<<Adriana cosa succede? Ho appena letto il tuo messaggio.>> appena torno da Barcellona non ho il tempo materiale di tornare a casa, subito mi dirigo al mio negozio perché ho ricevuto un messaggio al quanto strano da parte della mia assistente. Volevo riposarmi a casa, invece no.
<<Ieri ci ha chiamati il Presidente del Real Madrid dicendo che voleva parlarti di una cosa importante. Ho detto loro di venire oggi per incontrarti, ora sono nel tuo ufficio.>> annuisco e prendo la cartellina che mi tende. Chiamo l'ascensore al primo piano ed intanto osservo con cura i miei dipendenti e ciò che fanno. Hanno tutti un grande sorriso sulle labbra, sono gentili e comprensivi, ascoltano quello che i clienti chiedono.
Ho notato che vanno per la maggiore gli abiti da cerimonia –sia corti che lunghi-, gli uomini preferiscono vestirsi casual mentre per i bambini va bene tutto. Durante il primo mese di apertura ho chiesto ai clienti in che modo erano stati trattati dai ragazzi, se il negozio fosse di loro gradimento. In molti mi hanno detto che i miei ragazzi sono i più disponibili di tutta Madrid. Però in tutto questo una pecca c'è: spostarsi da un piano all'altro non è molto comodo; ma io non posso farci nulla.
<<Buongiorno.>> entro nel mio ufficio e vedo già seduti Perez insieme a Zidane, Ramos e Marcelo –rispettivamente capitano e vice capitano della squadra. <<Scusatemi per il ritardo.>> mi tolgo il giubbotto e lo sistemo sull'attaccapanni, dopo di che mi siedo difronte a loro e cominciamo a discutere del loro progetto. Capisco che vorrebbero firmare un contratto con la nostra linea di abbigliamento, dovremmo disegnare la loro divisa formale e vestirli nelle varie occasioni importanti. <<Purtroppo io non posso dirvi di si o di no su due piedi. Devo prima parlarne con la dirigenza.>> loro mi fanno cenno di si –forse già sapevano della burocrazia di questa società. Ci salutiamo e tornano giù. Finalmente posso andare a casa. <<Adriana, io vado. Torno più tardi.>>
<<Cri!>> Alba mi corre incontro non appena apro la porta di casa, sicuramente mi aveva vista arrivare dal videocitofono. Ne sono certa. Non vuole salire in braccio, mi porta a sedere sul divano e solo adesso si siede sulle mie gambe e mi abbraccia. Le sue manine non riescono a chiudersi introno al mio collo perciò le lascio un bacio sulla fronte e mi rilasso. Ora sono a casa e posso togliermi questi jeans che mi prudono in una maniera incredibile, dovrei cominciare ad utilizzare dei vestiti. Non sopporto più le gambe pressate dai pantaloni, qualunque essi siano. <<Papà ha detto che sei arrabbiata con lui perché ha fatto il cattivo. E' vero? Papà è cattivo?>>
<<No, Amore. Papà non è cattivo. Ogni tanto si fanno degli sbagli, ma a tutto si può rimediare.>> le accarezzo un braccio rassicurandola. Gareth non è stato cattivo, ha solo fatto un errore. <<Vuoi aiutarmi a disfare la valigia? Ti ho portato un regalino...>> le si illuminano gli occhi quando pronuncio l'ultima parola e subito scatta in piedi, si avvicina alla mia valigia e tenta di portarla di sopra. Allora corro in suo aiuto, afferro il manico della borsa e la trascino fino a quando non arriviamo al piano di sopra; la stanza da letto è in perfetto ordine e ammetto che non me lo aspettavo. Gareth ha messo tutto a suo posto prima che arrivassi.
Entro nella cabina armadio e posiziono la valigia su una sedia che è qui dentro, intanto Alba la apre e comincia a passarmi i diversi vestiti che ci sono dentro.
<<Bello! Me lo presti quando sarò grande?>> ha gli occhi a cuoricino quando vede uno dei miei innumerevoli vestiti. Le faccio segno di venirmi accanto e dopo averle dato la mano la porto al muro opposto all'entrata dell'armadio. <<Dove andiamo?>>
<<Vuoi vedere il mio posto segreto?>> spingo leggermente la parete e quest'ultima si apre, rivelando un'altra stanza. Una stanza dove ci sono solo i miei abiti, tutti quanti. Devo ammettere che visti da questa prospettiva sembrano davvero tantissimi.
STAI LEGGENDO
Il goal della vittoria||Gareth Bale
Fanfiction<<Gareth vieni un attimo qui.- il mio ragazzo si avvicina ancora di più a noi due e si mette ad osservare attentamente lo schermo. -Cosa vedi qui?>> gli domanda, sembra come se non ci fossi. <<Boh, nulla credo.>>il dottore...