Il goal della vittoria||Gareth Bale

Ventiduesimo Capitolo

<<Ma come hanno fatto? Specialmente Cuadrado, è stato menato dall'inizio del match.>> Gareth si stupisce, durante l'intera partita cercava di capire come facessero a stare calmi e a non alzare le mani. Napoli-Juve non è mai stata, e non sarà mai, una partita tranquilla; tutti i partenopei hanno fischiato Higuain che è stato un galantuomo. Non ha risposto a nessuno, ed ha indicato il suo ex-presidente con un'espressione di disprezzo –più o meno.

<<Sono fantastici, Agnelli li fa combattere anche sull'ultimo pallone. Pure se stanno vincendo tre a zero loro ci provano in tutti i modi a 'proteggere' il risultato.>> spiego in breve perché so come ragionano loro in spogliatoio. E sono sicura che dopo aver festeggiato si prenderanno un cazziatone da parte di Allegri che non ha eguali. Ovviamente stasera tifavo Juve, ma io tifo sempre Juve perché ho 'vissuto' con loro dei momenti importanti della mia vita, e fanno un po' parte della mia famiglia. Come succede per Charlotte: ognuno di loro ha un'importanza particolare per lei. <<Andiamo a dormire, dai.>> ripiego il plaid che abbiamo utilizzato e lo poggio sulla poltrona accanto alla finestra che da sul giardino. Il mio ragazzo mi prende per mano ed insieme saliamo al piano superiore. Prima di andare in stanza, controlliamo che anche Alba stia ormai dormendo nella sua camera; il nostro letto è la cosa più comoda del mondo e tento di addormentarmi però mi ricordo che ho ancora indosso gli abiti del lavoro Perciò cerco una bella maglia lunga di Gareth comoda per dormire, quando la trovo mi stendo sotto le coperte ed aspetto il mio uomo. Mi raggiunge poco dopo, mi abbraccia e cerchiamo di addormentarci. Domani mattina ci tocca alzarci di nuovo presto.

<<Adriana! Cosa è questo?>> la mattina successiva trovo un pacco sulla mia scrivania, non c'è un biglietto e neanche un recapito telefonico. Chi me lo ha lasciato?

La mia assistente arriva correndo nel mio ufficio, poveretta l'ho fatta spaventare! Mi scuso con lei per lo spavento e le domando di nuovo, questa volta con calma e gentilezza, cosa e chi ha lasciato questo pacco.

<<Lo hanno lasciato questa mattina, qualche minuto prima che arrivassi.>> la ringrazio, scusandomi ancora una volta e lascio che torni al suo lavoro. Intanto io lancio la borsa sulla poltrona e appoggio il giubbotto sullo schienale della mia sedia girevole. Quando ho finito apro il cartone aiutandomi con il coltellino che, di solito, uso per aprire le lettere; al suo interno ci trovo diversi cataloghi d'abbigliamento maschile. Sotto di questi ce ne sono altri, ma per l'abbigliamento femminile ed infine quelli dedicati ai bambini ed ai neonati. Do una rapida occhiata a tutti e posso dire con certezza che ogni singolo abito è bellissimo, curato nei minimi dettagli e non troppo elaborato, semplice. A Gloria non sono mai piaciuti gli abiti troppo sfarzosi ed impegnativi, e questa marca la rappresenta in pieno; mi ha spesso ripetuto che lei e suo padre sono molto simili, sia nei gusti che nel carattere.

Dopo averli esaminati tutti una seconda volta, dico alla mia assistente di chiamare in direzione e di farcene mandare degli altri per metterli in esposizione, vorrei che i clienti potessero scegliere ed ordinare cosa comprare anche se non è in negozio.

<<Cristina, hai un momento per me?>> vedo mio fratello affacciarsi dalla porta del mio ufficio, ha una faccia da cane bastonato e per venire da me la situazione è grave. Molto grave. Lo faccio entrare e lascio che si prenda del tempo dopo essersi seduto difronte a me. Aspetto che sia lui il primo a spiccare parola, non voglio mettergli alcuna fretta anche perché sto finendo di scrivere una e-mail alla mia migliore amica. <<Alicia mi tradisce, e non da poco. Ho scoperto che si vede con un altro da almeno un anno.>> wow...questo non me lo sarei mai aspettata. Specialmente da lei.

<<Oh, quindi cosa hai intenzione di fare. Con il matrimonio e tutto il resto intendo...>> lascio perdere il computer e mi giro completamente verso di lui. Sembra stia per piangere ed io a questo non sono psicologicamente pronta; è da tanto tempo che non stiamo da soli in una stanza. Saranno almeno un paio d'anni, o forse di più. Fatto sta che non saprei cosa dirgli in quel caso.