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Rimase per qualche istante col fiato sospeso, guardandosi intorno con aria incredibilmente confusa alla ricerca di un volto amico, le gambe tremanti e le mani dietro la schiena come a tentare di nascondere l'evidente imbarazzo che si dipinse improvvisamente sul suo volto.

Si rincuorò un poco quando scorse Hoseok fare qualche passo nella sua direzione, ricredendosi solamente nell'istante in cui vide la mano ferma di Jin posarsi decisa sulla spalla dell'amico, interrompendo bruscamente la sua camminata. Il sorriso speranzoso sparì così dal volto di Euna, lasciando spazio ad un'espressione in cui si potevano facilmente percepire tristezza e confusione. Si voltò di scatto, la testa china e le mani, ora strette a pugno, lasciate libere di cadere pesantemente lungo i suoi morbidi fianchi. Ma non riuscì a fare più di un passo in direzione della porta dalla quale era arrivata sino a lì e dalla quale avrebbe voluto tanto sparire, perchè la sua camminata spedita venne bloccata da qualcosa o meglio, da qualcuno.

La giovane Grifondoro si massaggiò la fronte già corrucciata, aggrappandosi con una mano al maglione del ragazzo contro cui si era involontariamente scagliata nella ferma volontà di allontanarsi il prima possibile dalle persone da cui ora si sentiva profondamente tradita e scappare il più velocemente possibile da quella stanza, le cui parenti diventavano di minuto in minuto sempre più strette e soffocanti.

Le ci volle però ben più di qualche secondo per mettere a fuoco i lineamenti del ragazzo di fronte a lei, gli occhi leggermente offuscati da alcune amare lacrime che presto non sarebbe più riuscita a trattenere. Kim Taehyung la aiutò a recuperare l'equilibrio, costringendola poi a voltarsi nuovamente verso il numeroso gruppo di Grifondoro, ancora increduli ed immobili nel bel mezzo della sala.

— Non mi avevi detto che avremmo avuto un ospite speciale questa sera, — esordì il giovane in tono pacato, lo sguardo costantemente rivolto verso il pallido viso di Euna, stretta ancora alla manica grigia del suo pesante maglione.

— Lei non doveva essere qui e tu sei in ritardo Kim Taehyung, — ribatté severo Jin, tentando di riacquistare l'attenzione dei presenti.

— Direi piuttosto che sono arrivato proprio al momento giusto, — si limitò a commentare soddisfatto il giovane Serpeverde, per nulla toccato dalle flebili accuse del capitano dei Grifondoro che, per tutta risposta, fece roteare gli occhi al cielo, probabilmente disgustato dalle sue parole.

Taehyung tornò ad osservare per un momento il volto diafano di Euna, prima di afferrarle con forza il polso, costringendola a seguire i suoi passi. Si rivolse poi nuovamente a Seokjin che, inamovibile al centro della stanza, teneva invece le braccia incrociate al petto, un'espressione arrogante dipinta sul volto.

— Non avrete scelto lei come giudice del torneo vero? —  chiese turbato il giovane Serpeverde, cercando per quanto possibile di nascondere il tono di sorpresa misto a preoccupazione che involontariamente uscí dalle sue labbra.

A quelle parole così apprensive nei suoi confronti, Euna si risvegliò improvvisamente dal suo stato di shock, recuperando addirittura le forze necessarie per liberarsi dalla ferrea presa di Taehyung, ma non abbastanza per ritrovare la via d'uscita e scappare da quel luogo soffocante in cui si ripromise di non mettere più piede.

— Sai che c'è Kim? Per una volta sei riuscito a leggere nei miei pensieri, — rispose Jin, compiacendosi nel vedere un'espressione incredula farsi largo sul volto ambrato del giovane Serpeverde, cercando poi il muto consenso del suo compagno di squadra dai folti capelli arancio, che dovette semplicemente limitarsi ad accennare un gesto di approvazione col capo, incapace di sfidare quello sguardo impassibile.

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