<<Alba, tesoro. Andiamo dai, papà ci aspetta...>> la bimba continua a giocare con i miei capelli mentre siamo sedute nella tribuna d'onore dello stadio del Cultural Leonesa. Questa settimana spetta a Gareth tenersi la bambina e forse anche la prossima rimarrà da noi perché Emma partirà per non so dove, ed io sono felicissima di occuparmi di lei quando il mio ragazzo è agli allenamenti. Oggi siamo andate a fare un po' di shopping qui a Leon e ci siamo ritirate in hotel con tantissime buste.
<<Sii, voglio fargli vedere tutti i vestitini che abbiamo comprato!>> comincia a saltellare come una matta battendo le manine piccoline, le rispondo di si e poi la prendo per mano guidandola fino all'interno della struttura vera e propria dello stadio. Come previsto Gareth si è fermato a parlare con Cristiano e James che ci stanno aspettando. <<Dad!>> non appena lo vede gli corre incontro, lui lascia cadere il borsone per terra e la prende in braccio al volo. Le ho fatto mettere la maglia del papà, proprio come ho fatto io, e mentre la vestivo mi ha detto che la sua mamma non la vestiva mai così quando andavano allo stadio perché anche Alba doveva essere alla moda.
Io la seguo avvicinandomi al gruppetto, saluto James e Cris con un bacio sulla guancia e poi vado ad abbracciare Gareth e a congratularmi con lui per la buona partita che ha giocato. Mi lascia un bacio sulle labbra e torna a coccolare la bambina che, tenera, gli avvolge le braccine al collo senza lasciarlo andare.
<<Ho detto al Mister che non dormo in stanza, rimango con loro due.>> dice agli altri prima di andare via tutti e tre insieme. Siamo arrivate qui con la mia macchina quindi andiamo nel parcheggio privato dello stadio però questa volta sarà lui a guidare perché io sono un po' stanca. <<Che succede? Sei pallida...non ti senti bene?>> una volta in macchina Gareth si sporge verso di me e mi mette una mano sulla coscia per poi stringerla. Annuisco anche se non ne sono tanto sicura, non voglio che si preoccupi di me adesso che può passare un po' di tempo con sua figlia. Mi guarda storto ma alla fine ci rinuncia e mette in moto l'auto, usciamo dal parcheggio e ci immettiamo sulla strada che porta all'hotel dove alloggiamo.
<<La bambina si è addormentata, adesso mi dici che hai?>> io e Gaz siamo seduti sul divano della stanza mentre Alba sta dormendo nel nostro letto, non riusciva più a tenere gli occhi aperti e per questo il padre l'ha messa a letto. E' troppo carina quando dorme, con quel pollicione in bocca e quei capelli biondi che le avvolgono il viso, è molto simile al padre in tutto quello che fa e come si comporta.
<<Non lo so, è da due o tre giorni che ho un po' di nausea, forse ho mangiato qualcosa che mi ha fatto male.>> gli confesso, è da qualche giorno che non sto tanto bene ma non glielo volevo dire per non farlo preoccupare ancora di più. <<Sicuramente tra stasera e domani mi passerà. >> continuo avvicinandomi a lui e posizionandomi meglio tra le sue braccia, sto proprio comoda qui.
<<Domani mattina andiamo in ospedale e facciamo un controllo completo, almeno siamo sicuri che non hai proprio niente.>> sposta un ciuffo di capelli che si era messo davanti gli occhi e dopo mi lascia un altro dolce bacio sulle labbra. <<Sei così bella stasera...>> bacio. <<...tanto bella...>> altro bacio. <<...peccato che non siamo da soli.>> piano piano mi spinge a stendermi sul divano che è abbastanza grande da tenerci entrambi l'uno al fianco dell'altro. <<Sto provando con te emozioni che non avrei mai pensato di provare.>>
<<Alba...qualche giorno fa...mi ha detto che Emma ti faceva male, che cosa volveva dire?>> non ce la faccio più a starmene zitta, voglio sapere la verità. <<Ti prego, raccontamelo.>>
<<E'...è difficile, tutta la nostra storia è stata difficile e strana...>> si blocca ma lo incito a continuare con un solo sguardo. Mi guarda negli occhi e continua a parlare. <<Ci siamo messi insieme quando avevamo sedici anni io ero al Southampton e ci siamo conosciuti li. Non ci ho capito nulla e nel giro di due settimane già stavamo insieme, la mia famiglia l'ha subito conosciuta ma a lei non piacevano. Poi, qualche anno dopo ci siamo trasferiti a Madrid e lei ha iniziato ad avere paura di tutto e di tutte le ragazze di Madrid. Non potevamo uscire più di casa, ne andare a mangiare fuori. Con la gravidanza è diventata manesca, per ogni cosa che facevo c'era una ripercussione e...>> sta piangendo, ha gli occhi lucidi e da un momento all'altro scoppierà. Mi volto di scatto e lo abbraccio facendo in modo che abbia la testa poggiata sul mio seno, ha bisogno di essere coccolato confortato proprio come si fa con un bambino. Io sono la sua possibilità di vivere un amore vero. E non mi farò scappare quest'opportunità. Gli avvolgo le braccia attorno al collo e lo stringo al petto proprio come avrei fatto con mio figlio.
STAI LEGGENDO
Il goal della vittoria||Gareth Bale
Fanfiction<<Gareth vieni un attimo qui.- il mio ragazzo si avvicina ancora di più a noi due e si mette ad osservare attentamente lo schermo. -Cosa vedi qui?>> gli domanda, sembra come se non ci fossi. <<Boh, nulla credo.>>il dottore...