Capitolo 10

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Ora ZampaBlu poteva spuntare la voce "essere trascinato sul suolo della foresta" della sua lista di cose da fare prima di morire. Cosa che, analizzando gli eventi, non sarebbe tardata ad avvenire.

I suoi quattro aggressori gli erano stati addosso prima che lui potesse anche solo pensare di scappare, e nonostante lui si fosse difeso con le unghie e con i denti l'avevano sopraffatto facilmente. In quel momento, con la terra negli occhi e la schiena piena di graffi, riusciva a pensare solo alle sue sorelle. Erano riuscite a scappare? Erano ferite?
Questa è solo colpa mia! Pensò.

In realtà, un paio d'ore prima non aveva sentito nessun rumore: voleva solo un pretesto per stare insieme a Zampad'Oceano e ZampadiMarea. Non erano mai rimasti separati così a lungo, e vedere Zampad'Oceano in bocca a quella volpe l'aveva lasciato con la pelle d'oca. Aveva paura che, quando una delle due fosse stata di nuovo in pericolo, lui non sarebbe stato lì a proteggerle. Infatti chi aveva salvato Zampad'Oceano? Non certo lui, ma il più veloce e meritevole MusodiSalmone. Da quel momento si era ripromesso di non perdere mai più di vista nessun membro della famiglia. Eppure ora era lì, trascinato come una preda appena cacciata (cosa che forse era), mentre andava incontro a tanto, inevitabile dolore.
—Fermi!— Urlò il capo, un gatto bianco e nero. —Fatemi vedere il prigioniero—
I due gatti che lo avevano trascinato –un gatto fulvo e una gatta bianca– lo poggiarono a terra, alla mercé del suo rapitore, che gli piantò una zampa sulla gola. —Ti spiego il piano, bestiolina: noi ti uccideremo, lasceremo qui il tuo cadavere, i tuoi compagni di clan ti troveranno mezzo mangiato dalle volpi e si leveranno di torno prima dell'alba!— Disse, sorridendo e mostrando i suoi dentacci insanguinati.
L'apprendista avrebbe voluto controbattere, ma l'unica cosa che gli uscì dalla bocca fu un rantolo roco.
Le fauci del gatto erano a una lunghezza di topo dal suo collo, quando un ringhio lo fermò.

Il rapitore sembrava sorpreso quanto lui.—Cosa vuoi, Lightning?— Soffiò. ZampaBlu si voltò e scoprì che a interromperlo era stato il gatto rosso di prima. Tentò di muoversi, ma il suo aggressore lo teneva ancora saldo a terra.

—Giustizia, Redlight, solo giustizia— Disse il fulvo con voce autorevole, una voce che sembrava stranamente familiare alle orecchie dell'apprendista grigio.

Lightning si sedette e cominciò a leccarsi la zampa. —Per quanto mi ricordo, tu non hai il diritto di uccidere quest'intruso, quindi ti proibisco di farlo...—
Grazie al Clan della Stella, sono salvo! Pensò ZampaBlu.
—... Solo io posso.—
Cacca di topo!
Redlight si raddrizzò e lo guardò storto. —Bene allora, uccidilo tu— Sibilò, ma Lightning scosse la testa. —Non qui, è un posto troppo lontano. Copritemi le spalle, porto questo cervello di volpe dove i suoi compagni sapranno trovarlo.— Dichiarò.

I tre gatti annuirono, e il gatto rosso lo tolse dalle grinfie di Redlight, prendendolo per la collottola e  trascinandolo di nuovo per il sottobosco. Arrivarono ai piedi di un pino marittimo, e solo allora il solitario lo lasciò andare. ZampaBlu scattò in piedi e cercò di apparire pericoloso. —Ti avverto, prova solo a toccarmi e io...—
—Al mio tre dovrai urlare il più forte possibile.—
—Cosa?!—
—Uno...—
—Aspetta, che vuoi fare?—
—Due...—
—Se devi uccidermi fallo e...—
—TRE!— Lightning gli graffiò l'orecchio, e ZampaBlu fece come gli era stato detto: urlò come non aveva mai fatto, anche se il graffio frizzava meno di una zecca.

Quando finì tutta l'aria che aveva in corpo si accasciò, ansimando.
—Resta qui— Gli intimò il gatto. ZampaBlu lo sentì tornare dai suoi compagni: si scambiarono qualche parola, poi sentì dei passi che si allontanavano nella foresta e altri che venivano verso di lui. Un minuto dopo Lightning era di nuovo lì accanto. —Sei stato fortunato che ti abbia riconosciuto, sennò a quest'ora eri cibo per corvi— Disse tranquillo, come se fossero a chiacchierare fra amici.
Il gatto grigio lo fissò per qualche secondo, poi esplose: —CHI DIAVOLO SEI TU, SANTO CLAN DELLA STELLA?—
Lightning storse il naso. —Davvero non ti ricordi?— Chiese. ZampaBlu rimase in silenzio, e il solitario sospirò. —Sono il compagno di Marina, vi portavo le prede quando eravate piccoli—

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