Diciottesimo Capitolo

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<<Potrei sapere perché continui a muoverti quando il tuo papà non c'è? Quell'uomo sta impazzendo!>> parlo con la mia pancia mentre sono seduta alla scrivania del mio ufficio e firmo un plico infinito di carte. Sono eccitatissima perché tra sole due settimane apriremo il negozio ed io non vedo l'ora di mostrare a tutti quanti i miei amici questa bellissima sorpresa; nessuno di loro sa niente della casa di moda, ad eccezione di Gareth.

I miei genitori, prima tra tutti zia Dolores, sono quelli che hanno cominciato a capire che sto architettando qualcosa alle loro spalle e si sono offesi perché glielo sto tenendo ancora nascosto. Sono scoppiata a ridere quando ho visto le loro facce arrabbiate ma anche un tantino soddisfatte ed orgogliose. Chi ha confermato il suo essere sono stati Alicia ed Edoardo che, oltre ad aver sminuito il mio lavoro, hanno ancora discusso sul loro benedetto matrimonio e contratto prematrimoniale. Ne abbiamo parlato ancora una volta, però a cena insieme a Cristiano, G, Junior e Gareth. A quel punto papà si è rifiutato di parlarne con tante persone a tavola ed ha promesso loro di riprendere il discorso quando ci saranno solo loro due. E l'espressione del nostro capofamiglia non prometteva nulla di buono.

Mi squilla il cellulare mentre sto girando per i corridoi del negozio. Rispondo sorridente quando noto che è il mio ragazzo a chiamarmi.

<<Ehi. Hai finito gli allenamenti?>> gli domando subito. E' tornato ad allenarsi con tutta la squadra, e abbiamo dovuto trovare un'altra routine; si è fatto male poco dopo dell'inizio della gravidanza e mi ero abituata a ritmi diversi, riuscivamo a passare più tempo insieme. Adesso invece lo vedo solo al pomeriggio e qualche volta la mattina.

Sono certa che quando comincerò anche io a lavorare, avremo ancora meno tempo a disposizione.

<<Si, ho appena finito. Ti vengo a prendere dal negozio e andiamo a farci una passeggiata?>> nonostante tutto continua a preoccuparsi per me e, conoscendomi, sa che potrei arrabbiarmi se non mi dovesse dedicare le giuste attenzioni. Riesce a tenermi a bada in questo modo per il momento.

<<Se sei stanco possiamo anche non andare. Non m'incazzo mica.>> però anche io sono preoccupata per lui che, puntualmente ogni giorno dopo gli allenamenti, mi porta a passeggiare in un parco nel centro città oppure andiamo al centro commerciale.

<<Non sono stanco. Sta' tranquilla, mi faccio la doccia e arrivo. Dammi una ventina di minuti. Ti amo.>>

<<Ti amo anche io.>> pronuncio queste parole con una dolcezza che non è da me, poi entrambi mettiamo giù.

Io continuo a camminare per il negozio, stando sempre attenta a ciò che i miei dipendenti stanno facendo. Gloria me ne ha assunti una decina, dicendomi che per il momento bastano; ovviamente non saranno tutti addetti alle vendite, due o tre di loro saranno occupati nel magazzino dell'edificio. Ed avrò un segretario. Un segretariO UOMO. Al mio ragazzo non ho ancora detto nulla perché non so come potrebbe prenderla.

<<Danilo, vieni un attimo qui?>> ha la mia stessa età -quindi è più piccolo di Gareth- ed è un pezzo di ragazzo. E' alto con gli occhi marroni; è molto gentile con me e cerca di aiutarmi quando mi vede in difficoltà. Però è lo stesso un dipendente e, per il momento, lo tratto come tale. Anche perché Gloria mi ha più volte detto di stare attenta a lui, ma non ho capito per quale motivo. <<Tra poco vado via. Chiudi bene e accertati che tutto sia in ordine. Domani mattina ho bisogno di te per le nove e trenta, devo compilare delle carte ed ho bisogno del tuo aiuto.>> lui annuisce sorridente poi aggiunge che per lui non c'è nessun problema a svegliarsi qualche ora prima. Saluto tutti quanti i presenti ed esco dall'edificio, solo quando vedo la macchina di Gareth accostare davanti all'entrata.

Il goal della vittoria||Gareth BaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora