Trascorse una settimana prima che Jane ricevesse notizie dal salotto di Lady Cattermore e, quando ebbe finito di leggere quella lettera, si sentì tutto ad un tratto dalla parte giusta della discendenza Cavendish. L'invito era, come d'ovvio, rivolto anche alla sua sfortunata sorella. La signora Cattermore doveva immaginarsi Georgiana come una di quelle donne che sfioriscono già dopo i venticinque anni, che vestono sempre di grigio e che portano la cuffia per paura che si intraveda qualche filo argenteo. Si sarebbe dovuta ricredere molto presto. Georgiana, prima di tale evento, ebbe modo di accettare tutta una serie di doni da parte di Jane che ancora una volta le comprava nastri, cappelli e piume. La vanità della signorina Eagle si stava poco a poco risvegliando come accadeva sempre quando si recava in città. Prima dell'invito per il tè dalla Cattermore rivide Benedict in tre occasioni. La prima volta ad una serata passata tra pochi intimi presso un amico di Cavendish. Questo illustre deputato adorava così tanto il buon vino da far impallidire la signora Cavendish per il poco contegno che gli ospiti tennero dopo la terza bottiglia di Champagne. La seconda volta fu ad un evento di beneficenza a cui Georgiana e i Cavendish parteciparono solo per una mezzora dato che Jane era in una di quelle giornate in cui faceva rimpiangere a tutti la sua presenza. La terza volta lo incrociò in Oxford Street proprio quando sua sorella le stava indicando l'imponente casa. Le prime due volte Benedict semplicemente ignorò le sorelle. La terza, in risposta alla loro curiosità, ricevettero uno sguardo poco tollerante. Purtroppo il calesse era scoperto quindi non ebbero modo di celarsi dietro alcun finestrino. Jane se ne fece presto una ragione non essendo Benedict una delle persone sulle quali aveva intenzione di affidare il proprio futuro di magnificenza in città. Per Georgiana il discorso era ben diverso. Alle due feste si era scoperta interessata di qualsiasi movimento lui facesse. Era curiosa di sapere con chi parlasse, si chiedeva chi fossero i suoi interlocutori, se la sorella li conosceva o se conoscesse qualcuno che li conosceva. Quando lei e Jane vennero sorprese ad indicare i grandi finestroni che davano su Oxford Street si sentì mancare il fiato dalla vergogna. Non ci sarà perciò da stupirsi se nel pomeriggio in cui Lady Cattermore invitò tutti loro al tè, Georgiana iniziò inesorabilmente a commettere una serie di passi falsi. Aveva saputo che, non solo dalla signora erano presenti una ventina di persone, ma che tra quelle vi erano l'ammiraglio Sloan, il signor Borrough e pure il signor Benedict.
Quel pomeriggio qualcuno suonava il piano e qualcun altro cantava in un perfetto stile conviviale. La casa della Cattermore non era poi distante da Hanover Square essendo quella la zona in cui risiedevano le personalità più illustri della nobiltà inglese. Si trattava di un complesso enorme che poteva contare su più edifici lungo metà dell'isolato. La Cattermore era un'amante della musica e perciò quando Georgiana e i Cavendish misero piede in casa notarono che in ogni stanza era presente uno strumento musicale: dalla viola al fortepiano, dal liuto al clarinetto. Non poterono vedere molte altre parti della residenza dato che il ricevimento si teneva nella stanza da tè, ma già quella era lo specchio di uno sfarzo che andava oltre ogni misura. Georgiana non si sentiva bene, non era a suo agio, le persone là riunite le incutevano soggezione invece che instillarle sarcasmo. La signora Cattermore era stata, secondo Jane, deliziosamente altera: manteneva le distanze ma sapeva essere amichevole quel tanto che bastava a far pensare di essere gli unici ad avere un'intesa così speciale con lei. Georgiana però non colse nessuno di quei particolari perché dovette con fatica affrontare una spiacevole evidenza: Benedict aveva alterato qualsiasi sua percezione. Aveva seguito con dovizia tutto ciò che aveva fatto; non molto in realtà. Aveva parlato con la Cattermore per non più di cinque minuti, dopodiché aveva conversato sempre e solo con Sloan e Borrough. Benedict le aveva salutate in modo freddo, cosa che aveva fatto anche Borrough, lasciando però trasparire l'imbarazzo per ciò che era successo a Wollenbridge. Georgiana non lo avrebbe mai saputo ma Francis parlò a lungo con gli amici di quanto lei sembrasse magnifica nei bei abiti alla moda, di quanto era migliorato il suo colorito e di tutta una serie di valutazioni che dapprima annoiarono Sloan e infine irritarono Benedict. "Se intendete che le donano gli abiti smessi di Jane Cavendish sono d'accordo con voi" concluse aspro con il tono di voce giusto per farsi sentire da Lady Cattermore. Ella non poté che rispondere "Mio caro Benedict, siete davvero ingiusto, volete forse denigrare le amorevoli cure di una sorella nei confronti di chi è meno fortunata di lei?". Non pensava una sola parola di quello che diceva. Anzi, era deliziata di sentire che qualcuno parlava proprio come avrebbe fatto lei se non fosse stata una Lady. Benedict, dopo tale affermazione, si complimentò con la signora per l'arredamento della casa e si spostò alla finestra quanto più possibile lontano da quella vipera che aveva volutamente imbeccato. Fu uno di quei rari momenti in cui si pentiva delle sue azioni, si rese conto di quanto fosse schiavo della sua impertinenza. Il suo sguardo vagò nella sala e si posò su Georgiana che si trovava a pochi passi da lui: gli dava le spalle ed era seduta su un divanetto. I capelli erano raccolti a crocchio e tenuti assieme da una leggera fascia in pizzo bianco. Dopo un istante, in cui indugiò sulla linea del collo e sul modo in cui ella teneva piegata la testa verso destra mentre ascoltava la musica, il capitano si riebbe. Rovesciò il labbro in una smorfia di insofferenza e si voltò dall'altra parte. Anche se non poteva vederlo, perché egli si trovava alle sue spalle, lei ne sentiva comunque la presenza e a mente cercava di calcolare quali sarebbero stati i prossimi movimenti salvo poi rimproverare se stessa per la sua stupidità.
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Georgiana
Historical Fiction[INGHILTERRA 1814] IN LIBRERIA come GEORGIANA di DEBORAH BEGALI "Il signor Benedict odia i balli, non sopporta la mondanità e tanto meno la compagnia del bel mondo. Un vero peccato cara signora!" disse rivolgendosi ad una delle tante ascoltatrici...