Sapeva che suo padre lo avrebbe punito per essersi allontanato, ma non gli importava. Finché c'erano ospiti alla villa, le sue punizioni non sarebbero state troppo violente. O almeno lo sperava.
William corse lungo il sentiero, il vento nei capelli, la pioggia sul viso. Un fascio di luce fu seguito da un secondo tuono, che vibrò nell'aria come le corde di uno strumento musicale.
Il giovane era preoccupato per Catherine, ma allo stesso tempo sicuro di sé: conosceva quel bosco come le sue tasche. Ovunque fosse, l'avrebbe trovata. Temeva solo che il cavallo su cui era si fosse spaventato per i tuoni e l'avesse disarcionata.Giunse alla biforcazione e svoltò senza esitare sulla seconda strada. Una folata di vento gli portò alcuni odori familiari alle narici: gelsomino e sangue. Ebbe un tuffo al cuore:
"Forse è ferita", pensò.
A quell'idea accelerò passo, raggiungendo una velocità sovrumana.Finalmente scorse la figura di Catherine. Diminuì l'andatura per non insospettirla.
Era incredibile quanto fosse bella.
Indossava una abito di cotone bianco che sembrava fatto di nuvole e che le metteva in risalto i lunghi capelli ondulati del colore dell'autunno. Sembrava illesa ed era ancora a cavallo. Lo guardò stupita quando lo vide.
"State bene?", le domandò, non appena fu abbastanza vicino da essere udito.
Lei annuì, evidentemente stupita dal suo arrivo. Le si avvicinò e prese le briglie del suo destriero.
"Sicura? Siete ferita?", insisté, preoccupato.
Ora che le era venuto vicino, l'odore di sangue era più forte.La bocca di Catherine ebbe un fremito e i suoi occhi si posarono sulla sua mano. Lui capì all'istante e gliela prese senza aggiungere altro. Le girò il polso e il suo cuore perse un colpo quando vide una ferita lunga tutto il palmo.
"Non... Non è profonda", mormorò la ragazza, "però non ha smesso un attimo di sanguinare."
Lui annuì, senza staccare gli occhi dalla sua mano.Come risvegliato dall'odore del sangue, il lupo dentro di lui si mosse. Non sembrò desiderare di liberarsi, quanto piuttosto si preoccupò per la ferita della fanciulla. Desiderava che facesse qualcosa per aiutarla. William si stupì di quella reazione, ma non lo diede a vedere.
Sfilò il fazzoletto da taschino e lo avvolse attorno alla mano di Catherine. Lei sussultò non appena sentì la seta a contatto con la sua pelle, ma non disse nulla.Il cielo tuonò una terza volta e la pioggia, che prima scendeva a poche gocce, iniziò a farsi più insistente.
"Conosco un vecchio deposito poco più avanti", le gridò William, cercando di sovrastare il rumore della pioggia scrosciante, "potrebbe essere un ottimo riparo!"
Lei annuì, i capelli che iniziavano a bagnarsi scurendosi sempre di più."Se permettete...", le disse, salendo in groppa al suo destriero tenendo le briglie.
La giovane, seduta davanti a lui, sembrò irrigidirsi.
William spronò il cavallo.-------
Il deposito odorava piacevolmente di legname.
Catherine, seduta su un tronco, guardava la figura di William che, appoggiato allo stipite della porta, osservava fuori. Goccioline di pioggia ripercorrevano i suoi ricci, per poi cadergli sui vestiti umidi oppure scivolargli sulla fronte corrucciata.
Come se avesse percepito il suo sguardo, lui si girò bruscamente e piantò i suoi occhi color tempesta nei suoi. Catherine si sentì in imbarazzo di fronte a quello sguardo così intenso, eppure non abbassò gli occhi, ma restò ferma, a testa alta.
"Come vi siete procurata quella ferita?", le chiese indicandole mano.
"Sono scesa da cavallo per cercare di orientarmi", gli rispose, asciutta, "ma un tuono lo ha agitato e con il muso mi ha spinta, facendomi perdere l'equilibrio. Per frenare la caduta ho usato questa mano, che di conseguenza si è graffiata con il terreno."
Lui annuì come se si aspettasse quella risposta. Fece due passi verso di lei, la mano tesa:
"Fatemi dare un'occhiata"
"No."Il ragazzo si immobilizzò, lo sguardo stupito, la mano a mezz'aria. Catherine alzò il mento:
"Vi ho detto che sto bene. Non ho bisogno del vostro aiuto. So badare a me stessa. "
William contrasse la mascella, infastidito dalla risposta brusca. Poi, inaspettatamente, sorrise:
"Badando a voi stessa probabilmente a quest'ora sareste bagnata come un pulcino e dispersa. O forse", un lampo di veleno gli attraversò gli occhi, "sbranata da qualche bestia".
"Meglio sbranata da qualche bestia che aiutata da chi mi disprezza", gli rispose, dura.
Il ghigno sparì dal volto del giovane, che la guardò esterrefatto:
"Io... Io non vi disprezzo affatto", mormorò."Credevate che non me ne fossi accorta?", lo aggredì lei, "L'ho visto nei vostri occhi quando mi avete guardata stamattina. Potete stare tranquillo, ormai non dovrete più fingere con me. Ho capito che non giudicate alla vostra altezza né me né la mia famiglia. Ai vostri occhi, siamo solo dei nobili poveri di assoluta inutilità, se non per il titolo."
Le lacrime iniziarono a offuscarle la vista: "Non siete diverso da tutti quelli che ho conosciuto! Siete tutti uguali, tutti che credete di essere superiori ad altri solo per ciò che possedete..."Ormai non riuscì più a trattenere le lacrime, che iniziarono a scorrerle lungo le guance. La ragazza nascose il viso tra le mani, soffocando un singhiozzo. Come poteva essere attratta da una persona che la disprezzava? Come poteva essere così stupida?
William le si inginocchiò di fronte:
"Catherine, guardatemi", disse, le mani sulle spalle di lei.
"Catherine", ripeté, "guardatemi."
Lei obbedì, e il suo cuore fece un tuffo alla vista del suo viso così vicino.
"Io non vi disprezzo.", scandì lui, lentamente, "Mi avete sentito? Io non vi disprezzo. Affatto. Anzi, vi ammiro. Non ho mai visto una fanciulla così forte e risoluta in tutta la mia vita."
Catherine smise di piangere, colpita da quelle parole. Possibile che si fosse sbagliata a tal punto?
"Ma allora... Stamattina...", mormorò.
William abbassò lo sguardo.Per alcuni, interminabili secondi non disse nulla, poi alzò gli occhi, guardandola dritto nei suoi:
"Il disprezzo era per me stesso.", dichiarò infine, "Perché... Perché non ho potuto fare a meno di sentirmi attratto da voi, nonostante siate la mia futura sorellastra."
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Il segreto dei McClarke
WerewolfInghilterra, fine 1800. La famiglia Whisper, caduta in rovina, non avrebbe mai pensato di risollevarsi dalla perdita del sostegno economico del loro capofamiglia, finché la severa madre non annuncia il fidanzamento con il vedovo Henry McClarke. La d...