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Aqua girovagava per la stanza seguita da Harena, con numerose lettere nella mano. Stavano organizzando il matrimonio. Avevano già scelto la data. Sarebbe stata l'anno successivo, come voleva la tradizione, esattamente la stessa data nella quale c'era stato il primo bacio. Abyss era confuso ma allo stesso tempo sollevato perché aveva ancora un anno di libertà e, magari, avrebbe iniziato a provare gli stessi sentimenti che provava Harena nei suoi confronti. Non ci credeva molto, ma lo sperava vivamente.
<<Abyss! Non stare lì con le pinne in mano! Vieni ad aiutarci!>>
 Il tritone si alzò dalla sedia sbuffando piano e nuotò nella loro direzione.
 <<Cosa devo fare?>>
<<Ti devi sbrigare, ecco cosa devi fare! Siamo in ritardo con i preparativi, ti rendi conto?>>
<<Mamma, stai calma! Manca ancora un anno al matrimonio. Abbiamo tutto il tempo per ...>>
Harena lo zittì.
<<Abyss! Cosa stai dicendo? Sarà il giorno più importante della nostra vita e accadrà una volta sola, quindi deve essere fatto bene!>>
 <<Harena, non ho detto che non deve essere fatto bene, ma mi sembra prematuro iniziare a prepararci adesso.>>
<<Tu non sai quante cose servano per organizzare un matrimonio! Bisogna scrivere le promesse, prenotare la chiesa, invitare i nostri amici, il vestito da sposa, il vestito dello sposo ... e molte altre cose!>>
 Sentirono qualcuno che singhiozzava poco lontano da loro.
<<Mamma! Piangi già adesso?>>
<<No ... pesciolino! Guardatevi, sembrate già marito e moglie. Litigate già come una coppia sposata!>>
Harena sorrise e prese a braccetto il tritone che alzò gli occhi al cielo.
 <<Abyss, renditi utile! Vai a scrivere la tua promessa.>>
<<Promessa? Che cos'è?>>
<<Abyss, ma non lo sai veramente?>>
Abyss scosse la testa.
<<Aqua, glielo spiego io! Abyss, devi scrivere i tuoi sentimenti per me. Ad esempio ... ti amerò per tutta la vita ... oppure tu sei la mia stella marina ... qualcosa come queste. Io la mia l'ho già fatta!>>
 Annuì, segno che aveva capito cosa doveva fare. Si sedette sul suo letto, prese carta e penna e buttò lì qualche frase senza senso.
 <<Che cosa posso scrivere? Ehm ... Harena, io e te siamo due granelli di sabbia che ... no! In un mare di stelle tu sei la più bella ... troppo banale. Harena, nei tuoi occhi grandi si specchia il mare ... che brutta! Non ce la farò mai! Non posso scriverle: Harena, io non ti amo e mi sposo con te solo per far felice i miei genitori e perché tu e mia madre avete frainteso il mio gesto ... che cosa faccio adesso? Non posso scrivere a qualcuno i miei sentimenti se per qualcuno non si provano sentimenti. Uffa!>>
 Una vocina nella sua testa gli sussurrò: "Pensa a qualcuno a cui sei veramente affezionato." Gli venne in mente subito una persona: Gyada. Iniziò a scrivere la sua promessa di matrimonio pensando alla fata.
 <<Gyada ... alla fine cambierò il nome ... Gyada ... non posso esprimere i miei sentimenti per te scrivendoli su un semplice pezzo di carta, perché essi sono troppo forti e intensi. Spero che tu capisca cosa provo per te non ascoltando queste semplici parole, ma vivendo il nostro amore ... perché tu, lucciola mia, sei importante, sei speciale ... prima di incontrarti, vivevo una vita amara, ma all'improvviso sei arrivata tu e sei diventata indispensabile, perché tu sei lo zucchero della mia vita. Grazie di esistere. >>
La lesse e la rilesse soddisfatto. Era fantastica, perfetta, magnifica. La mise nel suo cassetto scordandosi, però di cambiare il nome. Quel giorno le due sirene, lo trascinarono per tutto il fondale del lago, per scegliere i biglietti, il ristorante, il menù ... ma quando si accorsero che il tritone era svogliato, lo rispedirono a casa dicendo che avrebbero fatto tutto loro. Abyss ritornò a casa e si sdraiò. Gli girava la testa. Rincasò il padre e gli diede una pacca sulla spalla.
<<Ehi figliolo! Come va il futuro sposo?>>
<<Insomma, diciamo che potrebbe andar meglio! Mi hanno trascinato nei preparativi per tutto il giorno! Non ce la faccio più! Non sono ancora sposato e sono già stufo di lei. È impossibile!>> <<Ah! Ah! Ah! Ti capisco Abyss! Anche mia madre e Aqua mi costringevano a scegliere i colori della chiesa, il menù per la cena e il pranzo ... alla fine mi cacciarono perché capirono che non mi interessava niente del matrimonio.>>
Abyss sorrise.
<<Grazie papà!>>
 <<Ti ho fatto ridere! Avevi la pelle chiarissima.>>
 <<Ero stanchissimo! Adesso esco. Ho bisogno di fare una nuotata per schiarirmi le idee. Ciao papà!>>
Andò sulla riva e trovò Gyada che ammirava il calar del sole. Non si accorse neanche che due occhi grigi la fissavano dall'acqua. Si svegliò quando sentì delle goccioline d'acqua che le bagnavano la mano, allora si accorse della presenza del tritone e ritrasse la mano rabbrividendo.
 <<Abyss! Mi hai fatto spaventare!>>
<<Eri pensierosa! Ti sei spaventata?>>
<<Eh sì!>>
Fece il labbro tremulo. Ad Abyss si sciolse qualcosa nel petto. Cosa gli succedeva quando stava con lei? Era così felice quando erano insieme e lei riusciva sempre a farlo ridere.
 <<Oh, scusa!>>
Gyada rise.
 <<Allora, con il matrimonio?>>
<<Tra un anno.>>
 Raccontò tutti i preparativi che aveva dovuto fare quel pomeriggio, sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Gyada era dispiaciuta, ma si rallegrò quando il tritone le disse che per scrivere la sua promessa di matrimonio si era ispirato a lei. La pelle verdina divenne verde come le foglie degli alberi di notte. Abyss sorrise compiaciuto.
 <<Gyada! Ti sei imbarazzata?>>
La fata nascose il viso tra le mani. Era lusingata e una lacrima traditrice cadde dall'angolo dell'occhio.
<<Oh Lucciola! Ti sei emozionata?>>
Abyss le accarezzò una guancia per scacciare la lacrima, ma il risultato fu quello di bagnala ancora di più.
<<Eh, mi sono commossa! Significa che tieni veramente a me ...>>
 <<Ma certo Gyada! Avevi qualche dubbio, forse? Dai, non piangere! Mi sono pentito di avertelo detto ...>>
<<No, hai fatto bene! Grazie. Oh Abyss, sei così tenero! Ti abbraccerei!>>
 Il tritone sorrise e decise di cambiare argomento perché iniziava a imbarazzarsi.
 <<Dai, asciugati gli occhi e dimmi, come va con Flos?>>
 <<Ho deciso di chiudere con lei. Mi tradisci una volta ma due no. E poi mi ha ricattata!>>
 <<Mi dispiace Gyada. So che le volevi bene. Secondo me, però, hai fatto bene. Gli amici non devono tradire la tua fiducia.>>

<<Abyss! Abyss! Abyss, ma dove sei? Dove ti sei nascosto? Abyss?>>
 Harena urlava il nome del suo promesso sposo per tutta la casa, ma il tritone non rispondeva alla chiamata.
<<Non c'è? Ma dove si è cacciato?>>
 Guardò per tutta casa e, quando fu certa che non ci fosse nessuno all'infuori di lei, uscì dalla porta d'ingresso e lo cercò fuori.
 <<Abyss? Abyss, dove sei?>>
 Guardò dappertutto, in tutti i luoghi che piacevano al tritone, ma non lo trovò. Proprio quando stava cominciando a disperarsi, un guizzo blu di una coda a lei molto famigliare le catturò lo sguardo. E lo vide arrivare sul fondo tranquillo e sorridente.
 <<Ehi Harena!>>
La sirena cacciò indietro le lacrime che le pizzicavano le guance. Aveva avuto paura che gli fosse successo qualcosa, che l'avesse abbandonata.
 <<Ehi Harena? Sai dire solamente questo?>>
 Iniziò a parlare la sirena.
 <<Ehm ... ciao Harena come stai?>>
 Tentò di riprovare Abyss. La sirena si avventò sul tritone e iniziò a picchiarlo sul petto.
 <<Ti rendi conto di quanto sono stata in pensiero per te? Ti ho cercato tutto il pomeriggio! Dov'eri? Mi hai fatto spaventare! Mi hai fatto paura ... ho paura, non ti posso perdere Abyss.>> Abyss la strinse tra le braccia, non avrebbe dovuto fare neanche quello, ma era la cosa più adatta da fare in quel momento. Adesso capiva che lei teneva veramente tanto a lui. Non poteva illuderla, ma non avrebbe potuto fare altrimenti. Povera sirenetta, avrebbe sofferto per lui. La strinse più forte al suo corpo e la baciò sui capelli.
 <<Harena, tranquilla ... stai tranquilla. Non mi è successo niente. Sto bene. Non ti lascerò.>>
<<Dimmi che mi vuoi bene ...>>
 <<Harena, io ti voglio bene.>>
 Era la verità, perché, sebbene non l'amasse, provava un certo affetto per lei. Il problema era che la vedeva come una sorella, non come sua moglie. Harena sembrava sollevata leggermente, ma non era ancora contenta. Voleva di più.
<<Dimmi che mi ami.>>
 Harena lo guardava con gli occhi velati e speranzosi. Adesso cosa doveva fare? Dirglielo, farla felice e iniziare un rapporto basato sulla menzogna, oppure mentirle, farla soffrire, rompere il fidanzamento e deludere i suoi genitori?
<<Harena, io non credo che questo sia il momento più opportuno, e soprattutto il posto ...>>
 La sirena lo guardò delusa e con lo sguardo sofferente.
<<Abyss, io te l'ho già detto ... tu non ...?>>
 Era in panico. Cosa doveva fare per non farla soffrire?
<<Perché? Tu non mi ami ... tu mi stai usando ...>>
 <<No, no Harena! Non pensare che io ti stia usando! Non lo pensare neanche!>>
<<E allora dillo, dì quelle due parole!>>
<<Ok. Va bene Harena! Io ... io ti amo.>>
Abyss si morse la lingua fino a farsela sanguinare e incrociò le dita dietro la schiena.
<<Grazie ... mi sento meglio.>>
Il tritone sorrise, la sirenetta lo bacio leggermente sulle labbra e si allontanarono. Che cosa aveva fatto? Altri errori, altri sbagli. Non poteva, non doveva illuderla. Purtroppo l'aveva fatto e si era legato ancora di più alla persona che non voleva sposare. Le aveva detto le tre parole che non bisogna mai dire se non si sentono certi sentimenti all'interno del cuore: Io ti amo.



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