Le attuali condizioni del signor Benedict vennero esposte da una certa signorina Cranwood che si trovava nelle vicinanze del tavolino dove veniva servito il Porto. Era il luogo migliore per poter mettere al corrente tutti i partecipanti riguardo le motivazioni di Benedict. Egli aveva ancora una volta disobbedito ai suoi principi morali ed era stato vinto dalla zia, Lady Elaine Asheby, a indire festa grande per il di lei ritorno. Tale zia si era trasferita negli Stati Uniti d'America quando aveva deciso, con sommo disgusto della famiglia tutta, di sposare un certo Sir Ronald Asheby. Non si può dire, con questo, che avesse rinunciato ad immischiarsi in tutte le vicende legate alla sua famiglia d'origine e, abitualmente, faceva ritorno ad Headston Park per far impensierire la sorella e per trovare moglie all'unico nipote. La signorina Cranwood, mentre si accingeva ad entrare nei particolari di tali vicende, richiamò l'attenzione delle sorelle Eagle che cercavano di raggiungere la sala da ballo in mezzo a tutto quel chiasso. "Il signor Benedict odia i balli, non sopporta la mondanità e tanto meno la compagnia del bel mondo. Un vero peccato cara signora!" disse rivolgendosi ad una delle tante ascoltatrici che oramai si erano chiuse a crocchio attorno a lei. "Ho sentito che ha dovuto accettare per non far nuovamente cadere in una crisi di nervi la povera madre. Sapete bene che la duchessa soffre di ripetuti attacchi di isteria..." affermò ostentando un sorriso compiaciuto. Mary Cranwood, dall'alto sei suoi 25 anni compiuti da poco, continuò attirando la sempre più morbosa attenzione delle fanciulle più giovani del gruppo. "Il signor Benedict avrebbe di certo preferito rimanersene sulla sua Intolerance piuttosto che essere costretto dall'esuberanza della zia e dall'indolenza della madre a prender moglie. Sono sicura che ballerà solo con Lady Asheby non avendo sorelle e cugine che possano andare in suo soccorso" disse compita. Ma sarebbe stata molto presto smentita.
La signorina Georgiana Eagle aveva sentito abbastanza. Per quanto la sua educazione potesse essere stata in alcuni frangenti trascurata, non avrebbe potuto ascoltare oltre quella serie di frivole maldicenze dettate dall'invidia. Quest'ultima era caratteristica comune a molte parti dell'aristocrazia presente in quelle sale. La signora Jane, invece, pareva non essersi nemmeno accorta dello spettacolo che stava tenendo Mary Cranwood. Doveva trovare il marito che aveva perso di vista nella sala dei giocatori. Il signor Cavendish, il marito per l'appunto, poteva dirsi il contrario di quel che si diceva di Benedict. Amava le feste, il buon cibo, il vino italiano e i begli abiti. Jane l'aveva incontrato all'età di sedici anni per la prima volta e, sebbene avesse otto anni più di lei, se n'era innamorata subito. Il loro amore non avrebbe potuto trovare miglior terreno fertile in una famiglia di persone buone com'era quella dei Cavendish e in una madre amorevole e pronta ad accogliere un figlio maschio com'era la signora Eagle. Quando Jane trovò il marito tra la moltitudine di pizzi, merletti, piume e perle, fu deciso di comune accordo di sedersi. Dunque la sala era gremita di ospiti mentre ancora Mary Cranwood intratteneva qualche zitella con i suoi scottanti pettegolezzi. I coniugi Cavendish, finalmente riuniti, si accomodarono su un divanetto e accanto vi si sedette anche Georgiana. Mentre accadeva tutto ciò il signor Benedict decise che era il momento opportuno per mostrarsi, non senza aver ordito il suo terribile piano. Zia Asheby, nel suo abito rosa cipria, attendeva come di consueto il caro nipote per il cotillon, anche se cominciava a dubitare che mai si sarebbe presentato. L'elegante ritardo si stava trasformando in una disdicevole mancata comparsa. Così cominciò ad aggirarsi inquieta per la grande sala importunando qualsiasi servitore perché le portasse notizie del padrone di casa. Di sua sorella, invece, non volle intenzionalmente sentir dire nulla ben sapendola in qualche grave stato di ansia legato alla sorte della festa, alla futura vita del figlio, al destino incerto della casa, alla fine della guerra con la Francia o a qualche altra catastrofe che sembrava accanirsi proprio su di lei e sulla sua famiglia.
Lucas Benedict infine comparve. Ad un occhio svelto pareva vestito di tutto punto, ma i più attenti avrebbero notato una nota di trasandatezza che traspariva nel suo aspetto d'insieme. Si trattava di qualche vezzo a cui si appigliava con forza per poter esternare il risentimento che l'aveva accompagnato per tutta la vita. Era nato ricco, figlio unico, erede di una casa facoltosa e aveva a disposizione una rendita che superava le diecimila sterline l'anno. Non era nato iroso e incostante ma lo era diventato a causa delle ripetute assenze del padre al quale addebitava le sofferenze della povera signora Benedict. Quella sera, nei suoi occhi, serpeggiava quell'aria di sfida che lo aveva tante volte portato al successo in mare e protetto dalle violenze della guerra. Era accompagnato dal comandante Francis Borrough, il quale era probabilmente qualcosa di simile ad un amico per lui. Benedict fece un doveroso giro della sala per salutare qualche conoscenza avendo cura di evitare quanto più possibile la zia. Trascurarla era solo il primo passo verso la battaglia che si imponeva di iniziare. Quando fu pronto chiamò a sé Borrough e disse, scrutando oltre la sala: "Parlami di quella giovane seduta laggiù, quella in verde, con l'aria annoiata. Pare che la conversazione con i compagni la annoi terribilmente". Borrough allora rispose: "Si tratta della signorina Eagle assieme alla sorella e a suo marito. È un Cavendish, credo tu sia loro imparentato in qualche modo. Jane ha fatto una vera fortuna sposandolo. La signorina Eagle invece non credo avrà tali possibilità e non intendo dire che non abbia un bel visino. Il suo vero problema sono la quasi totale mancanza di mezzi a cui l'hanno costretta le circostanze dopo la morte del padre. Di certo il cognato aiuta lei e la madre con molto di più di quanto si potrebbe definire decoroso, ma sappiamo entrambi che quando si parla di matrimonio questo non conta affatto. Inoltre è risaputo che non tiene a freno la lingua e che in molte occasioni parla a sproposito". Lucas rimase per qualche istante a compiacersi per la sua scelta. Non avrebbe potuto fare di meglio. Così congedò l'amico con un avvertimento: "Resta a guardare vecchio mio..." disse voltandogli le spalle e attraversò la sala ben illuminata. Si avvicinò al signor Cavendish e gli si rivolse in modo cordiale in nome della loro comune discendenza. Ci vollero pochi minuti perché egli si facesse presentare prima Jane e poi Georgiana. "Spero siate una di quelle signorine che non disegnano le mode del momento. A seguire ci sarà la contraddanza e vorrei avere l'onore se non vi dispiace..." affermò fissandola come se non desiderasse altro dal resto della serata. E lei fu sul punto di dire no. Lo avrebbe fatto solo per rispondere all'insulto che le aveva appena riservato. Tutti, in quella sala, conoscevano i fatti: lei era povera ed aveva ventisei anni. Non avrebbe ballato con nessuno escluso il cognato, se non fosse che quest'ultimo non ballava affatto. Sapeva bene che Benedict la stava insultando anche se non ne capiva fino in fondo le motivazioni. Perciò stava in effetti pronunciando il suo glorioso "no" quando si rese conto di essere curiosa. Così mutò radicalmente strada e acconsentì. Nessun giro di parole, solo un cenno d' assenso alle richieste del padrone di Headston Park.
Quando l'inizio del ballo si stava avvicinando Georgiana si pentì della sua scelta. Era sicura che egli si sarebbe divertito a guardarla mentre lei attendeva, in piedi, in una posizione ben visibile da tutti per il solo scopo di essere trovata dal suo cavaliere. E avrebbe riso di gusto assieme a qualche guardiamarina quando il ballo sarebbe finito senza che loro vi avessero mai preso parte. Ma non andò così. Il capitano arrivò poco prima della formazione delle coppie e lo spettacolo ebbe inizio. Se la signorina Cranwood fosse stata presente, e si badi bene non lo era dato che si era sentita male poco prima dell'intervallo, avrebbe potuto avere argomentazioni a sufficienza per riempire di resoconti i salotti di mezza Wollenbridge. Ma così non fu e si dovette accontentare di un racconto di terza mano da qualcuno che al ballo ad Headston Park non aveva nemmeno messo piede. La coppia Benedict - Eagle ballò la contraddanza per il tempo sufficiente a far alzare di due ottave il livello dei bisbigli. Com'era possibile che il signor Benedict danzasse con una ragazza del genere il suo primo ballo invece di dedicarlo alla zia? In tutto questo rumore Georgiana pensò che almeno la metà dei commenti dovessero essere rivolti all'incapacità di muoversi in modo armonioso da parte del capitano Benedict. Era sgraziato, rigido, davvero inadatto. Ma egli non sembrava accorgersene o, quantomeno, non gli interessava. Apprezzava enormemente lo scalpore destato e sperava che la zia avesse un buon palchetto per osservare il dramma. Finita la musica, dopo che per tutto il ballo erano rimasti in silenzio, Lucas chiese alla sua giovane dama di acconsentirgli anche il seguente. "Sarà il colpo di grazia" pensò sempre più inorgoglito. Ancora una volta Georgiana si trovò davanti ad una scelta e si fece trasportare. In quel preciso momento attribuire la colpa di tale peccato alla curiosità non avrebbe avuto alcun senso. Così decise di acconsentire solo perché andava fatto. Un secondo ballo consecutivo era davvero troppo per gli invitati che non poterono che ventilare l'ipotesi di un imminente fidanzamento. Null'altra spiegazione giustificava un comportamento così ostentato.
Spazio Autrice
Pagina FB ufficiale - https://www.facebook.com/DebHBegali
Il romanzo è completo e revisionato. Buona lettura!
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Georgiana
Historical Fiction[INGHILTERRA 1814] IN LIBRERIA come GEORGIANA di DEBORAH BEGALI "Il signor Benedict odia i balli, non sopporta la mondanità e tanto meno la compagnia del bel mondo. Un vero peccato cara signora!" disse rivolgendosi ad una delle tante ascoltatrici...