Se il signor Borrough fosse stato quantomeno assennato non sarebbe mai corso verso la serra chiamando a gran voce Grant, scivolando sull'erba bagnata e richiamando l'attenzione di tutta la compagnia che in quel momento aveva appena finito di inzuppare quei deliziosi sandwich nel tè. Ma Borrough poteva definirsi incauto sia in pace che in guerra ed entrò nel giardino d'inverno a grandi falcate. Chiedeva che immediatamente il maggiordomo o qualcuno della casa chiamasse un dottore. Spalancò la porta a vetri della serra e vi entrò sconvolto: "Una disgrazia! Nel bosco..." disse ansimando. Era provato dalla corsa ma non si fermò a fornire ulteriori spiegazioni. Si affrettò verso il corridoio che collegava quella enorme gabbia di vetro con la grande casa e sparì. Il viso della signora Benedict assunse il poco vivace colore della tovaglia di pizzo olandese. Era un così bel regalo da parte della madre quando si era sposata... era stata confezionata a Bruges. Si trattava di una perfetta realizzazione da parte delle beghine del convento. "Tutto questo non avrà a che fare con il mio adorato Lucas vero? Perché non è con voi? Non tacete o morirò di dolore seduta stante!" disse la duchessa. Non c'è verso di credere che sarebbe accaduto qualcosa di diverso considerando lo sguardo di puro terrore che traspariva da quel visetto tirato. La signora Eagle era alquanto stupita e, se non fosse stato per la gravità dei fatti, avrebbe riso di cuore ad una tale drammatica esternazione. Passarono alcuni minuti prima che Borrough fosse di ritorno e fosse quindi in grado di raccontare agli altri cosa era successo. Si lasciò cadere su una delle sedie lasciate libere e cercò di trovare le giuste parole per non turbare eccessivamente le signore presenti. Si fece coraggio e, con voce tremolante, disse: "È stato uno sbaglio terribile e la signorina Eagle è ferita". Non appena tutti ebbero udito ciò giunsero alle orecchie dei presenti i lamenti di Jane che, una volta entrata, fu fatta sedere. "Dov'è Irving? Ditemi dov'è? Mamma, Georgiana... io l'ho vista e...." seguirono diverse frasi sconclusionate e molte lacrime. Il marito non tardò ad arrivare. Aveva fatto presto e, su consiglio di Benedict, veniva a dare ulteriori istruzioni alla servitù. Si fermò giusto qualche secondo a parlare sotto le luci delle lanterne che illuminavano a sufficienza uno spazio angusto tra grandi piante e fiori coloratissimi. Una cornice, questa, che strideva con il contenuto delle conversazioni e i mugolii delle signore. "Sarà meglio che ci ritiriamo in casa" disse Julia Cavendish, anche a costo di risultare indelicata. Nessuna reazione giunse dal raccapricciante volto della signora Benedict che sembrava sull'orlo del collasso. L'intervento di Grant fu provvidenziale. Egli, con l'aiuto della governante, accompagnò l'infelice gruppo in uno dei salotti dell'ala est della casa. Ora anche la signora Eagle fu presa dal panico ma venne decisamente confortata da Borrough che affermò di aver visto sua figlia cosciente seppur molto dolorante.
Lo sconcerto fu tale da provocare reazioni anche ai piani inferiori dove diverse cameriere si sciolsero in lacrime quando fu dato loro un breve resoconto della vicenda. Georgiana arrivò ad Headston in un tempo relativamente breve. Benedict si premurò di guidare Caesar ben lontano dalla serra credendo che tutti si trovassero ancora laggiù. Quando giunse sul retro della casa chiamò a gran voce qualcuno per farsi aiutare. Tre uomini, già avvisati da Borrough, accorsero: si trattava di due addetti alle scuderie e di un cameriere. Poco dopo giunse anche Grant. Georgiana fu fatta scivolare giù da Caesar ma Benedict volle riprenderla con sé e trasportarla lui stesso. I suoi stivali affondavano pesanti nella fanghiglia del cortiletto che precedeva l'ingresso della servitù. Il capitano scalciò contro la porta e quasi la scardinò. Entrò a grandi passi lungo il corridoio facendo sobbalzare due sguattere che corsero via spaventate. Aggredì qualsiasi ostacolo tra lui e la tavola della cucina dove voleva distendere la ragazza ancora svenuta. Irving Cavendish riuscì a trovare da sé la strada per il piano inferiore. Giunse, seguendo il trambusto, nella grande cucina di Headston. Grandi tegami, zuppiere, contenitori e posate: tutto ciò ora sembrava così fuori luogo in quell'atmosfera di concitazione generale. "Cavendish! Cavendish!" sbraitò Benedict quando lo vide aggirarsi spaesato senza sapere bene cosa fare. "Dannazione! Aiutatemi a metterla giù. Tenetela!". Benedict lasciò Georgiana che venne sostenuta da tutti gli uomini presenti. Il capitano, mosso da un'incredibile foga, scaraventò via qualsiasi cosa si trovasse sul grande tavolone che occupava quasi tutto lo spazio della cucina. Finirono a terra un gran numero di oggetti che fecero un rumore del diavolo. Poi la poveretta fu adagiata lì senza tanti complimenti. Grant si assentò, forse per avere notizie sul dottore o più probabilmente per dare spiegazioni ai suoi sottoposti. Cavendish, non sapendo come rendersi utile, decise di prendere una pezza e di sciacquare il viso della signorina Eagle. "Georgiana mi senti? Mia cara ti prego rimani con noi..." disse turbato ora che si trovava di fronte alla realtà delle cose. Non avendo ordini da dover eseguire, iniziò a rendersi conto della gravità del fatto. Benedict, nel frattempo, tornò con due inservienti che avevano in mano delle pezze e alcune boccette. "Cavendish, salite ad informare sua madre e tutti gli altri ospiti" abbaiò con l'unico intento di liberarsi di lui. Quando se ne fu andato strappò dalle mani di una delle due donne la pezzuola e la strinse forte contro la ferita: questa oramai era invisibile immersa tra sangue ancora fresco, secco e tra frammenti di abito macchiato irrimediabilmente di scuro. In mezzo a tutti quei brandelli non si capiva cosa fosse carne e cosa fosse stoffa. Ebbe il tempo, mentre si sedeva e dava qualche inutile raccomandazione alla servitù presente, di ripensare all'incidente occorso. Non doveva essere passata più di mezzora ma sembrava fosse trascorso un giorno, complice anche il tramonto che aveva unito la spensieratezza all'orrore. L'aveva vista, era quell'ombra che si allungava. Perché allora aveva sparato? Era contro qualsiasi logica del buon cacciatore: avrebbe dovuto fermarsi per constatare che tutto fosse in ordine. Ma la cerva, quel dannato animale, era rimasta immobile nonostante Georgiana si fosse avvicinata. Solo dopo che lui aveva sparato era guizzata via nell'oscurità. Oppure le cose erano andate in modo diverso? Non era forse vero che lui aveva visto la signorina arrivare e che ricordava ogni particolare della veletta che le copriva il viso? E, se era stato uno sbaglio, come poteva avere memoria di quella buffa smorfia che aveva assunto la sua bocca rossa mentre cadeva da cavallo? Impossibile. Non poteva aver visto nessuna di quelle cose, era quasi buio pesto e lui aveva tirato alla cerva. L'opera di autoconvincimento di Lucas fu interrotta da Grant: veniva a riferire che il dottore si trovava bloccato a Drenton House per un parto gemellare con complicazioni e che sarebbe giunto appena fosse stato possibile. Lucas batté forte il pugno sul tavolo facendo trasalire tutti nella stanza. "Margot dove diavolo hai messo a bollire l'acqua!" ma non aspettò nessuna risposta. Prese un coltellaccio che sarebbe servito alla cuoca per tagliare il pane e buttò la lama dentro l'acqua bollente che la buona Margot aveva, in effetti, preparato. Dopodiché urlò a Grant di occuparsi di quella marmaglia piagnucolosa che era stata avvertita da Cavendish e che stava scendendo le scale per raggiungere la cucina. Ordinò di preparare le pezze, ma quando si accorse che una giovane cameriera stava tremando con violenza e non ascoltava una parola di quello che diceva, fece uscire tutti dalla stanza senza tanti complimenti. Avrebbe fatto tutto da solo, come a La Coruña. Forse era il tavolo che gli ricordava la sua massiccia scrivania sulla Intolerance o forse era tutto quel sangue per terra che difficilmente le pompe di sentina avrebbero mondato. Il ricordo del generale Moore gli si propose senza che lui l'avesse di sua volontà richiamato. Sulla sua nave aveva ospitato quell'illustre ferito: era stato colpito da una palla di cannone che gli aveva tranciato il braccio destro. Il dottore non c'era. Era a terra ad occuparsi dell'esercito di Sua Maestà sotto attacco durante le operazioni di evacuazione. Così fu lui ad essere presente nel momento in cui Moore spirò con in bocca il nome di Lady Stanhope. "Una donna... i grandi uomini muoiono blaterando di patria e di donne" disse non preoccupandosi di quanto fosse fuori luogo quel commento in tale circostanza. Uscì fuori e constatò che tutti erano stati allontanati, allora chiese a Grant di far chiamare subito Borrough e Cavendish. I due arrivarono e non erano soli. Il dottor Mills, alquanto trafelato da quella serata piena di impegni, chiese di vedere la paziente. Entrarono tutti e il dottore rimase abbastanza sconvolto dallo stridente contesto culinario in cui versava la ragazza. Dopo qualche istante, che gli servì per valutare il da farsi, chiese l'aiuto dei signori che avrebbero dovuto "tenerla ferma mentre io incido per far uscire il proiettile". "È probabile che si sveglierà... in questo caso premetele questo sul viso" disse imbibendo uno straccio con un liquido e porgendolo a Benedict. Così il capitano si mise dietro il capo di Georgiana, poggiò il gomito sul braccio sinistro e su parte del busto mentre teneva con l'altra mano la spalla ferita. Cavendish si mise in fondo a bloccare le gambe coperte dal pesante vestito e Borrough fu a disposizione del dottore. Grazie ad una forbice fu tolto l'abito dalla spalla scoprendo il corpetto che venne allentato per permettere una respirazione migliore. Dopodiché il dottore avvicinò il coltello.
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GEORGIANA - DEBORAH BEGALI

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Georgiana
Ficción histórica[INGHILTERRA 1814] IN LIBRERIA come GEORGIANA di DEBORAH BEGALI "Il signor Benedict odia i balli, non sopporta la mondanità e tanto meno la compagnia del bel mondo. Un vero peccato cara signora!" disse rivolgendosi ad una delle tante ascoltatrici...