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Come aveva potuto sbagliare così scioccamente? Avrebbe dovuto dirle che non l'amava e che stava con lei per fare contenti i suoi genitori, non doveva baciarla. Ma lui era un tritone dal cuore di zucchero e non riusciva a vedere nessuno soffrire. Si maledisse per essere così buono e altruista, sbattendo i pugni contro le pareti della sua camera.

Gyada andò da Flos a raccontarle ciò che era accaduto con Abyss. Ormai la fata andava tutti i giorni a trovare la sua nuova amica, visto che il bosco di Oak era il vicino del bosco di Maple. <<Siamo diventati amici, ormai!>>
<<Gyada, vi conoscete da pochi giorni. Non potete considerarvi amici ...>>
<<Perché?>>
 <<Non lo conosci ancora bene. Gyada, ti pare che tu stai con una creatura che non avevi mai visto prima e ti fidi ciecamente di lui dopo aver parlato con lui per sole due notti?>>
 <<Tu l'hai fatto ...>>
<<E questo è stato un errore. Non comportarti come me Gyada. Non soffrire come me. Non prendere me come modello, io ho fatto troppi errori e ho scelto le creatura sbagliate!>>
 <<Non mi comporto come te e non farò i tuoi stessi errori Flos! Siamo solo amici noi! Mi piace stare in sua compagnia.>>
 Sottolineò quel "noi" con troppo entusiasmo, ma Flos non se ne accorse, oppure fece finta di non accorgersi.
<<Quando però ti pentirai, non venire a piangere da me, perché io ti ho avvisata. Cambiando argomento, come sta tua madre?>>
 <<Perché vuoi cambiare argomento? Io voglio parlare di Abyss.>>
 <<Vuoi parlare di lui, oppure con lui?>>
 <<Entrambi.>>
<<Io no. Per cui cambiamo argomento per cortesia, Gyada!>>
 <<Va beh. Mia madre sta bene. Perché?>>
 <<Domando. Non sa che tu vieni da me, vero?>>
 <<No, non me lo permetterebbe. Non so perché ma è così arrabbiata con te, anche dopo tutti questi anni.>>
Flos vagò con i pensieri al tempo del loro litigio. Non aveva detto tutta la verità a Gyada, ma non voleva rivelarle niente. In quella fata trovava molto di Firefly e non voleva perdere anche lei. <<Sì, lo so. E' sempre stata permalosa la tua mamma.>>
 <<Di solito lei si arrabbia per cose che hanno un senso e gravi. Per esempio, qualche tempo fa non mi ha parlato perché le avevo praticamente detto che non mi serviva ... Non so come mai con te è così arrabbiata.>>
 <<Non lo so proprio.>>

<<Ma dove sei stata?>>
 <<Mamma! Sei già a casa?>>
<<Sì. Gyada, è tardi. E' impossibile che tu sia tornata adesso da scuola. Dov'eri?>>
<<Eh beh, ecco io ... non ti arrabbiare mamma.>>
<<Cos'è successo? Hai preso un brutto voto a scuola?>>
<<No.>>
<<E allora che cos'hai?>>
 <<Mamma, io...sono andata a trovare Flos dopo la scuola.>>
 Firefly fulminò con lo sguardo Gyada, che le fece un sorriso timido e poco convincente.
<<Tu che cosa?>>
 <<Mamma, prima di raggiungere conclusioni affrettate, io vado da lei perché ... è come me>> <<Non ti avevo forse proibito di vederla?>>
<<Mamma, io voglio capire perché avete litigato.>>
<<Lei che cosa ti ha detto?>>
 Gyada fece un breve riassunto sulla storia che le aveva raccontato Flos, arrivando alla storia d'amore con Neil e alle parole della madre. Firefly sospirava mentre ascoltava il racconto, ma quando arrivò la parte del tritone, i suoi occhi si rabbuiarono, lo sguardo era duro e triste. Ascoltò fino alla fine, una lacrima che minacciava di cadere, poi parlò con la voce tremante.
<<Non è tutta la verità. Lei ti ha mentito.>>
 Gyada era sorpresa. Le aveva mentito?
<<Perché? Cosa c'è di sbagliato nella versione di Flos?>>
<<Tante cose.>>
<<Raccontamele.>> <<Non oggi. Un altro giorno, ma per favore Gyada, non tornare più da lei.>>
<<Voglio sapere, mamma. Se non mi racconterai la tua versione dei fatti, non posso crederti e continuerò ad andare da Flos. Mi spiace.>>
 Firefly sospirò. Non se la sentiva di raccontare quella storia. La rabbia stava facendo posto alla tristezza e, quella lacrima che giocava a nascondino, finalmente decise di farsi vedere e cadere sulle guance dorate della fata.
<<Io e lei eravamo amiche. Inseparabili. Legate come sorelle. Un giorno andammo alla riva del lago proibito, dove vivono tante creature diverse da noi ...>>
Faceva una fatica incredibile a confidarsi con sua figlia. Quella storia ormai quasi sepolta dalla sabbia del tempo, stava riaffiorando, i ricordi e le immagini le apparvero nella memoria. Facevano male. Gyada si accorse che le tremava la voce, allora gli appoggiò la mano sulla sua e sorrise incoraggiante.
 <<Avevo all'incirca la tua età, quando ... quando lo conobbi.>>
 Sospiro profondo. Come se lo ricordava bene, il suo volto, la sua voce, le sue mani, la sua pelle, le sue parole.
<<Facemmo amicizia con un tritone di nome Neil. Lui era gentilissimo con noi e diventammo migliori amici. Fin qui la storia non fa una piega, ma da questo momento i nodi cominciano a venire al pettine e le bugie vengono a galla. Noi iniziammo a frequentarci anche quando lei non c'era. Il nostro rapporto si stava intrecciando, e finì che ci innamorammo l'uno dell'altro.>>
Gyada spalancò la bocca sorpresa. Sua madre e Neil? Firefly arrossì violentemente, ma continuò il racconto, sebbene le lacrime avevano iniziato a bagnarle il volto.
<<Sì Gyada. Eravamo felici insieme e lo dicemmo a lei. Rimase molto sorpresa dalla notizia che aveva appena ricevuto. Ci guardò con superiorità e ci disse che la nostra storia non sarebbe mai durata. Noi, però, continuammo la nostra storia. Aveva ragione, però. La storia non poteva durare, perché c'è una sola legge che vincola tritoni e fate: non si possono baciare, altrimenti l'acqua sulle labbra della creatura acquatica spegnerà il calore della fata e il calore delle labbra delle fate farà evaporare l'acqua dei tritoni. Stavamo bene insieme, ma non potevamo toccarci e questo era insopportabile. Lei era invidiosa di noi, le piaceva Neil e iniziò a vederlo di nascosto così me lo portò via.>>
Fece una pausa e bevve un bicchiere d'acqua. Come le faceva male parlare. Non aveva mai raccontato a nessuno quella storia, neppure a suo marito. Gyada non riusciva a credere alle sue orecchie. Flos le aveva mentito, ma perché? Firefly non era ancora riuscita a superare questa storia, malgrado fossero passati quasi vent'anni da allora.
 <<Non ebbero il coraggio di dirmelo, i codardi. Lo scoprii da sola. Un pomeriggio andai al lago per fare una sorpresa a Neil e ...>>
 Iniziò a singhiozzare. Gyada volò ad abbracciarla e a sussurrarle parole dolci. Neil era stato molto importante per sua madre e non era ancora riuscita a scacciarlo del tutto dal suo cuore. Firefly si riprese.
 <<E li vidi insieme. Ho anche salvato la vita a quella ... si stavano per dare un bacio. Si erano dimenticati della legge. Mi buttai su di lei per toglierla da lui, ma Neil appoggiò le labbra sulla mia spalla e mi lasciò una cicatrice.>>
Scostò i lunghi capelli, si abbassò la manica del vestito che stava indossando e scoprì una macchia rossa grande come una moneta. Gyada toccò la ferita e sua madre ebbe un brivido. Non l'aveva mai vista, era per questo che sua madre non portava mai le spalle scoperte? Per quella macchia?
<<Lei non mi ringraziò neanche. Mi spinse via e se ne andò. Neil invece si preoccupò della ferita, ma ormai non poteva più far niente. Mi ringraziò per averlo salvato. Si scusò di avermi fatto soffrire, disse che all'inizio io gli piacevo veramente, ma poi era stato catturato da lei e si era innamorato. Perdonai lui, ma non lei. Era la mia migliore amica e mi aveva tradita. Anche se perdonare ha un significato diverso da dimenticare. Giorni dopo, lei venne da me per chiedermi perdono, ma non le aprii la porta. Avevamo chiuso dopo tanti anni di amicizia profonda.>>
 Si coprì la spalla e la macchia.
 <<Mi è rimasto solo questo di lui.>>
Disse sfiorandosi il punto in cui aveva la cicatrice.
<<Una piccola macchia rossa.>>
In quell'istante tornò a casa Fire.
 <<Buongiorno alle fate della mia vita!>>
Si accorse degli occhi lucidi di Firefly e della faccia sconvolta di Gyada.
 <<Che c'è?>>
Firefly tremava. Gyada iniziò a parlare.
<<Mamma mi stava raccontando di ...>>
 Firefly scosse la testa e sussurrò "ti prego". Gyada capì che suo padre non sapeva niente di quella storia.
<<Di come mi sono fatta questa cicatrice.>>
 Concluse Firefly indicando la spalla.
<<Ah, sì! La puntura di calabrone!>>
Fire rise.
<<Mi sono sempre chiesto come tua madre non sia riuscita a sfuggire a quel calabrone, visto che alla tua età era la fata più veloce tra le fate. Avrà avuto la testa tra le nuvole.>>
Strizzò l'occhio a entrambe, baciò sua moglie e se ne andò a lavarsi, ridendo.
<<Gyada, tuo padre non sa niente di questa storia. Ti prego, non dirglielo!>>
 <<Perché?>>
 <<Perché mentre stavo con tuo padre ... ho iniziato a frequentare Neil.>>


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