18. Era lei, ma non completamente

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Sentì il sangue del lupo ribollirle lungo le vene. Onde di uno strano e piacevole calore iniziarono a risalirle lungo il braccio, echeggiandole per tutto il corpo mentre suo respiro accelerava come se avesse corso per miglia.

Poi, la sua mente percepì qualcosa. Qualcosa di estraneo, ma che la incuriosì. Catherine cercò di sondare quella presenza e la sua coscienza sfiorò quella di un altro essere, completamente diverso ma allo stesso tempo uguale a lei. Lo sentì ruggire, salutando così la nascita della sua vita. La giovane fu investita da una miriade di sensazioni: curiosità, determinazione, orgoglio, timore, odio, rabbia, tutte provenienti da quella presenza così istintiva e impetuosa. Era come se l'irrazionalità che spesso si trovava a frenare con la ragione si fosse coagulata in quella presenza e se ne sentì subito attratta.

Sentì l'impulso di avvicinarsi di più e le due coscienze si toccarono, comunicandosi a vicenda un turbinio di sensazioni e pensieri. Catherine percepì il desiderio di quell'essere di fuoriuscire, di liberarsi dalle catene di un corpo umano e debole per potersi avventare contro il loro nemico. Desiderio che lei esaudì senza alcuna esitazione.

Una forza immensa sbalzò Catherine a un lato della sua mente, mentre la coscienza dell'essere prese il sopravvento. La giovane percepì vagamente il suo corpo cambiare, controllato nei minimi movimenti dalla nuova presenza che albergava dentro di lei, ma non seppe dire in cosa. Era inerte, una spettatrice di quello che precedentemente era suo e questo la spaventò. Nonostante l'istinto le dicesse di fidarsi di quella creatura, essere ridotta a un'osservatrice lontana privata del suo corpo la gettò nel panico e soppesò l'idea di ribellarsi.

Poi, un tentacolo di quello stesso essere sfiorò la sua mente, come se cercasse di tendersi nuovamente verso di lei. Catherine fece lo stesso e in un attimo si ritrovò fusa con lui, diventando qualcosa di nuovo. Era lei, ma non completamente. Era Catherine Whisper, ma anche molto di più. Era anche curiosità, determinazione, orgoglio, timore, odio, rabbia. Semplicemente erano. Lupa e donna, insieme in un groviglio di passioni e sentimenti, di razionalità e pensiero.

Sentirono la terra tiepida infilarsi tra i cuscinetti delle loro zampe, sentirono i muscoli possenti pronti a scattare, sentirono la rabbia e il desiderio di vendetta. Snudarono le zanne e un basso ringhio raschiò la loro gola. Scoccarono un'occhiata nella direzione dei due combattenti e videro il loro compagno, ignaro del pericolo, pronto ad avventarsi contro il nemico.

Scattarono.
La loro pelliccia color carbone ondeggiò mossa dall'aria prodotta dalla loro veloce e silenziosa corsa. Mentre si avvicinavano, videro il lupo grigio saltare verso l'avversario e il pericoloso baluginio di un coltello tra le mani del loro nemico. Dovevano arrivare prima del lupo, altrimenti per lui sarebbe stata la fine.

Spiccarono un balzo, sfruttando la corsa per spingersi in aria più velocemente.
Funzionò.
Henry McClarke fece appena in tempo a voltarsi verso di loro, gli occhi sbarrati in un'espressione di puro terrore, perché fu immediatamente buttato a terra.
Lo sentirono tremare sotto le loro zampe e si bearono del terrore che riuscivano ad incutere a quell'infimo essere umano.

Poi, trovarono la sua gola pulsante e vi affondarono le zanne.
Sangue caldo scese lungo la loro gola, appagando la loro sete di vendetta.

Così immerse in quella violenza, non udirono il lupo grigio avvicinarsi, finché non lo sentirono uggiolare piano a poca distanza da loro. Si voltarono verso di lui e gli ringhiarono, infastidite da quell'interruzione. Poi però, vedendolo mortificato dinnanzi a quella reazione così bruta, se ne pentirono e gli si avvicinarono.

A quel punto, Catherine si sottrasse dalla coscienza della lupa: si sentiva di troppo. Ritornò all'angolo della sua mente in cui si era trovata prima e osservò la scena da lontano, felice di quanto compiuto.
La sua lupa annusò la ferita dell'altro animale, che, immobile, la lasciò fare. Poi, lei gliela leccò con la sua lingua umida per disinfettarla e lui socchiuse gli occhi, felice di quelle attenzioni.

All'improvviso, entrambi udirono dei passi e si voltarono in quella direzione. Due figure apparvero davanti a loro. Quella più alta e slanciata gridò e corse subito nella direzione del lupo rossiccio, mentre quella più piccola si lasciò cadere a terra, gli occhi vitrei fissi sul cadavere della ragazza dai capelli rossi.

Catherine sentì l'esigenza di riappropriarsi del suo corpo e di andare verso di loro e la sua lupa lo percepì subito, perché si fece da parte. La giovane, riacquistato il controllo delle sue membra, sentì le ossa bruciare e i muscoli ricompattarsi. Fitte di dolore le sconquassarono il corpo mentre ritornava nella sua forma umana.

Si mise in posizione eretta, malferma sulle gambe nude, e si diresse verso i suoi fratelli.


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ANGOLO CHIACCHIERE

Anche questa volta ho deciso di dividere il capitolo, ma per un motivo differente dal capitolo 6: semplicemente, quando sono giunta al momento dei dialoghi non mi sono sentita pronta per affrontarli. Sono ancora troppo su di giri per via del punto di vista di Catherine/lupa e della morte di quel fetentone di Henry per essere in grado di deprimermi con le parole di Caleb e di Violet 😅

Vi chiedo scusa, ma la seconda parte arriverà presto, promesso!

In più ci tenevo a chiedervi le vostre impressioni... Come vi è sembrato questo punto di vista al plurale? Si capisce bene quello che succede? Avreste preferito più botte e sangue (o di meno?) Fatemi sapere cosa ne pensate! 😊

A presto!

Il segreto dei McClarkeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora