Entity's POV
... Il mio compito si conclude qui. Ora mi sento in pace con me stesso, ora mi sento pronto.
Mi abbandono a questo bagliore e dico addio per sempre a questo mondo. Non avverto più senso di colpa ora. Abbraccio la mia fine definitiva, la mia morte autentica. D'un tratto intravedo una piccola sagoma. Il mio bambino. Mio figlio mi tende la mano, come un invito a seguirlo. Il suo sorriso eloquente mi facilita il passaggio. Il sorriso del perdono. Tendo anche io la mano verso di lui, provando finalmente una felicità di cui ero stato privato nella mia vita, e, per l'ultima volta, mi lascio le tenebre alle spalle ed entro in questa candida luce eterna.
Improvvisamente l'idillio si spezza. Osservo impotente l'anima di mio figlio che si allontana gradualmente con il braccio ancora proteso verso di me. L'abbagliante luce che fino a un attimo prima mi avvolgeva viene sostituita da una serie di immagini. Con mio grande stupore intravedo ora in terza persona la scena vissuta un attimo fa.
Jacob Connelly è steso sul letto di ospedale e cerca di fare valere le sue assurde ragioni sull'agente Conrad, la cui soddisfazione per la cattura del "Prestigiatore" non sembra avere eguali. Vedo la mia figura spettrale scomparire, dopo avere annunciato finalmente a quell'assassino la sua punizione finale.
Immediatamente lo scenario cambia. Ora vedo Elisabeth che tiene stretti i suoi bambini. Osservo il suo sguardo vacuo e confuso. E' scioccata, è comprensibile. Si è ritrovata di punto in bianco in mezzo al bosco. Non sapeva che cosa ci potesse fare là o come ci era arrivata. La sola cosa che le ha potuto dare sollievo è stato il fatto di avere ritrovato vicino a lei Mary, la sua figlia adorata, che credeva scomparsa per sempre. Ma tale felicità era destinata a durare davvero poco.
La guardo mentre viene informata della situazione di quell'infausta serata. Leggo nel suo animo che le sta cadendo il mondo addosso. La sua famiglia è stata distrutta in un nonnulla. La scruto mentre piange, strepita e si dispera. Non vuole credere al fatto che Jacob Connelly, suo marito, il suo amore eterno, il padre dei suoi figli, fosse un serial killer. Perlopiù di bambini innocenti. Non vuole nemmeno considerare l'idea che lui stesso avesse rapito lei e Mary, o peggio ancora che si era avventato con un coltello sul piccolo Josh. Tuttavia la realtà dei fatti la devasta psicologicamente.
Guardo Mary. Non proferisce parola. Data la sua tenera età non sa bene quello che sta accadendo. Percepisce comunque la tensione di quel momento e scoppia a piangere in braccio a sua madre.
E Josh. Josh è rimasto impassibile tutto il tempo. Niente è riuscito a distogliere il suo sguardo dal vuoto. Né il dolore della madre, né il pianto della sorellina. E' rimasto lì, immobile. Eppure sono sicuro che la mia influenza su di lui sia cessata da un bel pezzo.
Non mi spiego che diamine stia succedendo, è una cosa che non era prevista. Secondo i miei piani, una volta conclusa la vicenda, i tre membri rimanenti della famiglia si sarebbero ricostruiti una vita altrove e avrebbero trascorso al sicuro e in serenità il resto del loro tempo.
Invece lo scenario che si sposta con i giorni pare diverso. Vedo Elisabeth e Mary che piano piano si riprendono e iniziano di nuovo a sorridere. Tuttavia continuo a vedere Josh che non dà segni di miglioramento. Che diavolo! Pensavo di avergli provocato una amnesia efficace. Sembra che stia ancora in quello stato in cui lo manipolavo per mettere sotto pressione Jacob Connelly.
Un brivido mi scorre lungo la schiena. Ho un tremendo sospetto. Credo proprio che ciò che ho fatto non sia stato sufficiente. Anzi, penso proprio di non avere tenuto conto di alcune conseguenze. Probabilmente Josh non ricorda nulla di quello che è accaduto, ma la sua mente nel profondo ha subito l'intero corso degli eventi. Che cosa può causare tutto questo?
Una serie di raccapriccianti episodi che mi passano davanti in rapida sequenza rispondono immediatamente alla mia domanda. Vorrei voltarmi, ma sono costretto a osservare interamente queste visioni. Comprendo che rappresentano il destino di quel tenero cucciolo d'uomo, rimasto ormai orfano di padre a causa mia, seppur a fin di bene.
D'un tratto una rivelazione mi coglie. Avverto nella mia mente la schiacciante verità: il mio compito non è concluso. Josh deve essere salvato da quell'oscuro destino, e con lui anche chi gli sta attorno. E' mio dovere fare in modo che resti lontano da quella strada cosparsa solo di eventi nefasti.
La candida luce si è ormai affievolita completamente. Adesso mi contorna solo una oscurità senza precedenti. Inizio piano piano a riprendere le mie sembianze spettrali, perdendo ancora una volta i tratti umani che mi rendevano Trevor Williams e ritorno l'entità senza volto. La leggerezza del mio corpo scompare gradualmente e mi sento cadere e, per la terza volta nella mia esistenza, ricompaio a mio malgrado nel mondo dei mortali.
Josh's POV (7 anni dopo)
Scruto i quadri inveendo mentalmente contro l'ennesima giornata di merda. Non so proprio che cazzo stia accadendo nella mia vita. Nonostante i miei sforzi, nonostante mi sia impegnato, niente. Osservo il resto delle celle. Decisamente meglio. Tutte. L'invidia si impossessa di me e si accanisce sui risultati altrui. Il peggiore in assoluto. Il responso mi è cristallino dinnanzi agli occhi: nemmeno questa volta sono stato promosso. Non è possibile!
Ho per la testa questi pensieri, queste urla contro il mondo intero. Vorrei fare tutto a pezzi, vorrei riuscire a sfogarmi in qualche modo, trovare un po' di pace. E invece sono qui, che cammino mogio per la strada sentendo la mente che ribolle e che si focalizza su quel bicchiere che non è mezzo vuoto, ma svuotato completamente. Non riesco proprio a pensare ad altro. Tanto che ora devo andare a casa e annunciare la bella notizia a mia madre, che, come sempre, mi paragonerà a quella secchiona di mia sorella, sempre brava, sempre diligente, sempre studiosa e vaffanculo!
A quanto pare sono io il problematico della famiglia. Sono io il solo che ha problemi e sono io il solo che deve risolverseli. E' naturale! Sono io l'uomo di casa ormai da quando papà è in carcere. Ma per me è come se sia morto. Ancora ricordo il giorno in cui ho ricevuto la notizia sette anni fa. Fredda e inoppugnabile: "Tuo padre è il Prestigiatore, il killer di bambini!".
Mio padre... Come potevo sospettare di lui? Dicono che è stato capace di rapire la mamma e Mary e che mi stava per accoltellare. Possibile? Io non ricordo nulla. Gli strizzacervelli dicono che lo shock che ho subito è stato talmente forte che ha rimosso completamente i miei ricordi. Ancora oggi sono costretto a essere seguito costantemente da quei tizi, che mi guardano ogni volta che mi vedono come se fossi un pazzo da manicomio, come mio padre. Ma d'altronde come si dice: "tale padre, tale figlio".
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Nemesi
AbenteuerSequel de "Il Prestigiatore" Avete presente quando si dice "essere in conflitto con se stessi"? Beh, Josh Connelly sa meglio di tutti che cosa significa. Il finale de "Il Prestigiatore"non pareva contemplare una possibile continuazione (leggere per...