a casa, tu sei qui...mi hai tradita?!>> ci scherzo su, sperando che la risposta non sia un 'si'. Gareth non è quel tipo d'uomo, lo conosco bene. Di certo non è come il mio ex, lui si che mi fatto soffrire tanto in tre anni di relazione. <<Che cosa hai fatto?>> gli punto l'indice sul petto tentando di far pressione e farlo cedere, ma fallisco miseramente. Afferra il polso cercando di sollevarmi di peso e di portarmi su di lui, proprio come fa con sua figlia. Come al solito ci stendiamo sul pavimento e lui comincia a sollevarmi, dopo mi riavvicina al suo volto e partiamo da capo; scoppio a ridere a tendo le braccia verso di lui per poi rimanergli appiccicata.

<<Non ho fatto niente, giuro! E' solo che oggi pomeriggio ho un'udienza per l'affido esclusivo di Alba. Emma non vuole più tenerla, d'altronde ha solo ventitré anni, perciò la bambina sarà affidata a me.>> lo osservo mentre perla di lei. Gli si illuminano gli occhi, sorride come non fa quasi mai e –soprattutto- mi riempie il cuore vederlo così. <<Se dovesse tornare a casa con me oggi l'accetteresti? Insomma, ci siamo stati spesso con lei ma d'ora in poi si tratterebbe di farla entrare nelle nostre vite. Per sempre.>>

<<Gareth...io non accetterò tua figlia.>> si alza dal letto e cammina per la stanza, io sorrido per la sua reazione. Che mi facesse almeno finire di parlare. <<L'amerò come se fosse mia. Non cercherò di prendere il ruolo di sua madre, non lo farei mai, ma la tratterò come se fosse nostra figlia.>> continuo a sorridere e mi alzo dal letto, proprio come ha fatto poco fa lui, perciò lo raggiungo per abbracciarlo.

<<Stronza, mi hai spaventato.>>

Usciamo di casa insieme e, prima di andare al campo dall'allenamento, mi lascia al negozio e si assicura che io non voglio seguirlo in tribunale questo pomeriggio.

<<No Tesoro. E' un momento solo tuo e di Alba. Sarò felice se dovesse tornare a casa con te e lo sarà anche quest'ometto qui.>> gli prendo la mano e la posiziono sul pancino, proprio dove il bambino sta dormendo. <<Stanotte si è mosso fino alle due, ed io non riuscivo a dormire.>>

<<Campione ascoltami, non devi far arrabbiare la mamma perché poi lei se la prende con me! E sai per quale motivo? Perché quel giorno sono stato io a non volerle far prendere la pillola.>>

<<Però la mamma è felicissima lo stesso. Ha te, il tuo papà, una casa bellissima dove stare ed il lavoro che ha sempre sognato. Quindi, non gli dare retta.>> gli accarezzo la guancia ripentendo a lui queste parole. Non voglio che si prenda la colpa per qualcosa che abbiamo voluto entrambi, lui lo sa bene. Giocherello un poco con la sua barba –che mi piace un mondo- e poi gli dico: <<Dai, vieni su. Manca un'ora all'allenamento.>> prendiamo l'ascensore che dal parcheggio porta direttamente nel mio ufficio. E' stato montato proprio per agevolarmi dopo il parto, quando dovrò venire a lavoro con il bambino e quindi portarmi il carrozzino. In questo modo non posso incontrare i miei dipendenti che però hanno lasciato le auto in garage e quindi posso dire che ci sono più o meno tutti. <<I tuoi genitori arrivano oggi, giusto?>> sbianca all'istante e si mette le mani tra i capelli, dopo di che mi guarda con fare supplicante mentre scarabocchia il nome del bambino su un foglio bianco trovato sulla scrivania. <<Te ne sei scordato, okay. Dovrei farcela per le cinque, oggi non abbiamo molto lavoro da fare. Ci penso io a loro.>> si distende sullo schienale della poltroncina ed io approfitto per stringerlo e lasciargli un bacio sulle labbra.

<<Come here, babe.>> mi metto a cavalcioni sopra di lui, riprendiamo il bacio di prima ma questa volta lo approfondiamo sempre di più. <<Non sai quando vorrei stenderti su questa scrivania adesso.>>
<<E magari farmi tante belle cose. Un giorno lo faremo sul serio.>> sorrido mentre ho la bocca premuta contro la sua, intanto continuo muovere il mio bacino sul suo che è fermo. <<Potrei anche utilizzare quei completini che ho nell'armadio.>> in tutta risposta prende a baciarmi la base dell'orecchio e scende verso il collo e poi prende a sfregare la faccia contro il mio seno, coperto dal vestito che ho indosso. E' una cosa che potrebbe sembrare scema ma a me piace quando fa così, è segno che gli piace il mio corpo e che ama fare l'amore con me. Al mio ex ragazzo piaceva fare delle cose molto cattive mentre eravamo a letto e quando era con suoi amici parlava di me. Però è stato importante perché è grazie a lui se ora sono qui con Gareth. E se siamo felici insieme.

Il goal della vittoria||Gareth BaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora