Caleb sbiancò. Poi, dallo stupore, passò velocemente alla rabbia:
"Nostro nonno sta morendo e tu osi accusarmi di sodomia?!"
Si alzò in piedi, le gambe tremanti:
"Sapevo che non avevi mai avuto una grande considerazione di me, ma credevo avessi un minimo di rispetto nei miei confronti... Come sono stato ingenuo a pensarlo! Come un'infima vipera hai scelto di accusarmi di uno dei peccati più grandi!"
"Caleb...", sussurrò Catherine, ma lui parve non sentirla."Hai agito con una becera astuzia! Sai perfettamente quanto siano pesanti le pene per questa perversione, e hai scelto di accusarmi proprio per questo motivo. La prigionia, la perdita dei titoli e della dignità, lo stupro sono solamente le punizioni terrene! Una vita dannata aspetta chi si dedica a un tale divertimento e diverge dagli insegnamenti di Nostro Signore. Il tutto per cosa?", la sua voce si incrinò, "Per sollazzarti con una persona del tuo stesso sesso? Perché provi un amore sbagliato? Il tuo odio per me è disgustoso tanto quanto questo peccato..."
Nascose il viso tra le mani e rimase così, immobile.Catherine si alzò in piedi e gli si avvicinò. "Caleb", ripeté.
Non ricevette risposta.
La giovane tese una mano verso di lui e la poggiò sulla sua spalla. Il ragazzo soffocò un singhiozzo.
"Caleb, a me non importa. Sei il mio unico fratello e ti voglio bene. Non ti denuncerei mai. Il tuo segreto è al sicuro con me".
Caleb lasciò andare le mani e la guardò. Calde lacrime si riversavano sulle sue guance pallide, le labbra tremavano. "Catherine...", mormorò, grato.
Lei gli sorrise e lo abbracciò. Fin da piccoli non avevano fatto altro che litigare e mai si erano lasciati andare a una simile effusione. Dapprima il ragazzo titubò imbarazzato, poi ricambiò la stretta.Quando si sciolsero, Catherine lo guardò preoccupata:
"Però Caleb... Stai attento"
Lui fece un sorriso amaro:
"Combatto con questa cosa da anni, so come non farmi notare".
La ragazza scosse la testa:
"Non mi riferisco a questo. Mi riferisco a Joseph. Ho paura possa farti del male"
Gli occhi di Caleb si addolcirono:
"Joseph mi ama. Non potrebbe mai farmi soffrire."Catherine si morse il labbro. Doveva dirgli il segreto della famiglia McClarke? Così facendo lo avrebbe sicuramente messo in guardia dal lupo che era in Joseph, ma avrebbe compromesso la sua felicità. Avrebbe rotto la bolla di felicità in cui galleggiava suo fratello. Ne valeva davvero la pena?
"Va bene, però sta' attento", si limitò a dire, sapendo che si sarebbe pentita del suo silenzio.---
"Un libro?" Le chiese Juliet, seduta sul letto della sua stanza.
I raggi rossastri del tramonto filtravano dalla finestra e si riversavano nella stanza, dando a tutto il mobilio sfumature aranciate.
Catherine annuì:
"Stai tranquilla, tornerò prima che sia ora di andare a dormire. Ti ho promesso che avrei dormito con te, no?", le sorrise.
Juliet ricambiò il sorriso:
"Va bene Cat", le rispose, "ma non fare tardi."Quando arrivò alla biblioteca, lui era già lì. Catherine sentì il suo cuore sciogliersi quando William le sorrise.
"Dove avete intenzione di portarmi questa sera?", gli domandò dopo che si furono salutati.
Il sorriso di William si allargò:
"Lo vedrete. È una sorpresa.", rispose enigmatico.
Le tese la mano e lei gliela prese senza esitazione. L'ennesimo brivido di piacere le scosse le membra e la giovane si beò di quella sensazione.
"Chissà perché mi fa sempre questo effetto toccarlo", si domandò.William la condusse per un lungo corridoio, per poi entrare in una stanza in cui vi era una lunga rampa di scale. Al termine di esse, il giovane aprì la porta di un'uscita secondaria e i due si trovarono all'aperto. A passo svelto si inoltrarono nel fitto bosco a passo deciso, fino a quando non giunsero in una radura.
Sul lato destro scorreva un fiume, delimitato da rotonde pietre ricoperte di muschio che si stagliavano su un tappeto di foglie. Vi era inoltre una panchina in legno grezzo che dava sul fiumiciattolo, evidentemente creata da qualcuno che non fosse avvezzo alla falegnameria. I raggi aranciati del sole che stava tramontando creavano lunghe ombre sulle foglie increspate e inondavano di una calda luce tutto l'ambiente.
Catherine rimase incantata dalla bellezza di quel posto. Poi, William le strinse di più la mano, riportandola alla realtà. Si girò verso di lui e i suoi magnetici occhi la catturarono, facendole dimenticare persino dove si trovasse.
"È di vostro gradimento?", le domandò.
Catherine annuì, temendo di non riuscire a parlare per l'emozione.William distolse lo sguardo dai suoi occhi, per poi farlo scorrere per tutta la radura.
"Fummo io e Joseph a costruire la panchina e a mettere i sassi lungo il fiume", spiegò, "doveva essere una sorpresa per nostra madre, ma lei non fece in tempo a vederlo. Spesso vengo qui a pensare, anche perché mio padre non sa di questo posto."
Catherine gli strinse la mano e lui le regalò un altro sorriso."Venite", le disse.
Si sedettero sulla panchina, l'uno vicino all'altra.
"Immagino abbiate molte domande da pormi... Iniziate da dove volete", la incoraggiò.
La giovane cercò di concentrarsi e di non pensare a quanto William le fosse vicino."Stamattina avete parlato di una maledizione", iniziò, "mi piacerebbe saperne di più al riguardo... È essa che vi permette di cambiare la vostra natura?".
Il giovane McClarke annuì:
"Un avo della famiglia di mia madre, Francis Touch, mentre stava ritornando a casa venne sorpreso da una bufera di neve. Riuscì a rifugiarsi in una caverna, ma rischiò di morire per la fame e per l'assideramento", raccontò, "Tuttavia, il caso volle che un lupo ferito gli si avvicinasse, forse attratto dal piccolo fuoco che l'uomo riuscì ad appiccare. Così Francis lo uccise, si nutrì della sua carne e lo scuoiò, usando la sua pelliccia per riscaldarsi. Sfortunatamente il lupo era il figlio di una strega, e quando lei venne a sapere della brutta fine che fece l'animale, decise di vendicarsi. Gli apparve in sogno e gli lanciò la maledizione."
Gli occhi di William si velarono:"Poiché tu sotto le spoglie di mio figlio ti scaldasti
E oltraggiarmi osastiChe tu prenda l'aspetto dell'animale che ti diede tepore
E che ogni notte della luna diventi
adoratoreDella stessa maledizione subiranno l'effetto
Coloro che condivideranno il tuo sangue infettoAffinché nessuno nei secoli possa dimenticare
Il dolore di una madre il cui figlio non può più amare", recitò.Al suono di quella maledizione, brividi di terrore percorsero la pelle di Catherine.
"Inizialmente Francis non vi credette e continuò tranquillamente la sua vita. Si sposò ed ebbe un figlio. Tuttavia, anni dopo, si trasformò in un lupo e lo stesso destino si abbatté su suo figlio e il figlio di suo figlio. Ed è così da generazioni."Un denso silenzio aleggiò per la radura. "Capisco", gli rispose la giovane, pur di infrangerlo.
Il racconto non parve aver particolarmente turbato William, quindi Catherine decise di proseguire con le domande:
"Vostra madre era una lupa mannara?"
Il ragazzo sospirò:
"Me lo domando da tempo, tuttavia non ho certezze al riguardo. Non l'ho mai vista trasformarsi e quando tramutai in lupo la prima volta, lei già non apparteneva più a questo mondo. So solo che era a conoscenza della maledizione."
Catherine annuì.
Poi un pensiero la fulminò:
"Perché non siete fuggito quando vostro padre ha iniziato a torturarvi?"
William lasciò scorrere lo sguardo lungo la radura mentre rispondeva:
"Per Robert. Non posso abbandonarlo, né ho il diritto di rovinare la sua felicità."________________________
ANGOLO CHIACCHIERE
Scusate se questa parte è un po' noiosetta, ma sappiate che tutto quello che ci ho messo non è casuale (tranne forse la panchina di legno)
Già riuscite a intuire come procederanno le cose?Spero di ritrovarvi ancora interessati a questa storia al prossimo capitolo ☺️
A presto!
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Il segreto dei McClarke
WerewolfInghilterra, fine 1800. La famiglia Whisper, caduta in rovina, non avrebbe mai pensato di risollevarsi dalla perdita del sostegno economico del loro capofamiglia, finché la severa madre non annuncia il fidanzamento con il vedovo Henry McClarke. La d...