Un fascio di luce perlacea filtra dalla persiana sublimando nel suo percorso il pulviscolo scintillante.
Il pavimento in linoleum giallo lucido del corridoio esterno getta riflessi oltre il vetro della spessa porta vetrata del laboratorio. Un ronzio in sottofondo segnala il corretto funzionamento dell'impianto di areazione.
Un insetto sbatte con veemenza il suo corpo impercettibile contro la finestra. Il cortile esterno sembra la copertina di un inserto settimanale di giardinaggio, immobile, statico, quasi confezionato.
I ragazzi a malapena mi degnano di uno sguardo. Alcuni di loro chiacchierano animatamente, altri, sottovoce in un crescendo di volume, che li conduce in breve tempo a mischiarsi ai primi.
La mia cattedra è come sempre ben ordinata.
Prima dell'inizio della lezione ho sistemato ogni cosa a dovere, come sempre ho passato uno straccio imbevuto di alcol sulla cattedra e sulla sedia.Nessuno dei miei colleghi ha la minima idea di cosa significhi tenere in maniera decorosa un'aula, ma non mi lamento mai, non m'interessa affatto insegnare a loro, li considero un caso perso.
Talvolta penso lo stesso dei miei alunni e mi stupisco, sì, mi stupisco enormemente di continuare a fare il lavoro che faccio.
Oggi però ho una buona notizia per tutti. Mi sono svegliato prima del solito e ho preparato ogni cosa. Sono giorni che ci penso e finalmente mi sono deciso.
Questa volta insegnerò loro qualcosa che non potranno mai scordarsi e solo così comprenderanno l'importanza della conoscenza.
Forse alcuni già hanno intuito vagamente quanto sia fondamentale conoscere.
Lo posso vedere dai loro sguardi, ma si tratta di pochi individui, anch'essi probabilmente incapaci di cogliere il vero significato di ciò che gli succede intorno.Pasolini sembra trasognato mentre giocherella con il gesso, serrandolo a più riprese nel palmo della mano destra.
Chissà che gli passa per la testa.
È una giornata calda là fuori, nemmeno un alito di vento. Il cielo sembra fermo, ogni cosa sembra ferma. A volte ho la sensazione che anche il mio cuore si fermi. Che strano.
"Esposito potresti venire un momento ?"
Pasolini mi chiama a sé facendomi segno con la mano.
Lo raggiungo, alzandomi dalla mia postazione in seconda fila. Sono esattamente nove passi. "Avrei bisogno che mi aiutassi un momento. Innanzitutto, potresti riempire le due beute sul ripiano in alto ad asciugare, con dell'acqua tiepida?" Mi chiede in tono asettico, non accennando a guardarmi neppure per un secondo negli occhi."Certo prof" rispondo io.
Tocca sempre a me fare questo genere di cose, ma non posso lamentarmi, la mia fatica è ampiamente ripagata, ho pur sempre nove in biologia.
Prendo le due beute, le riempio d'acqua, ma c'è qualcosa di strano, Pasolini sempre precisissimo si è dimenticato di dirmi i cl esatti. "Prof, mi scusi, quanti centilitri?" Chiedo affabilmente cercando di non darmi un tono accusatorio. "Che sciocco, trenta Centilitri saranno più che sufficienti!"
Si racconta che Pasolini avesse utilizzato due pesciolini rossi per quell'esperimento.
Uno lo aveva posto in un recipiente pieno d'acqua, nel quale poi aveva aggiunto un agente patogeno che, così si diceva, lui stesso aveva sintetizzato.
Il pesciolino, inizialmente si comportava come se nulla fosse, poi improvvisamente aveva iniziato a muoversi a scatti, nuotando in tondo molto velocemente, sempre in preda a convulsioni.
La classe era attonita, alcuni ( i più sensibili) erano quasi in lacrime, altri sghignazzavano.
Poi Pasolini, senza dire nulla, aveva spostato il secondo pesciolino nella boccia del primo.
Dopo un lungo momento di silenzio aveva esclamato "La cura" e in effetti nel giro di poco il primo sembrava essersi calmato, i due pesciolini dalle scaglie arancione brillante parevano godersi placidamente il tepore dell'acqua, sguazzando come nulla fosse accaduto.
Finita la dimostrazione alcuni alunni avevano ancora il fiato sospeso.
Altri erano rimasti lievemente turbati, mentre altri ancora sembravano essersi goduti lo spettacolo.
Secondo quanto si racconta, fece un lungo discorso sull'importanza del conoscere, sulla forza che si ottiene conoscendo.
A detta di Pasolini, non esiste forma di forza superiore alla conoscenza; e considerato il suo corpo magro e smunto e la pelle a tratti grigiastra, la sua logica non poteva che essere questa.
Come è ovvio, molte alunne e non pochi alunni rimasero traumatizzati dall'esperienza, probabilmente più dallo sguardo appassionato e quasi folle del professore che, per tutta la durata dell'esperimento, sembrava in preda ad una sorta di estasi mistica.
Alcuni affermarono di non sentirsi al sicuro con lui, altri dissero che aveva certamente qualche problema per fare una cosa del genere.
Ma siccome non era stato ferito, né tanto meno toccato nessuno e l'esperimento non aveva condotto alla morte di alcun essere vivente, non vennero presi seri provvedimenti disciplinari.
Dal giorno successivo, come un cane che abbia fiutato il rischio, Pasolini si era comportato in maniera quanto più normale che gli riusciva e in breve aveva recuperato i punti persi.
La storia si dileguò lentamente nei mesi successivi, tanto che a settembre, al rientro dalle vacanze, praticamente nessuno ne parlava più.
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L'esercito sottile
Mystery / ThrillerLa dimensione del ricordo si mescola con quella del presente in un susseguirsi di scene al limite del reale. Un giovane di città è obbligato a partire alla volta della campagna, in una cittadina imprecisata del sud, a causa di un improvviso lutto. I...