5.

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Sono le sei. Dato che non sono una persona veloce e frettolosa, mi sono alzata due prima, non si sa mai. Mi vesto con un semplice jeans e maglietta, mi lego i capelli e infine prendo una tazza di cereali che mangio sul letto guardando la TV. Poi vado in bagno a truccarmi il minimo possibile  e aspetto seduta in cucina lo scoccare delle sette.

Manca poco alle otto,quando suona il campanello. Mi affaccio dalla finestra e vedo che James. Scendo velocemente. Forse fin troppo.

- buongiorno! - mi dice appena apro la portiera.

-mmm...buongiorno.- sbadiglio.

-sonno?- annuisco.

Il resto del viaggio è per lo più silenzioso e imbarazzante.

Ma appena arrivati a destinazione mi rendo conto che quella in cui lavorerò è una delle case più belle della città. È murata di bianco, con le finestre nere. L'aria sofisticata e l'eleganza dell'edificio, sommato al magnifico cortile che mi trovo davanti, da un effetto davvero mozzafiato. Sul lato destro della casa si intravede anche una piscina. Nel complesso, sembra anche abbastanza semplice e elegante come casa. Sempre se cosi può essere chiamata.

Mi fermo a fissarla a bocca aperta. (Beh, è ovvio, io vivo in un condominio!)

-vuoi entrare...o...- chiede James.

-eh? Ah, si...arrivo.-

Apre la porta, e mi fa strada all'interno. Saliamo su una scala a chiocciola che si affaccia sull'immenso cortile. Intanto mi guardo anche intorno dove tutto è perfettamente abbinato o messo in una determinata posizione apposta. Tutto perfettamente perfetto.

James va al piano di sopra dove qua, oltre diverse stanze che si diramano dal corridoio, una accecante luce che proviene dalla fine di quest'ultimo attira il mio sguardo curioso.

-wow! Posso...andare a vedere? - gli indico il punto esatto in fondo al corridoio.

-oh, certo fai pure. - dice con un sorriso.

Inizio a incamminarmi verso la stanza e poi entro con la stessa espressione che hanno i bambini in un negozio di caramelle. È una sala di medie dimensioni, con un divano e qualche poltrona al centro, il tutto incorniciato da fantastiche pareti in vetro.

Ovviamente la stanza è affacciata su una delle zone più belle di Madrid.

- e devi vedere di sera!- esclama cogliendomi di sorpresa. Mi volto di scatto e mi ritrova a meno di 5 centimetri dalla sua faccia.

-immagino! - dico ritornando velocemente nel corridoio.

-allora, qui c'è il bagno, quella è camera mia e infine quella di Salomè.- dice indicando la stanza di fronte a noi.

La porta è socchiusa, così lui si avvicina per aprirla lentamente. Entra silenzioso, mentre io lo aspetto appoggiata alla porta. Lo vedo chinarsi sulla bambina, dargli un bacio in fronte e uscire.

- dorme. -

- lo avevo capito!- dico sbuffando.

-okay...intanto ti faccio vedere come ambientarti e dove trovare cose che potrebbero servirti. - annuisco e lo seguo al piano di sotto. Oltre alla bellissima e spaziosa sala,  mi porta in cucina, che si affaccia sul cortile e alla sala da pranzo. In un angolo, poco distante dalle scale, si trova il bagno.

- ed è tutto qua. Se hai bisogno di qualcosa puoi chiamarmi pure. - dice accomodandosi sul divano.

- Ok. E invece tua moglie? Dov'è adesso? Si chiama Daniela, giusto?- dico sedendomi distante da lui.

- si, adesso è a lavoro, alcuni giorni forse vedrai lei e non me.
Tra un mese Salomè ricomincia la scuola, quindi probabilmente la dovrai portare tu. -

- ma io non ho l'auto! - dico stressata.

-userai la mia. - dice - ma guai se me la graffi! - dice ridendo.

- e con gli allenamenti come va?-

-bene, anzi benissimo. Ho una squadra mitica. -

- questa settimana avete una partita?-

-si, giovedì. Ci stiamo preparando ad affrontare il Barcellona. - dice passandosi una mano tra i capelli.

- uh, allora devo per forza andarci! Cosi faccio il tifo per il Barcellona!- ridiamo.

-ah, no! Ti farò diventare un perfetta madridista!-

-se,se, credici...- mi giro verso di lui. Noto che la distanza tra di noi si è radicalmente ristretta, dato che sono di nuovo a pochi centimetri dal suo viso. I miei occhi si posano involontariamente sulle sue labbra e quando li rialzo giuro di aver visto qualcosa nei suoi occhi. Sto pensando a tutte le cose che non dovrei fare in un momento come questo (tremendamente imbarazzante) e continuo a fissarlo negli occhi. Mi mordo istintivamente il labbro.

-io...- dovevo chiedergli qualcosa, anche se non so cosa. Mi avvicino ancora un po' e...

-papaaaaaaaà!-

O MIO DIO.

La bambina!

-ehi, buongiorno! - salta tra noi due, lasciandomi un po' spiazzata.

Mi separo da loro e mi alzo dal divano.

- scusate, ma dovrei andare un attimo in bagno.-

Percorro la stanza e appena entrata mi bagno la faccia con dell'acqua fredda.

Non ho ancora capito cos'è successo in soggiorno poco fa.

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Ehilà! Scusate il ritardo, l'ispirazione mi era morta. Capitolo corto, ma vebbè! Speriamo vi sia piaciuto 💙😂
Hugs, Emma & kol

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