EPILOGO

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Tutti si chiesero che fine avessero fatto la fata e il tritone. Flos si era alzata dal letto e non aveva trovato la sua protetta. La cercò dappertutto, in tutta la casa, nel giardino, sulle sponde del lago ma non la trovò.
<<Gyada! Gyada! Dove sei? Rispondimi!>>
Gridò con le lacrime agli occhi. Piangeva dalla disperazione, per la sua stupidità perché non l'aveva capita. Arrivò Brunn. Bussò leggermente sulla porta, la fata lo invitò ad entrare tutta preoccupata e gli spiegò l'accaduto.
<<Non può essere scappata. Mi aveva detto che si era rassegnata al matrimonio del tritone.>> Entrambe le fate sgranarono gli occhi. Quell'unica possibilità di stare insieme sfiorò i loro pensieri. Flos non ci poteva credere. Le aveva proibito anche solo di pensare di poter unirsi con Abyss, aveva creduto di aver chiuso l'argomento, pensava che Gyada si fosse abituata all'idea di dover cambiare vita, che si fosse rassegnata a vivere con il suo amore impossibile. Brunn scosse la testa pensieroso, mentre guardava con sopracciglia corrugate il pavimento di Flos. Non aveva mai creduto nel vero amore. Aveva sentito storie di fate che erano impazzite perché non erano potute stare con la persona di cui erano innamorate. Aveva sempre creduto l'amore come una perdita di tempo, un sentimento inutile e, forse, anche inesistente. Ma in quel preciso momento capì le emozioni che aveva creduto fossero solamente una chimera, le aveva viste materializzarsi davanti ai suoi occhi, e si erano presentate con l'aspetto di Gyada e Abyss. Capì il profondo legame e la forte passione che li teneva stretti in un vortice continuo di affetto e amore. Sì, ne era convinto, l'amore vero esisteva e capì che era troppo tardi per salvarla. Capì che lei aveva seguito il suo cuore, poiché la sua voce era più forte di quella della ragione. <<Cerchiamola! Dobbiamo fermarla dal fare quella stupidaggine!>>
Flos batté i pugni sul tavolo facendo sobbalzare Brunn. La guardò con occhi pieni di compassione, ma non aveva il coraggio di rivelarle la verità che, sapeva, anche Flos conosceva in fondo al cuore. Avvisarono Firefly e Fire. La madre era disperata, non era neanche riuscita a vederla per l'ultima volta, non era mai andata a trovarla in tutto quel tempo e Fire fingeva di non essere preoccupato per sostenere la moglie, ma in realtà lo era moltissimo. Cercava di essere ottimista, anche se sapeva perfettamente cosa avesse fatto la figlia, ne era certo. La conosceva.
<<La mia bambina! La mia povera bambina! Il mio fiorellino! Come ho potuto abbandonarla?>>
Firefly cadde in ginocchio nella cucina di casa sua e Fire le si avvicinò per prenderla per le spalle e farla rialzare in piedi, mentre l'avvolgeva in un abbraccio colmo d'amore, di dolore e di sofferenza. Fire nascose il viso tra i capelli morbidi della moglie e gli scappò una lacrima che conteneva tutta la sua disperazione e si fece coraggio. Continuò ad accarezzare la testa di Firefly e Flos e Brunn rimasero con loro tutto il giorno, in silenzio, rispettosi della loro angoscia. In tutto il paesino natale di Gyada si sparse la voce che lei era scappata. Le coetanee della fata erano veramente dispiaciute, perché non erano riuscite a conoscerla veramente e Lux si sentiva terribilmente in colpa per ciò che aveva fatto: Gyada era scappata e non sapevano cosa le fosse successo a causa sua. Così, per il rimorso e il senso di colpa, se ne andò dalla cittadella senza dire niente a nessuno e sparì nel nulla. Non si ebbero più sue notizie, anche se non sapeva che Gyada, in cuor suo, l'aveva perdonata per tutti i suoi sbagli, infatti era merito dell'informazione che Lux aveva dato alla regina se Gyada ora stava con il suo amore.
La notizia arrivò anche a palazzo e la sovrana fece cercare la piccola fata dappertutto, in tutti i boschi vicini, ma nessuno la trovò.
<<Cercatela! Non può essere sparita nel nulla! E' solo una bambina e non può essere andata lontano!>>
Ordinò la regina a tutte le guardie, a tutti i sudditi, a tutto il paese. Ma fu inutile. Anche la vecchia Sidus scoprì la faccenda che stava facendo preoccupare l'intero paese, ma lei era a conoscenza di tutta la storia perché, finalmente, il destino di Gyada le era chiaro e non più offuscato come l'anno precedente. Le era apparsa una notte in sogno. Aveva visto il sole potente e accecante, un deserto arido e sabbioso; poi un oceano immenso e bellissimo, acqua fresca e dissetante, una brezza marina piacevole tra le dita e i capelli. L'oceano ad un certo punto, si era riversato nel deserto, sommergendolo quasi completamente. Si fece buio. Una luce accecante apparve ed ebbe l'immagine di Gyada e Abyss insieme e felici, mentre le sorridevano ed emanavano amore. Allora anche lei si era svegliata piangendo e ridendo nello stesso momento. Piangeva per la felicità che aveva provato nel percepire un così forte sentimento e rideva per il fatto di aver capito finalmente il destino di quella strana fatina che l'aveva sempre incuriosita, fin dal momento della sua nascita.

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