L.B.

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Benedict aveva apprezzato molto gli articoli satirici che apparivano sul Journal prima di scoprire che la fautrice di cotanta apprezzabile ironia fosse quell'intollerabile donna. Per lui non era una questione di genere, non gli interessava che fosse una signora a scrivere quelle righe, ma lo metteva in forte imbarazzo il fatto che lei gli fosse stata così vicino sia nel periodo precedente all'incidente che dopo. E questa sua sensazione di inadeguatezza, come spesso accadeva in molti frangenti della sua vita, divenne fonte di collera. La preoccupazione di Georgiana riguardo al fatto che il signor Benedict avesse saputo il suo segreto non copriva lo sgomento per tutta la sequela di inaccettabili scortesie che aveva subito dal giorno in cui aveva conosciuto il padrone di Headston Park. I primi giorni del nuovo anno li passò costretta a letto e le fu più facile rimettere assieme i pezzi di quello che era successo negli ultimi due mesi. Nessuno era a conoscenza di quel suo incarico al Journal, eccetto la madre e la sorella. Al signor Cavendish era stato come d'ovvio svelato ma egli non era interessato a tali pettegolezzi, anzi non leggeva mai il giornale e si faceva riferire dal padre solo la pagina degli affari. Chi aveva diffuso quindi il grande segreto di Georgiana? Ella non voleva soffermarsi sulla gravità della cosa e sull'esito che avrebbe potuto avere l'amara faccenda. Nascondeva le preoccupazioni e queste si manifestavano sotto forma di lunghe malattie. Allo stesso tempo la cicatrice le ricordava costantemente Benedict dato che le temperature erano così rigide da risvegliare anche i dolori più sopiti. L'unico lato positivo era che i Cavendish le avevano impedito di tornare al cottage anche se, suo malgrado, non poteva godere di Grosve. Lasciare la sua stanza da letto era fuori discussione visto che si era presa un brutto raffreddore. Il comandante Borrough consegnò biglietti a non finire per testimoniare la sua vicinanza ad ogni singolo starnuto della sua amata. Jane non mancava mai di ricordare alla sorella quanto fosse delicato e allo stesso tempo costante il signor Borrough. Era sempre attento, sollecito e amorevole. Georgiana era fortemente infastidita da quel coro di allusioni e insinuazioni a cui si era unito anche Cavendish. Un pomeriggio la signora Eagle, mentre sedeva vicino al fuoco in camera della figlia, disse: "Sono sicura che farebbe qualsiasi cosa desideri mia cara, lo potresti comandare a bacchetta". Fu quello il momento in cui Georgiana, esasperata, andò fuori di sé. "Ora basta. Non accetto valutazioni di questo tipo proprio da te mamma, che non hai nemmeno riconosciuto i vizi di chi ci ha rovinato l'intera esistenza!" disse incollerita. Con quella frase avrebbe ottenuto silenzio riguardo a Borrough almeno per qualche giorno ma allo stesso tempo andava a colpire nel profondo l'animo della signora Eagle. La madre la guardò con aria stanca. Poi, con un filo di voce, disse: "Sperare che le cose siano diverse per le mie figlie è un orribile peccato non è vero?". Quindi lasciò la stanza. Il modo nel quale la signora Eagle accostò la porta e se ne andò con il dispiacere nel cuore fece sentire Georgiana mortificata. Non avrebbe mai voluto reagire con tutta quella spudoratezza e di certo non con chi le voleva davvero bene. Così, per rimediare a quell'onta, nei giorni successivi iniziò di sua sponte a chiedere di Borrough nello stupore generale di chi non aveva assistito al colloquio tra lei e la madre.

Quando giunse un invito a cena da Headston Park tutti erano sicuri che ben presto una nuova coppia si sarebbe formata e che Georgiana Eagle si sarebbe presto felicemente sistemata. Dal canto suo ella era in certa parte lusingata dall'interessamento di Borrough. Decise che avrebbe valutato con molta attenzione le sue mosse per cercare di ricredersi riguardo alle sue prime impressioni. Lo riteneva un uomo fondamentalmente buono ma con una sgradevole tendenza all'autocommiserazione di sé. Non le sembrava brillante nella conversazione e inoltre scriveva lettere con una tale enfasi da far impallidire Shakespeare. Molto spesso lei non riusciva nemmeno a finire di leggerle senza sentirsi in imbarazzo. E non si trattava di quell'imbarazzo tipico di chi arrossisce ad uno sguardo, bensì quel senso di vergogna che si insinua quando si vede qualcuno far cadere un bicchiere di vino sul bell'abito di una dama. Georgiana si sentiva spesso così. E non sempre quell'impaccio era causato da sconosciuti. Tante volte erano anche i suoi familiari più cari che la facevano sentire a disagio. Avrebbe quindi dovuto accettare un marito del quale si sarebbe vergognata? Ci rifletté a lungo nel periodo di convalescenza, fino al giorno in cui giunsero notizie da Headston Park. Si trattava di un invito formale dalla signora Benedict in persona. Ivy era entrata nel salottino e l'aveva consegnato a Jane. La signora Cavendish aveva passato l'ultima mezzora a leggere e rileggere quel biglietto. Poi aveva iniziato a pensare a quale vestito regalare a Georgiana, al nuovo cappello per la madre e anche alle prelibatezze che sarebbero state disponibili a quella cena. Georgiana, ad un tale entusiasmo, aveva risposto con tiepido ottimismo e aveva assecondato qualsiasi idea di Jane per quanto stravagante sembrasse. Ma quando Jane se ne uscì dalla stanza tutta agitata per cercare sua madre, un'altra cameriera si presentò alla signorina Eagle con una lettera senza mittente. Georgiana guardò la busta con sufficienza pensando che Borrough avrebbe potuto attenersi alle buone maniere: non c'era alcun bisogno di allegare altre righe a quelle già stese dalla signora Benedict. Così posò la lettera e se ne dimenticò per buona parte della giornata. Fu solo la sera, quando stava rientrando nella sua stanza, che la ritrovò sullo scrittoio. Non sapeva come ci fosse arrivata ma pensò che oramai era inevitabile una veloce lettura. La aprì e si rese subito conto, anche senza leggerla, che non era di Borrough dato che consisteva di due righe soltanto. Georgiana rabbrividì, non che avesse senso una reazione del genere, ma accadde. Si sentì tutto ad un tratto infastidita dal vestito che le stringeva attorno alla vita. Il fuoco rendeva l'ambiente troppo caldo e un rumore indefinito che veniva da qualche altra stanza la innervosiva. "Ora ti leggo" disse ad alta voce. Poi aprì la lettera.

"Lui si merita che voi veniate... Io, stando a quanto dite, no. Ma siate sincera ed onesta. Per voi i meriti non contano un bel niente, perciò siateci. LB".

Georgiana rilesse quelle poche parole quattro volte senza riuscire a capirci niente. La sua attenzione era tutta focalizzata su quella elle e quella bi scritte furiosamente tanto che l'inchiostro fuggiva verso l'alto. Elle bi aveva ancora una volta dato prova della sua sfacciataggine e lei già pensava alla prossima mossa. Non c'era colore dell'abito da scegliere, qua c'era da dover decidere come uscire vittoriosa da una situazione in cui la bilancia sembrava sempre pendere dal lato che non era il suo. Forse non doveva andare. Era la risposta migliore per lasciare entrambi i due signori a bocca asciutta. D'altro canto c'era un signor Borrough da valutare e lei non poteva perdere una simile occasione per osservare le mosse del suo spasimante. Ma Benedict l'avrebbe spiazzata come di consueto e lei odiava profondamente non riuscire a calcolare con anticipo i propri rischi.

GeorgianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora