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열아홉

La stanza delle Necessità era particolarmente fredda quella notte. Spogliata di tutti gli addobbi e le decorazioni che l'avevano adornata durante le serate dei sorteggi delle prove e nella lunga notte del ballo, di quel salone ora non sembrava rimanere altro che un angusto ed informe spazio quasi completamente vuoto, nonostante il folto pubblico che a stento era riuscito a disporsi ordinatamente lungo gli ampi spalti per seguire con attenzione e fermento le fasi finali della gara.

Al centro della sala vi era solo un unico, grande specchio dai contorni intagliati in prezioso legno di ciliegio ed arricchiti con pietre d'oro, incastonate qua e là lungo i suoi sinuosi contorni.

Kim Taehyung si accasciò pesantemente contro una delle grandi colonne in marmo bianco che dividevano il luogo adibito per gli spettatori da quello della prova: nessuno, nemmeno al Giudice del torneo era stato consentito di poter attraversare quelle colonne per raggiungere i due concorrenti che avrebbero quindi dovuto cavarsela senza alcun aiuto esterno. Piccole gocce di sudore cominciarono cosi a cadere lungo la fronte e le guance del Serpeverde, che si ritrovò presto costretto a chiudere momentaneamente i propri occhi per cercare di ritrovare un battito ed un respiro regolari.

Il ricordo di ciò che aveva avuto modo di osservare al di là di quella superficie trasparente lo aveva colpito a tal punto da costringerlo ad utilizzare un incantesimo di protezione unito alla sua conoscenza della lingua Serpentese per riuscire a destreggiarsi e far comparire qualche piccola e momentanea crepa nella parte più alta dello specchio, portando quindi a compimento la sua terza prova. Aveva visto suo padre senza il marchio da Mangiamorte sorridergli benignamente, libero dalle costrizioni dell'Oscuro Signore; aveva potuto persino osservare se stesso su una costosissima scopa stringere tra le mani la coppa del più importante torneo mondiale di Quidditch. Quello specchio era quasi riuscito a convincerlo ad allentare la propria presa sulla bacchetta per avvicinarsi a quella superficie tanto liscia e maligna e poi tuffarvici dentro senza alcun ripensamento o rimpianto. Ma la consapevolezza di avere Euna nella sua vita gli fu sufficiente per non cedere alle fortissime tentazioni di quel magico ed ingannevole strumento: sarebbe riuscito a sopportare l'idea di avere un padre Mangiamorte, avrebbe rinunciato alla gloria eterna che solo il Quidditch sarebbe stato in grado di donargli, ma mai e poi mai avrebbe scelto di abbandonare la ragazza di cui si era così perdutamente innamorato per vivere ricoperto di vanagloria e materiali ricchezze. Euna era diventata quella luce di speranza di cui Taehyung non avrebbe più voluto nè potuto fare a meno ed ora che era finalmente riuscito a conquistarla non sarebbe stato certo un maledetto torneo ad allontanarlo da lei.

Riaprí gli occhi rinsavendo quindi dai propri pensieri solo quando avvertí il rumore distinto delle scarpe del suo avversario picchiettare contro il pavimento in pietra, provocando un forte e quasi fastidioso eco all'interno dell'immenso salone. Taehyung alzò solo momentaneamente lo sguardo per incrociare quello concentrato ed attento del Grifondoro, prima di mimargli un timido "in bocca al lupo" ed osservarlo così prendere un respiro profondo per avanzare con decisione in direzione dello specchio, cominciando poi a scrutarne la superficie per vedere cosa sarebbe comparso davanti ai suoi occhi di così invitante da riuscire a tentarlo.

Lo specchio di Hoseok non si riempì però di sogni proibiti e di coppe come era stato per Taehyung e come lui stesso aveva immaginato. Davanti a lui si stagliarono solamente i profili di due persone, che divennero a poco a poco sempre più nitidi: erano Seokjin ed Euna, stretti l'uno accanto all'altra, ad indugiare immobili di fronte al volto ancora incredulo del Grifondoro. Entrambi sorridenti, non smettevano di richiamarlo a se, chiedendogli di raggiungerlo il più velocemente possibile. Hoseok sorrise accomodante di fronte a quell'immagine bucolica che davvero aveva sempre sperato con tutto se stesso di riuscire a vedere finalmente realizzata un giorno, ma in cuor suo sapeva che ci sarebbe stato ancora parecchio lavoro da fare per mettere a posto le cose tra quei due fratelli tanto distanti, ma mai prima d'ora cosi vicini ed importanti per lui.

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