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Mancava solamente un giorno. Solo un maledettissimo giorno, e poi sarebbe stato al suo fianco per sempre. Iniziò a prepararsi, andò a ritirare il suo abito per la cerimonia. Pagò la casa dove avrebbe dovuto vivere con lei. La sistemò per bene. Non riusciva a non pensare alla fata, mentre si rendeva conto che non l'avrebbe mai più vista. Ritornò nella sua vecchia camera, ormai quasi del tutto vuota, perché stava traslocando nella sua nuova casa. C'era solo il letto che occupava una parete, quello non se ne sarebbe mai andato, perché il tritone avrebbe dovuto dormire con Harena. Sentiva il tempo scorrere, i minuti, i secondi, le ore passavano troppo velocemente. La tradizione voleva che lo sposo e la sposa non si vedessero il giorno prima del matrimonio, perché portava malasorte, un pensiero fece sorridere tristemente il tritone, poteva andare a trovarla per attirarsi la sfortuna, ma non poteva deludere Harena, lei teneva troppo al suo matrimonio. Quello era l'ultimo giorno di libertà e decise di non passarlo a deprimersi sdraiato sul letto, così uscì di casa diretto chissà dove. Prese la prima strada che incrociò e nuotò dritto. Non sapeva dove stava andando, ma voleva andare, dimenticare tutto e tutti, almeno per un giorno. Solo uno. Arrivò ad uno spiazzo dove il suolo non era coperto dalla sabbia, ma da alghe verdi. Si sedette sul prato e guardò in su. Chiuse gli occhi e immaginò di vedere il volto di Gyada che gli sorrideva rassicurante, riprese a vedere ma non c'era nessuna fata davanti a lui. Si sdraiò contemplando il silenzio e la solitudine, pensando all'anno che era appena passato. Cos'era successo? Aveva incontrato Harena e poi lei, la fata che gli tormentava il cuore. Quanti scherzi, quanti giochi, quanto tempo sprecato. Non avrebbero mai dovuto incontrarsi, a quell'ora lui avrebbe potuto essere felicemente fidanzato con la sirena e, magari, anche innamorato di lei, e invece no ... era comparsa Gyada nella sua vita. Non era rimpianto quello che provava, nemmeno rabbia, era solo rimorso per non essersi accorto prima del forte sentimento che stava crescendo nel suo cuore. Oppure si stava rammaricando di non aver seguito il consiglio di suo padre e di sua madre? Cambiò fianco e appoggiò la testa sulla mano, accarezzando le alghe sotto di lui. Almeno aveva potuto vederla un'ultima volta, anche se per pochi istanti; sarebbe rimasta comunque nel suo cuore, in un luogo destinato e dedicato solo a lei. Passò il resto del giorno su quel prato di alghe verdeggiante, poi decise di tornare a casa per dormire un'ultima volta nel suo letto, da solo.

Redwood era andato a trovare Gyada con un mazzo di fiori che aveva trovato sulla via. Gli aprì Flos e, prima di mandarlo dalla fatina, gli fece qualche domanda.
<<Che cosa sta succedendo tra te e Gyada?>>
Redwood aveva un sorriso larghissimo e luminosissimo.
<<Gyada ed io stiamo insieme.>>
<<Finalmente ha dimenticato Abyss?>>
Redwood si rabbuiò. Era leggermente geloso di quella creatura che dominava i discorsi di Gyada.
<<No, ma ci sta provando.>>
<<Ti sembra felice?>>
<<Veramente non tanto. Era più felice quando si frequentava con il tritone, ma la renderò felice. Ci riuscirò.>>
Flos sorrise e gli diede una leggera pacca sulla spalla, ringraziandolo per quello che stava facendo per la sua ospite. Redwood ricambiò il sorriso e andò da Gyada.
Bussò leggermente alla porta socchiusa. La fata si girò a vedere chi fosse e Redwood scoprì che aveva gli occhi rossi. Entrò senza aspettare il suo permesso, appoggiò i fiori sulla scrivania e si mise di fronte alla sua fata.
<<Perché stai ancora piangendo?>>
<<E' domani.>>
Due semplici parole.
<<Che cosa?>>
Le accarezzò una guancia e le scostò i capelli dal volto.
<<Il suo matrimonio.>>
Tolse la mano dal suo volto e la lasciò cadere sul copriletto colorato. Ancora con questa storia. Non la sopportava quando parlava di lui. Non capiva che lo faceva soffrire se raccontava tutto ciò che facevano insieme? Non lo capiva che lui provava un reale sentimento per lei?
<<Gyada, dimmi la verità ... credi che io stia giocando?>>
La fata lo guardò non capendo dove volesse arrivare.
<<Perché mi fai questa domanda?>>
<<Tu credi che io stia con te per quale motivo?>>
Gyada aprì la bocca ma la richiuse.
<<Tu pensi che a me faccia piacere sentirti parlare ogni volta di Abyss? Credi che mi diverta a vederti piangere?>>
La sua voce era diventata fredda e tagliente.
<<No.>>
<<Allora perché continui?>>
<<Perché sto male.>>
<<Ma se tu mi parli di lui, di voi, del vostro amore, pensi che io non soffra?>>
<<Non lo so.>>
Redwood fece una risata ironica.
<<Non lo sai? Io mi sono messo con te perché provo un forte sentimento per te, non perché voglio ascoltare le tue lamentele da fata depressa. Tirati su.>>
<<Mi dispiace. Se non mi sopporti allora è meglio che ci lasciamo.>>
Non era la risposta che Redwood si aspettava.
<<Non ho detto questo. Dico solo che non mi fa piacere ascoltarti mentre piangi per lui. Soffri tu, soffro io.>>
<<Hai ragione. Cercherò di non star male in tua presenza.>>
Cadde un profondo silenzio imbarazzante. Nessuno dei due sapeva che cosa dire, non avevano argomenti in comune. Redwood in quel momento si ricordò i fiori abbandonati sul tavolo, li prese e, baciandola, glieli regalò. Gyada accettò volentieri il regalo e annusò i fiori. Non erano i suoi preferiti, ma potevano andare bene come primo regalo. Ringraziò e gli sfiorò la guancia con le labbra. Redwood arrossì un poco a quel gesto, ma non si fece vedere.
<<Allora, è proprio una giornata calda oggi, vero?>>
<<Mh-mh! Già.>>
Rispose Gyada. Non aveva voglia di stare insieme a lui, non vedeva l'ora che se ne andasse per lasciarla sola, ma non glielo disse. Redwood aspettò ancora qualche minuto e poi decise di andarsene. La baciò per salutarla e si diresse verso casa. La fata tornò nella sua camera e, appena chiuse la porta, trovò sotto di essa una foglia con poche parole scritte sopra: "Domani prima di mezzogiorno". La lesse e la rilesse più volte, capì che era la data e l'ora del matrimonio. Magari poteva fare un salto al lago per fargli gli auguri, nel caso che il tritone emergesse. Voleva solo augurargli una vita serena, non voleva pregarlo di non sposarsi con Harena, non era così cattiva. Era decisa, domani mattina presto si sarebbe diretta al lago, a costo di essere scoperta e rinchiusa per sempre. Mangiò la leggera cena che Flos le lasciò dietro la porta, annusò i fiori che le aveva regalato suo padre, pensò a sua madre, che non era venuta a trovarla a causa di Flos e si mise a letto, addormentandosi immediatamente con il cuore che batteva per l'emozione.

WATERTREEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora