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Lux aveva cominciato a spiare Gyada. La osservava con gli occhi all'arrivo in classe, durante le lezioni e all'uscita da scuola. Aveva notato che, al termine delle lezioni, la fatina verde si dirigeva sempre nel bosco. Lux aveva pensato di seguirla e scoprire cosa facesse tutto il tempo che stava via da casa sua. Chi andava a trovare? Aveva trovato un amico segreto? Faceva qualcosa di illegale? L'idea di Gyada in prigione, la emozionava. Era diventata cattiva, molto cattiva da quando la fata l'aveva messa in ridicolo davanti a tutti e era assetata di vendetta. Non pensava ad altro dalla mattina alla sera. La spiava continuamente. Sapeva ogni suo movimento, era al corrente di ogni piccola cosa, tranne del segreto che nascondeva tra le fronde degli alberi. A lei era proibito andare oltre il limitare del bosco, per cui non poteva seguirla.

In quel periodo, nel bosco di Maple arrivò una nuova famiglia. Era composta da due genitori e da un ragazzo della stessa età di Gyada. Era molto cordiale, gentile, disponibile con tutti ed era anche molto affascinante. Il suo sorriso metteva in ombra tutti gli altri ragazzi. Per cui tutte le fate erano incuriosite da quello strano tipo. Aveva i capelli color cioccolato che incorniciavano il volto sottile e delicato color del grano. Occhi profondi e neri come l'oscurità, guizzavano vispi e attenti da ogni parte. Andava nella stessa scuola di Gyada, nella stessa classe, ma lei non vi aveva fatto tanto caso, perché solitamente non si avvicinava ai nuovi arrivati, a causa di Lux e le sue compagne. Infatti prendevano sempre da parte i novellini e li mettevano in guardia da "quella strana fata verde" e gli altri non si avvicinavano. Questa volta, però, fu il nuovo arrivato a cercare di conoscere la fata verde. Era molto incuriosito da lei. L'aveva notata appena era arrivato nel bosco. Un'insolita creatura, ma sembrava molto carina.
<<Ciao. Io sono il nuovo arrivato!>>
 Gyada, che non si aspettava che lui venisse a parlarle, si alzò di scatto dalla sedia. Proprio il ragazzo più bello veniva a parlare con lei? La fata strana? Il ragazzo sorrise e le afferrò la mano.
<<Ehi, stai tranquilla!>>
Gyada non era convinta del comportamento gentile che aveva assunto il ragazzo e, senza mezze parole, gli porse una domanda.
 <<Perché parli con me?>>
 Il novellino rise. Gyada si sentì offesa, stava ridendo di lei? Ma come si permetteva? Non l'aveva neanche mai visto e lui le rideva in faccia. Si imbronciò e si girò per uscire e andare da Abyss, ma il ragazzo, dopo aver scoperto l'errore che aveva fatto, cercò di rimediare.
 <<No, no aspetta! Scusa, non volevo!>>
Gyada era offesa. Negava pure. Come prima impressione non era stata buona.
<<Ridevi di me!>>
 Il ragazzo nuovo si fece serio. Il sorriso sparì dal suo bel viso.
 <<Assolutamente no! Io ridevo con te, non di te.>>
Gyada incrociò le braccia e si strinse nelle spalle.
<<Si da il caso che io non stessi ridendo. Addio.>>
Proprio una brutta fata! Era nuovo, ma l'aveva già catalogato nella categoria del gruppo di Lux, e quello non era assolutamente il suo tipo di fata.
<<Hai ragione. Ho sbagliato. Ricominciamo?>>
Gyada era scettica.
<<Non mi sembra il caso. Addio.>>
Il novellino non si arrese.
<<Io mi chiamo Redwood. Sono nuovo, Tu chi sei?>>
Gyada lo squadrò. Non si fidava di lui, ma non le sembrava cortese non presentarsi. Aspettò troppo.
<<Ok, se non vuoi proprio avere nessun rapporto con me ...>>
 <<Io sono Gyada.>>
 Rispose la fata stizzita. Redwood si aprì in un sorriso luminoso.
 <<Grazie, signorina!>>
 Le prese la mano e gliela baciò.
 <<Oh ti prego! Evita!>>
Gyada lo guardò contrariata. Le faceva piacere avere tante attenzioni, ma addirittura ricevere un baciamano le sembrava sicuramente eccessivo.
 <<Scusa, non ti volevo offendere! Non lo farò più se ti da fastidio.>>
 <<Sarà meglio! Perché parli con me?>>
<<Perché ti trovo interessante. Più interessante di tutte le altre.>>
 <<Nessuna di quelle altre ti ha messo in guardia su di me?>>
 Redwood sorrise, scosse la testa e si fregò gli occhi scuri, ma accesi di un luccichio gioioso.
<<Oh, sì. L'hanno fatto.>>
<<E tu sei venuto lo stesso a parlare con me?>>
Magari non era così male quel nuovo arrivato. Lo stava rivalutando.
 <<Certo. Ti ho vista sempre da sola da quando sono qui e magari, mi chiedevo, se desideravi un po' di compagnia.>>
 Ah sì, adesso era chiarissimo. Gli aveva fatto pena. Prese la borsa con tutti i suoi libri di scuola, si mise la tracolla e incrociò le braccia sul petto.
 <<Ascolta Redwood, io non voglio la compassione di nessuno. Capito? Tantomeno la tua. Quindi, fammi il favore di stare alla larga da me e frequentare le persone che assomigliano a te! Io non ho bisogno di compagnia, men che meno della tua. Addio!>>
 Gyada si allontanò scocciata. Redwood sbuffò mettendosi le mani sui fianchi. Non era riuscito a fare colpo, quella fata lo incuriosiva e gli piaceva.
Ma chi si credeva di essere quello sbruffone? Prima l'aveva derisa, poi le aveva fatto il baciamano e provava compassione per lei. Non lo sopportava! Si mise a urlare mentre volava rabbiosamente verso il lago.

<<Allora, che colore preferisci per la guarnitura della torta? Acquamarina oppure blu cobalto?>>
Abyss sbuffò e girò gli occhi. Basta con questi colori, con tutte le stoffe, con i menù che aveva dovuto assaggiare ... era esausto! Harena era pesante, ossessionata dal matrimonio, mancavano ancora mesi al ricevimento e lei si vedeva già come sua moglie. Voleva urlare, gridare, litigare con lei. Il loro rapporto era troppo perfetto. Sempre carini e gentili l'uno con l'altra, mai un litigio, mai un'opinione diversa, mai un "no" ma sempre "sì".
<<Harena, non lo so! Fai come vuoi, mi piacciono tutti e due i colori. Decidi tu! Se vuoi farlo blu, falla blu ... se vuoi farla acquamarina falla acquamarina! Non so! Non mi intendo di queste cose!>>
 Harena incrociò le braccia, appoggiò i colori e lo guardò.
<<Abyss! Sveglia, su un po' di vita! Sembra che non te ne importi niente!>>
 Stava esagerando e lui stava esplodendo.
<<Quante cose abbiamo deciso oggi? Colore del tavolo, della tovaglia, dei tovaglioli, delle candele! Adesso pretendi che io decida anche il colore della torta? Non distinguo più i colori, ormai, e mi viene la nausea a vedere quelle tavolozze! Basta! Non ce la faccio più! Mancano quasi mesi al matrimonio e sembra che ci dobbiamo sposare domani, santo Nettuno! Fammi respirare! Fammi vivere questi ultimi mesi di libertà!>>
 Harena aveva la bocca aperta per lo stupore. Era basita. Non pensava che Abyss provasse quei sentimenti. Era semplicemente stupita. Si coprì la bocca con la mano e fece un verso stridulo. Abyss stava respirando affannosamente. Era scoppiato. Si passò una mano sugli occhi e si accorse dell'ora che si era fatta. Era in ritardo! Gyada sarebbe arrivata di lì a poco e lui doveva farsi trovare. Aveva voglia di vederla, di raccontarle tutto ciò che era successo.
 <<Devo andare adesso. A dopo.>>
 E, senza aspettare risposta, uscì dalla casa della sirenetta e nuotò in su. Appena Abyss uscì dalla porta, Harena capì che il tritone non era felice con lei. Era evidente e il suo cuore si spezzò.

Gyada arrivò al lago ma non trovò nessuno. Era già irritata per le attenzioni che le aveva regalato Redwood e si stizzì ancora di più per il ritardo del tritone. Una cosa che non sopportava erano i ritardatari. Buttò la borsa per terra, si accasciò sul solito masso incrociando le gambe e guardando l'acqua blu del lago. Finalmente un viso spuntò dall'acqua e le sorrise. Gyada non ricambio il sorriso ma lo guardò alzando le sopracciglia.
 <<Sei in ritardo.>>
Lo accusò. Abyss si avvicinò alla riva e fece lo sguardo dispiaciuto, quello sguardo che riusciva sempre a far ridere Gyada.
 <<Scusa, so che odi i ritardatari, ma spero che farai un eccezione per me.>>
 Gyada sbuffò sorridendo, le faceva sempre tornare il buon umore.
 <<Solo per questa volta, e solo perché sei tu.>>
Abyss le sorrise ringraziandola e le mandò un bacio. Gyada arrossì e rise.
 <<Cosa ti ha trattenuto?>>
 Il tritone si appoggiò con i gomiti sulla riva e iniziò a raccontare delle frasi che si erano scambiati lui e Harena poco tempo prima.
 <<Abyss, non preoccuparti. Capita a tutti di avere un giorno no ogni tanto e lo capirà anche lei.>>
Abyss sorrise annuendo, ma si era accorto che qualcosa non andava. La fata era diversa.
<<Che succede Lucciola?>>
Scosse la testa, non voleva raccontare, ma alla fine fu costretta rivelare il motivo del suo stato d'animo.
<<Come hai fatto a capire che non ero felice?>>
 <<Semplice, dal tuo sguardo, dalla tua voce, dai tuoi gesti. So capire te.>>
 <<Grazie, mi fai sempre sentire meglio.>>
 Le accarezzò la mano, facendole percepire un pizzicorino.


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