V - Iniziazione

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Josh's POV

"Dannazione. Cazzo. Non è possibile!". Imprecazioni si fanno strada nella mia mente confusa e disorientata. Questa una di quelle situazioni paranormali in cui non vorresti mai trovarti.
"Che razza di sogno è mai questo?! Ora probabilmente è meglio che mi allontani. Devo rimettere in ordine le idee.".
Senza saperlo percorro nuovamente la strada che mi conduce al parco, il mio luogo di riflessione. Giungo lì e mi siedo alla mia solita panchina.
L'entità ha detto che il mio doppio reincarna quello che sarò. Ma è possibile? Diventerò mai così io? Non ho mai fatto del male a nessuno, anzi, non potrei mai nella vita farlo. Aborro tutto quello che ha fatto mio padre. E'una cosa orribile, tutti quei bambini uccisi e tutte quelle macabre apparizioni del loro cadaveri. Non è umano chi faccia una cosa del genere.
D'altra parte il mio doppio non ha avuto problemi a riempirmi di lividi e e a sguinzagliarmi contro i suoi scagnozzi... Quindi diventerò così? Ma no... che cosa vado a pensare... Anche se davvero non riesco a spiegarmi ciò che mi sta accadendo.

Entity's POV

Se credeva di cavarsela così facilmente si sbagliava. La dose ora verrà rincarata. Crede di potere sfuggire così facilmente al suo ego? Dovrò riuscire a fare emergere quella parte del suo animo che è rimasta pura. Farla emergere e consolidarla. Vediamo se effettivamente è in grado di dimostrare che è ancora salvabile e si può redimere. Vediamo come se la cava con l'altruismo...

Josh's POV

Sento delle grida provenire non molto distante da me. In giro non c'è nessuno. Solo io e il vento che sibila.
«Aiuto!».
Qualcuno grida e implora. E' certamente una voce femminile. Mi chiedo che cosa mai stia succedendo. Non so che cosa fare, non riesco nemmeno a comprendere a fondo ciò che mi è accaduto qualche istante fa. Ho la testa che gira, ancora il mio cervello deve riprendersi. Eppure sento che dovrei andare a vedere che diamine sta accadendo.
Provo un dualismo di forze. Da una parte avverto il mio me stesso altruistico che fiuta la fonte di questa ipotetica voce in pericolo e sente l'irrefrenabile impulso di andare ad aiutarla. Dall'altra parte sento il mio me stesso più egoista, che si vuole tappare le orecchie per non sentire quella voce, sprofondare in un silenzio riflessivo e non alzarsi da quella panchina per nulla al mondo. Quale dei due me stessi vincerà la partita?

Entity's POV

Sto ancora osservando il ragazzo. Lo vedo spaesato e confuso. Poi sente la voce finalmente. Tutto va secondo i piani. Sono proprio curioso di vedere la sua reazione. Che cosa farà? Si alzerà e andrà ad aiutarla oppure rimarrà fermo immobile, fregandosene di tutto?
Ecco finalmente. Come avevo sperato si riesce ad alzare. La sua parte altruistica ha preso il sopravvento. Un ottimo risultato. Nonostante le bastonate e le botte ricevute dal suo alter ego non si perde d'animo. Ma non devo cantare vittoria troppo presto, poiché magari tutto questo è guidato solo da una semplice curiosità. Stiamo a vedere la scena e non interferiamo. Vediamo se ce la fa...

Josh's POV

Contro ogni previsione mi sono appena alzato in piedi, ancora dolorante. Non ci ho pensato a lungo, è stato abbastanza istintivo. Seguo l'eco della voce che a quanto pare non cessa. Si fanno in strada in me mille pensieri.
"Sarà corretto? Sarà rischioso? Che scenario mi troverò davanti?". Mi affretto sempre di più a raggiungere l'origine di tale voce.
Ecco, ci siamo. Non credo ai miei occhi quando vedo gli stessi loschi figuri che poco tempo prima mi avevano pestato. E ci sono tutti, non manca nemmeno il mio doppio.
Mi acquatto per osservare la scena nascosto. Si stanno divertendo a importunare qualcuno. Aguzzo la vista e scorgo una ragazza, vittima delle angherie di quegli animali. Ogni dubbio sul chi possa avere urlato poco fa crolla di fronte a un'innegabile certezza. La osservo da lontano. Pare davvero incantevole. Una simile creatura credevo potesse solo appartenere alle cerchie celesti. Dei lineamenti angelici, fanno risplendere il viso di una rara bellezza, che si riesce comunque a intravedere nonostante l'assenza di luce diurna.
Non c'è nessuno nel parco per il momento e l'oscurità la fa da padrone. La ragazza non fa altro che implorare e strepitare. Spera che la smettano, prega che qualcuno ponga fine a quell'angosciante episodio. Nel frattempo quei quattro che le stanno intorno e ridono, scherzano e cercano di toccarla senza alcun ritegno. Mi disgusta enormemente vedere anche che il mio doppio - ossia io stesso stando a quanto dice l'entità - non si tira certamente indietro, anzi, pare che si diverta più di tutti. Che razza di schifo. Più va avanti questa storia e più mi sembra campata in aria. Come cazzo potrei diventare così spregevole?
«Allora, Celeste, non c'è il principe azzurro qua a salvarti?» esordisce ghignando.
Lei non si sbilancia. Rimane in silenzio e non lo guarda nemmeno in volto.
Voglio urlare, voglio incitarla a scappare, ma dalla mia gola non esce un fiato. Il mio alter ego le si avvicina a passo svelto. Inorridisco quando vedo la sua mano che le sta per agguantare la gola. Perché lo fa?
Non ce la posso fare a stare a guardare, ed esco dal nascondiglio. Improvvisamente la ragazza chiamata Celeste mi  scorge e mi rivolge uno sguardo pieno di speranza. Speranza che io possa aiutarla in qualche modo.
Una volta capito che lei sta rivolgendo i suoi occhi a qualcuno i quattro si girano verso l'intruso e mi sento morire non appena i loro sguardi minacciosi si posano sulla mia esile figura.
«Gira a largo!» mi sento inveire immediatamente da uno dei quattro.
"Cosa devo fare? Non so combattere, le ho già prese da questi. Devo fare la parte stoica dell'eroe che, anche se sa che andrà incontro a una sconfitta sicura, affronta il pericolo a testa alta, oppure devo lasciare correre e, anche se è ignobile come cosa, do retta al mio istinto di sopravvivenza e me la squaglio dimenticando la faccenda?".
Mentre sto fisso a pensarci, cercando di sembrare il meno spaventato possibile, uno dei ragazzi si avvicina. Il mio doppio. Come se il mio riflesso allo specchio mi stesse venendo incontro con un aria assai minacciosa. Brandisce sempre quel bastone, picchiettando ogni tanto il suo palmo, per accrescere la tensione in chi gli sta davanti.
«Non ti è bastato il trattamento di prima per il carico non pagato?».
«Quale carico? Ma di che cosa parli?!» rispondo io, cercando disperatamente di sembrare sicuro ma sono esasperato da questo continuo non sapere che diamine sta accadendo.
«Non devi scherzare con me e lo sai bene! Ora, muoviti a tornartene a casa e non capitare mai più nel mio cazzo di campo visivo!».
Guardo ancora una volta quegli occhi minacciosi. Uguali ai miei, ma allo stesso tempo opposti. Emanano odio per qualunque essere vivente. Hanno perso la loro umanità, fanno ribrezzo. Non posso credere alle parole dell'entità. Non potrei mai diventare così.
«Mi hai sentito? Levati dai coglioni ora, prima che li levi io a te!» ripete inveendomi contro.
Osservo la scena alle sue spalle. Il resto della gang è ferma, probabilmente si starà chiedendo come andrà a finire. In attesa di uno spettacolo cruento come antichi spettatori del Colosseo che assistono all'imminente scontro tra gladiatori.
Perfino Celeste è ammutolita e ha smesso di urlare. Approfittando del secondo di distrazione riesce ad uscire dalla morsa letale dei ragazzi che l'avevano in pugno. Appena libera usa tutta l'energia che ha in corpo per allontanarsi il più possibile da quell'incubo.
«Ehi!».
Improvvisamente uno dei tre sgherri si accorge delle intenzioni della ragazza.
Lei non si volta. Corre a perdifiato. La vedo mentre ci mette l'anima per riuscire a fuggire da quella accozzaglia. La sento in lontananza ansimare, ma non si ferma.  Sa che se ci tiene alla pelle non deve darla vinta alla fatica e al panico. Continua a correre, approfittando di quell'istante fortuito che le aveva garantito la fuga.
Immediatamente uno dei delinquenti si getta al suo inseguimento.
«Fermo!». La voce tonante del boss. Il mio doppio ha appena dato un ordine preciso a cui il ragazzo obbedisce diligentemente a testa china.
«Ci hai fatto sfuggire la preda. In aggiunta a questo ti eri anche fregato un carico! Quanto si vede che sei in cerca di guai!». Continua ad armeggiare con il bastone, facendoselo passare con disinvoltura da una mano all'altra.
Gli scagnozzi capiscono la situazione. Li scorgo sogghignare mentre si dirigono verso di me. Una preda è scappata, ma ce n'è una proprio davanti ai loro occhi. Attaccheranno al segnale del capobranco. Come degli animali. Disgustosi, davvero. Mi sale il vomito ad assistere a quella scena, che si tramuta molto presto in un'adrenalinica paura. Si fanno sempre più vicini e sempre più minacciosi.
Questa volta però non mi farò coprire di lividi. Prima che il capo possa dare l'ordine di attaccare imbocco rapidamente la via di fuga. Come la ragazza di poco fa non mi volto indietro. Il dolore pulsa in tutto il corpo, ma sicuramente cedere e fermarsi non è un'opzione contemplabile.
Odo continuamente le voci delle bestie che ho alle calcagna. Strepitano frasi senza senso, quasi dei latrati. Non capisco però se sono indirizzate a me o a qualcun altro. Ma non è il momento per farsi le domande, la sopravvivenza ha la precedenza.

Entity's POV

L'altruismo c'è sicuramente. Ho visto come è rimasto disgustato di fronte alla crudeltà del suo ego. Farebbe schifo a chiunque una persona del genere. Ma ancora è troppo poco perché l'animo di Josh venga redento. No, non è assolutamente sufficiente qualche menomazione fisica e un ondata di disgusto. Il male è ben sepolto in lui. Ci sono sicuramente dei progressi, ma è alla radice che miro. Il problema va estirpato là, in modo tale che non ricresca per nulla al mondo. E per fare ciò urge un qualcosa di molto più estremo.

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