Incontri

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Anche se il suolo sembra lontano miglia, ad ogni passo riesco a toccarlo per risalire l'istante dopo, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Il bello dei sogni sta forse proprio in questo: totale accettazione dell'entropia. Ma non parlo di una di quelle accettazioni finte: una coesistenza pacifica che si adagia su una solida indifferenza, un patto di non aggressione tra due Stati che non si sentono ancora pronti a scontrarsi.
Intendo proprio un'accettazione completa, come avviene in rari casi tra le persone o meglio ancora, nelle persone.
Nei sogni vige l'abnegazione dei principi della logica e della realtà come fosse una vera e propria legge. Ogni esperienza è subordinata a delle regole tanto inconsuete da generare talvolta un senso di smarrimento, ma uno smarrimento fugace come un battito di ciglia, perché tutto appare presto coerente nella sua incoerenza.
Mi addormento pensieroso, avvolto tra delle lenzuola dall'odore dolciastro e persistente. Il materasso è duro e sostiene il mio corpo come un esercito di mani muscolose protese verso l'alto. Mentre rifletto sul modo migliore di trascorrere i prossimi giorni, un enorme palmo aperto si abbatte sulla mia consapevolezza ribaltandola. Ora siamo nel regno che sta dall'altra parte delle palpebre.

Un grande armadio si staglia in mezzo ad una distesa di erba secca. Io cammino veloce nella sua direzione, voglio raggiungerlo. Tra un passo e l'altro mi sembra di perdere il contatto con la terra e di spiccare degli altissimi balzi. Una sedia di plastica bianca è adagiata sopra l'ingombrante oggetto, su di essa è accovacciato comodamente un gatto che sembra dormire. Il gatto però, man mano che mi avvicino, pare ingigantire, tanto che ad un certo punto sia la sedia che l'armadio sembrano assai più piccoli di come dovrebbero. Il gatto sonnecchia quietamente senza fare caso a me, il manto nero è cangiante e ogni volta che stacco gli occhi dalla figura del felino, sembra aver cambiato sfumatura quando torno ad osservarlo. Senza che nessuno me lo dica, comprendo profondamente la condizione del gatto e so con certezza più che assoluta che sotto il suo ventre sono ben nascosti dei cuccioli. Quando giungo ai piedi dell'armadio mi accorgo che è cosparso di rugiada, piccole gocce lucenti lo imperlano completamente, ma immediatamente colgo che non si tratta di rugiada, l'armadio suda e copiosamente. È alto almeno sei metri ed è chiuso, sopra di esso la sedia si muove lentamente a destra e a sinistra dondolando ad un ritmo piacevole e rilassante. Non temo neppure per un istante che possa ribaltarsi, è come incollata alla superficie del mobile sudato.  Il sole è molto forte e la sua luce pervade tutta la distesa giallo secco, preme sulla mia nuca e sembra scavare un solco sul mio capo.
Il gatto mi chiama a sé con un miagolio tanto forte da farmi tremare. Con un balzo supero di molto il pezzo di mobilia  ritrovandomi sospeso a qualche decina di metri, lentamente scendo nella traiettoria della sedia. Quando atterro il gatto è scomparso, ma senza sapere perché, sono sicuro che si trovi oltre le ante del mobile. Immediatamente capisco che è sempre stato nell'armadio e che quella che ho visto era solo una sua proiezione.
Un'ombra scura si muove alle mie spalle, riesco a vederla solo con la coda dell'occhio, ha intenzioni losche, qualcosa di torbido si cela in essa e capisco che è quella presenza che obbliga la gatta a nascondersi. L'armadio sembra supplicarmi di fare qualcosa. So che gli armadi non supplicano, ma ogni centimetro del legno sotto ai miei piedi si tende nello spasmo più terribile che si possa immaginare nel reclamare il mio intervento. Devo fare qualcosa, penso. Improvvisamente il sole tramonta e intorno a me si fa tutto estremamente scuro: "siamo dall'altra parte" esclama una voce. Non capisco cosa intenda esattamente, ma ora fa freddo e un vento forte schiaffeggia le mia guance. L'armadio sembra sparito, ogni cosa pare essere stata inghiottita dall'oscurità. È qui che vive l'ombra.

In un impeto mi sveglio, guardo l'ora, sono passati appena cinque minuti. Mi giro dall'altra parte.
Prima che possa pensare alcunché, un sipario nero si abbassa sulla mia coscienza ed un sonno crudo, privo di sogni mi inghiottisce senza possibilità di fuga.

L'esercito sottile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora