"JULIET!", gridò la voce.
A quel suono, la rabbia di William defluì dal suo corpo alla stessa velocità con cui era arrivata. Il suo cuore accelerò, ma non osò sperare finché non si voltò e la vide.
Catherine.
I capelli le ricadevano scomposti sul viso deformato in un'espressione di puro dolore, i grandi occhi marroni che fissavano attoniti il cadavere della gemella. Catherine era viva.Il ragazzo lasciò immediatamente la presa sul fratello, che iniziò a tossire e a respirare rumorosamente. Non si accorse nemmeno di esserle avvicinato finché non la sentì, tremante, tra le sue braccia. La sorresse mentre le sue gambe cedevano e la guidò dolcemente a terra. Lei si rannicchiò contro il suo petto e iniziò a piangere, bagnandogli la camicia. Ma a lui non importava. Non poteva credere che fosse ancora lì, con lui. Ringraziò il cielo per quel miracolo.
La strinse forte e le baciò i capelli, aspirando il suo profumo.
"Juliet... Juliet", la udì mormorare.
Fu allora che si riscosse dalla sua felicità. Come aveva potuto essere così egoista? Come aveva osato essere felice nel vederla così piena di sofferenza?Allentò la stretta e lei alzò lo sguardo verso di lui. Nei suoi occhi pieni di dolore vi era una muta domanda: perché?
Il cuore di William sprofondò e dentro di lui sentì il lupo agitarsi. Il rimorso di non essere stati in grado di proteggerla da qualsiasi dolore investì entrambi, uomo e animale, svuotandoli completamente della loro felicità nel saperla viva e lasciando solo tristezza e una grande determinazione: dovevano rimediare."Perdonami", le sussurrò, annegando in quei occhi profondi, "non sono riuscito a impedirlo. Ma ti giuro sul mio sangue maledetto che non permetterò mai più che qualcuno ti faccia del male. Vendicherò tua sorella, in modo che possa riposare in pace per l'eternità."
Il ragazzo sentiva di non essere solamente lui a pronunciare quelle parole, ma anche il suo lupo.Un fugace lampo attraversò gli occhi appannati di Catherine e le sue labbra presero a tremare:
"È mio dovere, Catherine. Ne va del mio onore. Se non posso vendicare chi ami, non merito di starti a fianco", le rispose, prevedendo le sue domande.
Lei parve non capire. Sembrava spenta, lontana e ciò aumentò la sua rabbia.
"Ti giuro che tornerò da te", le rispose, dandole un dolce bacio sulla fronte.
Ne era sicuro.Sciolse l'abbraccio e si alzò in piedi. Catherine lo guardò dal basso, pallida e senza la forza di reagire. Lui le rivolse un sorriso incoraggiante, ma non
fu ricambiato. Distolse lo sguardo, resistendo a fatica di fronte a quei occhi pieni di dolore, e si voltò.
Era tempo di pareggiare i conti.Con poche, rapide falcate raggiunse Joseph, ancora agonizzante a terra. Lo prese per la collottola e lo mise in piedi.
"È stato nostro padre a ordinarti di uccidere Juliet?", gli ringhiò.
Il ragazzo deglutì a vuoto e annuì:
"Una cameriera gli ha detto di averti visto con una fanciulla e gli ha indicato la porta della camera in cui l'aveva vista entrare subito dopo. La stanza era quella di Juliet."
William non capì. Che avesse passato del tempo con Juliet senza essersene reso conto? No, impossibile. Catherine era troppo diversa dalla gemella, l'avrebbe notato se avesse parlato con Juliet anziché con lei."Sapevo di te e Catherine", continuò Joseph interrompendo i suoi pensieri, "e quando nostro padre ha ordinato al mio lupo di uccidere Juliet ho capito che le aveva confuse. Probabilmente, quando ieri la domestica vi vide insieme, Catherine andò dalla sorella. Essendo gemelle, non è semplice distinguerle, soprattutto se non le si conosce personalmente e..."
William lo interruppe, stupito:
"Tu sapevi che nostro padre voleva uccidere la persona sbagliata e non hai detto nulla?!"
Joseph lo imitò nell'espressione meravigliata:
"Avresti preferito che uccidessi la tua amata? Ho visto come la guardi", gli disse.William contrasse la mascella. No, certo che no. Suo fratello aveva salvato Catherine. L'aveva sempre reputato un vigliacco petulante e invece come lui lottava contro suo padre con tutte le sue forze, nonostante gli si fosse sottomesso.
"Grazie Joseph", gli disse.
