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Mi alzo e mi accorgo che sono andata a letto vestita, rinunciando così al mio immancabile pigiama di lana con un'allegra capretta baldanzosa sul davanti (se ve lo state chiedendo si, io metto pigiami di lana anche in estate).

Subito corro a prendere il telefono per vedere se ho ricevuto delle chiamate o dei messaggi. Ma, con mio grande disappunto, noto che non ho ricevuto ne messaggi ne chiamate.

Arrendendomi al pensiero che prima o poi le chiamate arriveranno, mi faccio una coda abbastanza alta, lasciando un po' di movimento ai miei capelli biondo ramato, mi infilo le scarpe da ginnastica e con il cellulare stretto in mano esco per fare la spesa. Rinuncio all'idea di andare al super mercato con la mia Kawasaki verde speranza, essendo a un isolato di distanza da casa mia, e con le cuffiette alle orecchie mi avvio verso destinazione.

Entro e mi dirigo verso le uniche corsie in cui ci sono le cose che mi occorrono. Prendo pane a fette, prosciutto e salame confezionati, centinaia di barrette di cioccolata e il mitico gelato al pistacchio (utile nei momenti di crisi di ogni genere), poi mi dirigo verso la cassa e pago.

Sto per uscire dal negozio quando mi squilla il telefono. Sicura che sia per lavoro, rispondo finalmente entusiasta.

-Buongiorno, con chi ho il piacere di parlare? -

-Anne, sono io! - esclama una voce squillante dall'altro lato. Il sorriso mi muore sulle labbra.

-Mamma. -

-Oh, Anne ci manchi tremendamente! Io e tuo padre non sappiamo come rimediare a questo nostro tremendo errore, ma ti prego torna da noi e possiamo ricominciare insieme come...-

-Rachel, ti prego! Non dire queste schifezze! - La interrompo bruscamente e sento che sussulta violentemente. - Ho bisogno di staccarmi da voi, dall'Inghilterra e da quella maledetta città. Ho bisogno dei miei spazi. Mi trovo a Madrid da pochi giorni e ho già trovato un buon alloggio in centro grazie all'aiuto di una vecchia amica. Sto bene, voglio solo restare da sola. - addolcisco il tono e con qualche frase fatta qua e là convinco mia madre che la mia attuale situazione non è affatto pessima come tutti pensavano.

Prendo le cuffiette e inizio ad ascoltare "Stay" di Rianna, la mia canzone preferita, incamminandomi verso il parco più vicino.

Sto con gli occhi chiusi fino a quando non finisce la canzone, ma all'improvviso una chiamata interrompe il mio momentaneo stato di pace. Probabilmente una compagnia telefonica, dato il numero sconosciuto.

-Avete intenzione di disturbarmi per molto?! - esclamo.

-Mi scusi, non credevo che...insomma, mi scusi davvero...Non so cosa ho fatto, ma mi perdoni, non era mia intenzione.- la voce di ragazzo alquanto impacciato risponde dall'altro capo del telefono e con grande imbarazzo cerco subito di rimediare.

-Oh mio Dio, mi dispiace, mi scusi, credevo fosse un'altra persona, posso esserle utile?-

- Non si preoccupi, c'è qualcuno che la infastidisce?- chiede sinceramente preoccupato.

-Affari miei.- acida, tronco sul nascere il discorso. - Che vuole? -

- Ehm...ho letto l'annuncio in città e per me sarebbe perfetto se lei è disposta. La potrei pagare 10 all'ora se le va bene. Magari ci possiamo incontrare così ne parliamo con calma. -

Devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non saltellare in piedi sulla panchina e urlare a squarcia gola tutta la mia felicità.

-Si certo va benissimo, grazie mille! Che ne dice se ci vediamo sta sera al ristorante italiano davanti alla biblioteca, in centro? - rispondo subito pentita dal tono di voce che ho usato prima.

-Si certo, è una grande idea. Alle nove, se non le dispiace. Arrivederci! -

Un soffio di vento fresco mi sposta una ciocca di cappelli dagli occhi. Alzo lo sguardo verso il cielo notando che le nuvole si stanno addensando, rendendo il cielo di un grigio-bluastro tenue. Di lì a poco, pioverà.

Indecisa sul da farsi, mi incammino verso uno dei sentieri del parco immerso in giganteschi cespugli di orchidee blu aspettando colei che mi calma sempre distogliendomi da ogni pensiero: la pioggia.

Ho appena sentito una goccia di pioggia arrivarmi in faccia, seguita a catena da altre tre mentre nelle mie orecchie esplode "Young and beautiful" di Lana del Ray, quando qualcosa di scuro come un ombra mi passa dietro e va a nascondersi dietro alla quercia a pochi passi da me. Ormai piove silenziosamente. Incuriosita (ma accompagnata dalla solita cagarella che ti sale come quando guardi un episodio di Teen Wolf al buio) con uno scatto mi dirigo verso la quercia, dove con mia sorpresa non c'è nient'altro che un vecchio gatto inquietante che con passo strascicato si allontana dalla mia visuale.

Continuando a fissare il gatto apparso da chissà dove faccio dei passi indietro, ritornando sulla sua strada. Peccato che mi accorgo tardi che un ragazzo sta correndo proprio nella mia direzione e ovviamente accade l'inevitabile, cioè gli cado addosso. Sento una risata consolatrice mentre due forti braccia mi sollevano da quello stato di trance e molto imbarazzo.

- Scusami...e solo che...Io...non guardavo dove andavo...e poi li c'era un gatto...- dico indicando la quercia. L'imbarazzo.

-Non preoccuparti, non fa niente.- dice con una leggera risata. Alzo lo sguardo ma del suo viso vedo ben poco. E' infatti immerso in un gigantesco cappuccio di una felpa grigio scura che ne nasconde i lineamenti dal quale intravedo solo due occhietti vispi ma divertiti, e il suo sorriso (letteralmente STU-PEN-DO). Rido, ancora divertita.

Schiude le labbra rosee in un gran sorriso e con un cenno del capo se ne va silenzioso.

Non mi ero neanche accorta che la canzone era finita da un bel po'.

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Ehilà, come va? Capitolo noiosino. CHi sarà questo misterioso ragazzo dal bellissimo sorriso? lo rivedremo? Continuate a leggere la storia, aggiorneremo domani. Mettete stelline e scriveteci commenti se vi facciamo ridere o piangere :-)
Hugs, Emma & Kol

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