Ventesimo Capitolo

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<<Perciò io non solo l'unica a non sapere nulla...meglio così. Almeno c'è qualcuno che è ignorante come me.>> sorrido per la frase appena pronunciata da Charlotte ed intanto apro il cancello di casa.

Per l'inaugurazione di stasera sono arrivati da Torino lei e Paulo, e sono pochi i componenti della squadra che ci raggiungeranno solo tra un'oretta. Mi hanno detto che sicuramente ci saranno Claudio, Leonardo e Gigi –ognuno insieme alla propria compagna- e forse arriveranno anche Higuain, Mario e Juan. L'unico del gruppo che non conosco è proprio l'argentino amico stretto di Dybala, ma spero di conoscerlo entro stasera.

<<Come sta andando fra voi due?>> la domanda gliela faccio sottovoce evitando così che Paulo riesca a sentirci, considerato che sta anche andando al sonno. <<Dai, dimmelo. Tanto non ci può sentire.>>

<<Sta andando bene. Lui sta bene a Torino ed io sto bene con lui. Ma lo sai anche tu, ne sono innamorata dalla prima volta che l'ho visto. Lo amo proprio tanto.>> si lascia ad una confessione, che poi così tanto segreta non è mai stata. Almeno per me. Mi ero accorta fin da subito della sua 'cotta' e l'avevo spinta ad intraprendere quella relazione malata con lui, sono certa che rifarebbe quella scelta all'infinito se potesse.

<<E cosa avete combinato ieri sera? E' stanchissimo...>> fermo l'auto nel garage e mi fermo a parlare con lei prima di scendere da essa. Controlla per l'ennesima volta che il suo ragazzo stia dormendo davvero e poi risponde a ciò che le ho chiesto qualche secondo fa.

<<Mi è venuto a prendere da casa e siamo andati da lui. Abbiamo rivisto la partita e poi ho preparato la cena. Potrebbe essere che abbiamo anche testato il tavolo del salotto in tutto ciò.>>

<<E...fammi sapere, ha avuto altre uscite felici sul matrimonio e su dei possibili figli?>> me lo sto chiedendo da qualche settimana, da quando me lo ha detto al telefono. Fino ad un paio di mesi fa diceva che il matrimonio non faceva per lui e che dei bambini non erano nei suoi piani, però ha cambiato idea non so quando. E' come se qualcuno gli avesse fatto il lavaggio del cervello. Una volta mi sono permessa di ricordargli che cosa pensava prima e non mi ha più risposto, poi l'ho chiamato ed ho parlato con lui. Ha definito tutto ciò che diceva 'Parole di un bambino che non sa ancora cosa vuole dalla sua vita.'

<<Nah, è stata un'uscita singola. Anche se ieri Gonzalo mi ha detto che quando sono andati a passeggiare in centro si è fermato davanti ad un atelier di abiti da sposa ed ha sussurrato una roba del tipo 'Sarebbe bellissima'...che cosa devo pensare adesso io?>>

'Amica mia, non hai la minima idea di cosa abbia in serbo per te Paulo...'

<<Perché non glielo chiedi? Almeno ti togli il pensiero una volta per tut...>> smettiamo di parlarne quando ci accorgiamo degli occhi di Dybala fissi su di noi. Ci guarda in silenzio, con l'espressione di qualcuno che si è appena svegliato –ovvero ciò che è successo- e che non ha capito di cosa si sta parlando.

<<Di che stavate parlando?>> osserva l'interno e l'esterno dell'auto con calma, esaminando il tutto. Potrei scoppiare a ridere da un momento all'altro, perciò li lascio soli mentre parlottano tra di loro.

<<Gli altri che ti hanno detto?>>

<<Stanno sclerando, non sanno dove stanno andando ed odiano essere ancora all'oscuro di tutto.>> rido a crepa pelle con accanto il mio ragazzo ed in braccio sua figlia. Alba continua ad avere paura quando è in questa posizione, abbiamo cercato di convincerla che così non può farmi nulla però lei è convinta di poter far male al suo fratellino in quel modo. Perciò sta dritta con la schiena contro il cruscotto della macchina, cosa che non si dovrebbe fare in realtà.

Il goal della vittoria||Gareth BaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora