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Passarono i mesi. Le foglie degli alberi caddero, il suolò si riempì di neve. La neve si sciolse, spuntò la prima erbetta verde e i primi fiori. Il sole si fece rivedere in tutto il suo splendore. L'amicizia tra tritone e fata andava rafforzandosi e, forse, stava iniziando a diventare qualcosa di più. Abyss e Harena avevano fatto pace, dopo che lui era esploso e aveva riversato su di lei tutta la sua rabbia. Si erano chiariti, si erano chiesti scusa e si erano baciati, anche se lui non era ancora completamente felice. Il fidanzamento andava bene. I preparativi erano stati ultimati, tutto era pronto, a parte lo sposo.
Gyada aveva fatto amicizia con Redwood, dopo il loro primo incontro, il ragazzo aveva cercato di farsi notare dalla fata con ogni mezzo: con dei fiori, con delle battute spiritose e, soprattutto, non avendo fatto amicizia con Lux. Allora lei aveva aperto il suo cuore e gli aveva donato un po' del suo affetto. Abyss non era contento dell'amicizia tra Gyada e Redwood. Era leggermente geloso, perché pensava di essere lui il suo unico amico, invece lei aveva trovato un altro. Durante le loro conversazioni, lei parlava soprattutto del suo nuovo amico e Abyss era lievemente infastidito. Come Gyada era seccata da Harena. Aveva iniziato ad essere invidiosa, Non voleva che lui si sposasse. Non doveva. Lui non l'amava. Voleva che lui fosse felice. Solamente questo.

<<Secondo me non dovresti sposarti.>>
Gyada era seduta sull'erba schiena contro schiena con Abyss.
 <<Cosa?>>
 Il tritone non era certo di aver capito bene la frase appena pronunciata dall'amica. Sperava che fosse ciò che lui aveva creduto di sentire. Gyada era imbarazzata, però decise di ripetere. <<Dicevo solamente che, secondo me, tu non dovresti sposarti con lei.>>
 Aveva capito bene. Sospirò, chiuse gli occhi e si morse le labbra. Aveva ragione lei.
<<Gyada, lo so. Lo credo anche io. Ma lo sai che ormai non posso più tirarmi indietro. Mi dispiace, ma io ...>>
La voce si affievolì e Gyada capì che Abyss era triste, non era felice, forse addirittura disperato. Cercò di consolarlo, ma non sapeva che cosa poteva dirgli.
<<Gyada, io non voglio sposarmi con lei. Io non voglio lei. Sono troppo giovane, io non la amo. Io non voglio, Gyada! Non voglio ... non ... >>
Una lacrima gli rigò la guancia perfetta, ma se la asciugò rabbiosamente. Gyada si commosse. Si ricordava di quando, qualche mese prima, gli aveva detto che era un insensibile. Adesso era sicura che lui aveva un cuore. Come aveva detto Abyss, anche lui soffriva. Anche lui piangeva. Non era una statua.
<<Ti prego, Gyada! Non piangere anche tu!>>
La fata sorrise tra le lacrime, come un raggio si sole tra le nuvole.
<<Mi dispiace tantissimo Abyss!>>
Voleva abbracciarlo. Aprì le braccia e si stava fiondando su di lui quando sentì un urlò.
Entrambi si voltarono nella direzione dell'urlo. Videro solamente una luce dorata che scompariva tra gli alberi. Gyada avrebbe riconosciuto quella luce tra mille: Lux. Che cosa stava facendo lì? La stava forse spiando? Aveva visto tutto? Abyss capì che Gyada era terrorizzata, ma non ne capiva il motivo.
<<Ehi Gyada, tutto bene?>>
La fata respirava affannosamente, con gli occhi sgranati e gli afferrò la mano, incurante del bruciore che gli procurava quel tocco.
<<Abyss ... devo andare!>>
<<Che cosa? Cosa dici? Perché?>>
Non l'aveva mai vista così spaventata.
<<Abyss, non ti posso spiegare! Devo andare ... non mi devono trovare qui! Ho infranto la legge!>>
Il tritone iniziava a capire. L'avevano scoperta. Non voleva che la trovassero, chissà cosa le avrebbero fatto ... non voleva neanche pensarci.
<<Vattene!>>
Gyada annuì, mollò la mano dell'amico, si alzò in piedi ma ... troppo tardi. Un gruppo di fate era lì, a guardare lei e in mezzo a loro stava Lux, con un sorriso maligno sulle labbra. Si era finalmente vendicata. Gyada si rivolse ad Abyss. Anche lui era in pericolo. Non poteva far prendere anche lui.
<<Vai via!>>
Il gruppo di fate si avvicinò. Gyada guardò i suoi rivali e il tritone dietro di lei. Ormai l'avevano visto.
<<Vattene! Ti prego!>>
<<No! Ti aiuterò!>>
Qualche fata si staccò dal gruppo compatto e cercò di prendere la strana creatura nell'acqua, mentre le altre acciuffavano Gyada e la legavano. Gyada implorò il tritone con le lacrime agli occhi.
<<Non puoi aiutarmi!>>
<<No!>>
<<Ti prego, vai via!>>
Aveva la sguardo supplichevole e Abyss non riuscì a non eseguire la sua volontà. Si allontanò lentamente dalla riva del lago, dove stavano portando via la sua amica. I loro sguardi non si lasciarono neanche per un momento. Ad Abyss si stringeva il cuore e lo stomaco vedendola ridotta così. Che cosa le avrebbero fatto? Ma la domanda che lo angosciava più di tutte era: "la rivedrò mai?"
Gyada piangeva, nei suoi occhi si poteva leggere la paura, ma anche il sollievo perché Abyss era salvo. Si lasciò condurre via dall'esercito di fate. Una sola rimase indietro a guardare la creatura acquatica e Abyss rispose allo sguardo. Era la stessa fata che li aveva spiati, la stessa che aveva quel ghigno maligno sul viso quando avevano preso Gyada. Chi poteva mai essere così perfida da fare una cosa del genere? L'ammirò per qualche istante e Abyss fece lo stesso, per non mostrarsi debole. Non abbassarono mai lo sguardo. Quando la fata sparì dalla sua visuale, si inabissò lentamente per tornare nel suo mondo.

<<Lasciatemi andare!>>
Gyada si divincolava, piangeva, pregava, implorava ... ma le guardie non volevano sentire ragione. La stringevano forte, le corde le tagliavano la pelle, le ali le erano state bloccate per impedirle di volare via. Lux l'affiancò, sempre con quel sorrisetto sul volto. La guardò soddisfatta e Gyada tolse lo sguardo disgustata. Sapeva che non erano in buoni rapporti, che non si sopportavano a vicenda, ma non pensava che Lux fosse diventata così maligna.
<<E così sono riuscita a vendicarmi, finalmente!>>
Rise aspramente. Gyada la guardò con cattiveria.
<<Perché? Che cosa ti ho fatto?>>
Lux fece una risata beffarda.
<<Non fare finta di niente folletto! Mi hai messa in imbarazzo davanti a tutte le mie amiche!>>
<<Ti ho chiesto scusa! Le tue amiche? Io non le definirai in questo modo! Se sono veramente tue amiche, dove sono in questo momento? Dov'erano quando ti eri chiusa in casa? Dov'erano oggi, o ieri, o un mese fa, quando gironzolavi tutta sola? Dov'erano?>>
Lux divenne pensierosa. Aveva ragione, non erano vere amiche, ma erano le uniche persone che l'accettavano per come era in realtà.
<<Vogliamo parlare di amici Gyada? Bene, allora ... dov'è il tuo amico pesciolino? Cosa ha fatto lui per aiutarti? Niente! Se né tornato da dove proviene e non ha alzato un dito per aiutarti! Quello sarebbe un amico?>>
Gyada era furiosa. Non con Abyss, ma con la fata che le camminava accanto. Diede una scossa alla corda che la imprigionava e lo difese.
<<Non ti permettere Lux! Non ti permettere mai più di giudicarlo! Non lo conosci! Lui c'era in molti momenti difficili! Lui mi ha sempre aiutata! Io posso sempre contare su di lui! Non sputare fango sulle persone che non conosci! Non permetterti mai più, Lux! Capito? Mai più!>>
<<Oh, oh, oh! Questa non era solo un'amicizia allora! Non lo sai, folletto, che le fate lucciole non vanno d'accordo con l'acqua? Non lo sai che se tocchiamo l'ambiente del tuo amato, evaporiamo?>>
<<Lo so perfettamente! Infatti lui è solo ... un amico.>>
Dire quelle parole era difficile e una morsa le strinse lo stomaco.
<<Oh povera creaturina ... lui non ti vuole?>>
Disse con falsa preoccupazione. Gyada non voleva ascoltare quelle parole. Le facevano troppo male. Cercò di tapparsi le orecchie, ma le corde non le permettevano di muovere le braccia. <<Smettila! Lux, sei la fata, anzi la creatura più crudele che io abbia mai conosciuto! Non dire niente, stai zitta se non conosci! Tu mi disgusti! Vattene, mi hai fatto rivoltare lo stomaco!>>
Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, tra le lacrime. Lux sorrise beffarda. Così, Gyada provava qualcosa per quella strana creatura. I suoi sentimenti le avrebbero fatto patire una pena ancora più difficile. Non parlò fino all'arrivo a casa. Tutti la guardavano e la riconoscevano. "Cosa le è capitato?" Era la domanda che si ponevano tutti. Sua madre e suo padre erano fuori in cortile e quando la videro strillarono. Le andarono vicino sbalorditi.
<<Gyada! Cosa è successo?>>
<<Lasciatela andare! Lasciatela vi ho detto!>>
Urlarono Fire e Firefly. Le guardie li allontanarono e dissero:
<<Scoprirete tutto quando ci sarà il processo. Vostra figlia ha infranto una delle leggi fondamentali e più importanti: ha avuto contatti con l'altro mondo.>>
Firefly era delusa dalla figlia. Gyada poteva leggere nei suoi occhi. Fire era stupito. Quante volte gliel'aveva detto di non andare sul lago? Perché non l'aveva ascoltato? Perché doveva sempre fare di testa sua? Gyada gli sussurrò: "Scusate". Poi venne portata via, nel palazzo della regina.

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