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Un vagito riecheggiò nel bosco di Maple. Una nuova fata era appena venuta al mondo. I genitori erano emozionatissimi. La madre, Firefly, era esausta ed accasciata sul letto. Era stata un'impresa far nascere quell' esserino, le era costato quasi tutta la sua energia e forza, ma era felice di averlo fatto. Il padre, Fire, camminava avanti e indietro per tutto il corridoio della sua casa. Era preoccupato per la moglie e per il figlio. Continuava a svolazzare zigzagando pensando "il mio primo figlio ... come dovrò comportarmi? Sarò un buon padre? Sarà maschio oppure femmina?". Molte delle fate che stavano aiutando Firefly a partorire, erano uscite dalla stanza per rassicurare Fire dicendo che sua moglie era una fata coraggiosa e forte e che stava andando tutto bene, ma lui non voleva crederci e, ogni volta che la porta si apriva per far uscire le fate che andavano a prendere acqua calda oppure degli asciugamani, la fata inquieta tirava il collo per sbirciare all'interno, anche se non riusciva a vedere granché. Sussultava ogni volta che sentiva gli urli striduli della moglie e stringeva i pugni cercando la forza di volontà per non entrare nella sua camera da letto per far cessare tutto il dolore che la sua amata sposa stava sopportando. Appena sentì quel pianto, però, il suo cuore si gonfiò di gioia e orgoglio e i suoi muscoli si ammorbidirono. Si catapultò all'interno della stanza da letto e si mise al fianco della moglie accarezzandole i lunghi capelli rosa, passandole una spugna bagnata sulla frangetta madida di sudore e aspettando con trepidazione di vedere suo figlio. Quando la fata anziana mise tra le braccia di Firefly uno scricciolo avvolto da una coperta rosa, i loro occhi si spalancarono per lo stupore. La pelle della fatina appena nata era color verde. Cosa strana. Di solito il colorito delle fate lucciole era di un bel giallo brillante. I genitori non sapevano cosa era potuto accadere, ma non rinnegarono la figlioletta solo perché era leggermente diversa dagli altri. Le vollero bene lo stesso, ma il nome che avrebbero voluto darle non era appropriato: ai genitori della neonata ispirava molto il nome Sol, che significava Sole. Avevano preso in considerazione questa scelta per il colore della pelle, ma visto che non gli sembrava opportuno decisero di darle un altro nome.
<<E se la chiamassimo Sunshine?>> Propose un giorno Firefly, mentre era intenta ad allattare la piccola affamata. Fire alzò un sopracciglio squadrando la moglie. <<Non mi sembra il caso. Non è un nome adatto a lei, bisogna trovarne uno unico, come nostra figlia.>> Sua moglie alzò gli occhi al cielo, ma era d'accordo con lui, la loro piccola fata era speciale e doveva avere un nome degno della sua fortuna. Passarono i giorni, a nessuno veniva in mente un nome da dedicare alla piccola.
<<Cosa ne pensi di Neraida?>> Azzardò a chiedere ancora Firefly mentre lavava i panni. Fire rifletté sul nome che aveva appena pronunciato la moglie, gli piaceva, ma non era convinto, così scosse la testa e continuò a pensare e a leggere libri su libri per la scelta del nome. Un mese dopo la sua nascita, i genitori non avevano ancora deciso il nome per la piccola, finché una notte ... <<Gyada!>> Strillò Fire,facendo sobbalzare la moglie che, con la voce impastata di sonno, bofonchiò: <<Fire ... è notte fonda.>> E si ributtò sui morbidi cuscini. Fire, invece, accese la luce della sua stanza e si mise a volare sopra il letto, finché Firefly, esasperata, aprì gli occhi, si stiracchiò e guardò il marito con lo sguardo appannato. Un urlò straziò la tranquillità e Firefly alzò gli occhi al cielo. <<Ecco, sei contento? Si era finalmente addormentata e adesso l'hai svegliata!>> Indossò la vestaglia e prese la piccola fra le braccia, cercando di cullarla cantando una dolce ninna-nanna e sussurrandole parole affettuose. <<Calma piccola, è tutto apposto, dormi ...>> Fire si avvicinò alla sua famiglia con uno sguardo colmo d'amore e sussurrò:
<<Gyada.>> Sua moglie lo guardò non capendo cosa stesse dicendo, allora parlò più chiaramente: <<Ti piace il nome Gyada per la nostra piccola?>> Gli occhi di Firefly, dopo un attimo di esitazione, si illuminarono. Le piaceva molto quel nome. <<Tesoro, volevamo un nome adatto a nostra figlia e l'ho trovato: Gyada, come la pietra che porta il colore della sua pelle.>> Firefly sorrise e Fire prese tra le braccia Gyada, facendola ballare e volando per la stanza urlando il suo nome; dopo poco, Firefly si unì al marito, finalmente avevano trovato un nome unico per la loro creatura speciale. La fatina, cullata dalle danze e dai canti di gioia dei genitori, si addormentò placidamente.

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