"Dobbiamo sapere dove si trova e salvarlo!" esclamò Marley.
I quattro ragazzi, ora, erano totalmente nel panico. Selena contraddisse la sua amica: "Vi dico io cosa faremo, il killer sarà impegnato a massacrare Rob e questo ci darà il tempo di scappare e andarcene!".
Leo era stupito: non pensava che sua cugina potesse essere tanto perfida.
"Cosa?! Tu non sei semplicemente stronza, sei anche pazza! Non ci muoveremo da qui finchè Rob non sarà salvo!" sbraitò lui.
Leo e Selena, che conoscevano quel posto meglio di chiunque altro lì presente, iniziarono a pensare dove il loro amico poteva trovarsi.
"Ok, per prima cosa c'è da prendere in considerazione che solo una ventina di minuti fa il killer era in camera mia, quindi non può aver nascosto Rob tanto lontano. Dev'essere da qualche parte nel giardino..." disse lei.
"Peccato che questo giardino sia gigantesco, e abbiamo meno di mezz'ora ormai!" criticò Maxwell.
"Fammi finire..." continuò Selena: "... era poggiato a un muro di assi di legno.".
Il suo volto si illuminò, finalmente aveva capito dove si trovava: "Ma certo! La casetta degli attrezzi! Ti ricordi Leo? Ci andavamo a giocare da piccoli! È poco dopo la piscina."
Leo ci pensò su un attimo, finchè non si ricordò di cosa sua cugina stava parlando.
"Bene, non ci resta che andare a salvarlo. Presto, muoviamoci!" disse Marley.
Leo la fermò: "Non così in fretta. Voi restate qui, ci vado io. Da solo. Non potrei permettere che vi succeda qualcosa e... Maxwell, uno di noi due deve proteggere Selena."
"Non ci penso nemmeno. Ci vado io, tu resta qui con Selena e Marley." rispose Maxwell, sicuro.
"Voglio venire anche io, non riusciresti mai a riportare Rob fin qui da solo, soprattutto se è ferito." disse Marley.
Maxwell acconsentì. I due, prima di dirigersi verso la porta posteriore, abbracciarono Selena e Leo. Quest'ultimo fece per imporsi, ma ormai entrambi erano già fuori di casa.Appena Marley e Maxwell uscirono accesero le torce dei loro cellulari poichè, a quanto pare, tutti i lampioni in giro per il giardino erano stati disattivati. Mentre camminavano puntavano le luci in giro, illuminando l'ambiente che li circondava. Ad un tratto Marley gridò: aveva appena puntato la sua torcia verso la piscina, facendo luce sul corpo di Tina, che galleggiava nell'acqua tinta di rosso. Nel fondale, si poteva ancora intravedere il televisore che aveva colpito Justin.
"Oh cazzo, quella è Tina?" chiese Maxwell, spaventato.
"S...si... dobbiamo tornare in casa ad avvertire gli altri!" bofonchiò Marley, piagnucolando.
"Non c'è tempo, glielo diremo dopo! Lei è morta, ma magari se ci muoviamo Rob non farà la stessa fine!" esclamò lui, fermandola.
"Si, scusami... andiamo avanti." si scusò lei.
I due amici proseguirono per qualche minuto, finché non videro davanti a loro una casetta di legno, non troppo piccola, con la porta spalancata.
"È stato semplice. Andiamo." disse Marley, ma Maxwell la fermò di nuovo: "Fermati! Ma non eri una grande fan dei film horror? È stato troppo, troppo semplice. Credo che Ghostface sia lì dentro con lui. Tu resta qui, se dovessi gridare corri a chiamare gli altri, ok?" ordinò.
Marley annuì con la testa, mentre Maxwell si diresse verso la casetta. A pochi metri da quest'ultima, a terra, trovò una pistola. All'inizio gli sembrò strano che Ghostface gli avesse lasciato un'arma, ma poi pensò che male non poteva fargli. La prese e entrò nella casetta. All'interno era tutto buio, alle pareti c'era qualche finestra, ma erano state oscurate con della vernice nera. Il ragazzo prese quindi il cellulare dalla tasca, e riaccese la torcia: davanti a sé c'era Rob, ancora poggiato sulla parete, morente. Intorno a lui c'era molto sangue, probabilmente risultato della ferita che si era procurato cadendo e urtando lo scalino, non molto tempo prima.
"Rob, eccoti! Vieni, presto. Ti aiuto io a tirarti su" disse Maxwell, appena vide l'amico.
Lui, con un filo di voce, farfugliò qualcosa: "Lui non... qui...".
Maxwell non capiva cosa lui stesse cercando di dirgli finché, puntando la torcia verso la sua sinistra, non lo vide: Ghostface era in piedi, nascosto nel buio.
"Merda!" esclamò. Afferrò la pistola che aveva trovato poco prima, e la puntò verso il killer.
"Hai perso, Ghostface! Questo è per Will, Justin e Tina!" continuò.
Rob trovò la voce, e gridò all'amico: "Non farlo! Non sparare!", ma non servì a nulla, Maxwell aveva già aperto il fuoco. Sparò tre proiettili, che colpirono il petto dell'assassino. Quest'ultimo, però, non si mosse, né tantomeno cadde a terra. Bensì, prese fuoco.
Il ragazzo era perplesso, non capiva come tutto ciò fosse possibile.
"Non era il killer... quello è un manichino, lo ha ricoperto di benzina perchè tu gli sparassi... ha sparso benzina per tutta la casetta..." balbettò Rob.
Maxwell si precipitò verso l'amico, afferrandolo per alzarlo da terra, ma si accorse che era praticamente fissato al pavimento.
"Rob, sei incollato a terra! Togliti i pantaloni, presto!" esclamò lui.
Intanto l'incendio stava divampando per tutta la struttura, e le pareti di legno stavano prendendo fuoco.
Improvvisamente Marley si affacciò alla porta, spaventata: "Cosa sta succedendo?! Maxwell, presto!".
"Non c'è tempo, andate..." sussurrò Rob.
Maxwell fece per ribellarsi, ma le fiamme raggiunsero il suo amico, che gridò a squarciagola per il dolore.
"Nooo!" urlò Maxwell, ma Marley lo afferrò e lo trascinò appena in tempo fuori dalla casetta, che improvvisamente cedette.
Entrambi si fermarono a guardare il cumulo di legno che prendeva fuoco, all'interno del quale il loro amico stava soffrendo. Le grida di Rob si udirono ancora per qualche secondo, prima che il ragazzo, solo metaforicamente, si "spense".
Maxwell scoppiò in un sonoro pianto: "Quel bastardo ha fatto in modo che io lo uccidessi, lo ha fatto apposta!"
Marley, anche lei lacrimante, non trovava le parole per esprimere il dolore che provava dentro di sé.
Ad un certo punto, il telefono di lui squillò: non poteva che essere il killer. Maxwell rispose.
"Come hai potuto farlo! Noi non ti abbiamo fatto niente!" sbraitò lui, furioso.
"Esatto, Maxwell. Con voi voglio solo divertirmi un po'. È di un'altra persona che voglio vendicarmi." rispose Ghostface.
"Bene, con noi ti sei divertito abbastanza. Lasciaci stare." disse Maxwell.
"Non credo proprio. Con te avrò finito non appena ti avrò piantato un coltello in gola. È questo accadrà molto presto." lo avvertì.
Detto ciò, l'assassino chiuse la telefonata.
"Marley, sbrighiamoci. Dobbiamo tornare in casa, credo che stia per attaccarci." disse Maxwell, rivolto alla ragazza.
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Scream - Bagno di Sangue
FanfictionWoodsboro - Dopo gli eventi di Scream 4, il serial killer Ghostface è tornato a mietere vittime nella sua città natale, ma questa volta il suo obiettivo principale sarà un nuovo membro della famiglia Prescott. Un romanzo horror ricco di suspense e a...