Il giovane accennò un piccolo sorriso e abbassò lo sguardo, imbarazzato. William lo capì: da quando era morta la loro madre, praticamente non si rivolgevano la parola se non in pubblico e solo se strettamente obbligati. Aveva sbagliato nei suoi confronti e sperò di avere la possibilità di farlo in futuro. Ma ora non ne aveva il tempo. Era giunto il momento di vendicare tutta quella sofferenza subita negli ultimi otto anni."PADRE!", urlò, rivolto alla villa, "SO CHE CI SEI, VIENI FUORI!"
Passarono alcuni minuti, poi la porta d'entrata cigolò e Henry McClarke uscì all'esterno camminando lentamente. Si fermò davanti a loro e assunse un'espressione meravigliata:
"Che Dio abbia pietà di noi! Cosa è accaduto?!", chiese.
William strinse i pugni cercando di controllarsi:
"Lo sappiamo tutti benissimo quello che hai fatto, non serve fingerti stupito.", gli rispose tra i denti.Il volto di suo padre si spianò e un gelido sorriso comparve sulle sue labbra:
"Mi dispiace averti privato della tua amante", gli rispose, "ma era necessario. Come ben sai, nessuno deve venire a sapere di noi e l'unico modo per essere sicuri che una persona tenga la bocca chiusa è il saperla sotto terra."
"Mi disgusti", replicò William.Henry scoppiò in una risata senza gioia:
"Caro William, la tua opinione non mi interessa. Anzi, ora che ci penso, sei solo un peso. Se solo non fossi figlio di tua madre probabilmente non saresti più in questo mondo. Ah, a proposito di morte", si girò verso Joseph, "Bestia, uccidi la nostra ospite" ordinò, indicando Catherine con un cenno del capo, "Non vorrei mai che qualcuno venisse a sapere di tutto questo."
"NO!" Gridò William.
Non poteva farlo. Incrociò gli occhi di Joseph, sbarrati in un'espressione di puro orrore.Poi, questi si spensero.
Il corpo del ragazzo fu percorso da alcuni spasmi, la pelle rosea fece posto a un pelo color rame, i suoi muscoli si allungarono e aumentarono, stracciando definitivamente quei pochi brandelli di vestiti che ancora aveva indosso. Un grosso animale bruno scrollò la pelliccia, come se si stesse liberando delle ultime briciole di umanità che gli restavano.
Il lupo non perse tempo e iniziò a dirigersi verso Catherine. William gli tagliò la strada, le braccia aperte come se potessero costituire un muro con cui allontanare suo fratello da Catherine.
"Joseph...", mormorò William, "non costringermi a farlo."
Il lupo per tutta risposta gli ringhiò contro. Di Joseph non c'era più traccia.Improvvisamente gli saltò addosso, mirando alla testa. William riuscì a schivarlo, ma le zanne del lupo gli si conficcarono nella spalla, provocandogli un forte dolore. Subito dopo aver affondato i denti, l'animale fece un balzo indietro, piegando le zampe per prepararsi a un secondo attacco.
Il cuore di William cominciò a battere più forte, pompando sangue a una velocità superiore a quella umana. Il lupo dentro di lui percepiva il pericolo e scalpitava per uscire. William sondò la coscienza dell'animale e non percepì nient'altro che non fosse il desiderio di proteggere Catherine, insieme alla determinazione. Non voleva uccidere Joseph, ma se fosse stato necessario lo avrebbe fatto. Fu percorso da uno spasmo e percepì la volontà dell'animale di uscire.
"Fidati di me", parve dirgli il lupo con il suo muto modo di comunicare attraverso le sensazioni.
"Va bene", cedette William._____________
ANGOLO CHIACCHIEREOk, Ted Mosby aveva ragione: dopo le 2 di notte non succede mai nulla di buono. Soprattutto se mangi delle patatine fritte poco prima, aggiungerei io. Certo, la notte porta consiglio e le idee sono anche buone, ma la messa in atto si lascia proprio a desiderare 😅
Nonostante mi fossi sforzata di leggere almeno 3 volte il capitolo prima di pubblicarlo la prima volta, ho notato solo ora che ieri notte ho fatto alcuni errori e che ci sono dei salti troppo repentini nella narrazione (soprattutto quando Joseph si trasforma). Nulla di grave, ma ho cercato di mettere qualche toppa.Se avete già letto il capitolo prima di questa modifica sappiate che non è cambiato assolutamente nulla nella trama! Sono solo io che non sono mai soddisfatta 😂
Vi lascio con una piccola curiosità: progettavo di uccidere Juliet dal primo momento in cui l'ho inventata [inserire risata malefica]
STAI LEGGENDO
Il segreto dei McClarke
WerewolfInghilterra, fine 1800. La famiglia Whisper, caduta in rovina, non avrebbe mai pensato di risollevarsi dalla perdita del sostegno economico del loro capofamiglia, finché la severa madre non annuncia il fidanzamento con il vedovo Henry McClarke. La d...