X - Rinascita (Parte 1)

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"Ma che ore sono? Il sole oramai sta tramontando. Devo tornare a casa assolutamente altrimenti farò tardi".

Questo è il pensiero che mi attraversa la mente. Mi ero perso un attimo nei meandri dei miei pensieri. Guardo il telefonino. Ancora aperto sulla pagina di Slenderman.

Non avverto più nessun brivido, nessuna sensazione di svenimento. Sarà stata un poco di suggestione.

Oramai sono abbastanza vaccinato sulle creepypasta, che più di tanto non mi spaventano. Poi, diciamocelo, non è che fosse un granché questa. Piuttosto scontata e per certi versi priva di mordente. Non ho idea di che cosa dovessi avere paura.

Mi incammino verso casa, consapevole che sto tornando all'inferno, dove sarò giudicato, dove sentirò solo prediche e paragoni. Entro, cercando di fare più silenzio possibile per non essere notato.

Scorgo mia madre in cucina intenta a preparare la cena. Posa gli occhi su di me al mio passaggio. Il suo sguardo è vuoto, non promette nulla. Non è cambiato niente da questo pomeriggio, non le è ancora passata. Mi fissa ancora con disapprovazione. Perché devo continuare a subire in questo modo? Come se non mi bastasse il fatto di essere stato bocciato di nuovo.

Immediatamente varca la soglia la sorella perfetta e subito il volto di mia madre muta, pare illuminarsi, rivelandole un sorriso, che, come al solito, a me è proibito.

«Come è andata oggi?» le chiede in modo disgustosamente amorevole.

«Bene, grazie! Ti posso aiutare?» le risponde Mary con quello sciocco tono da leccaculo. Mi viene il voltastomaco. Com'è che con due parole e un sorriso lei piace a tutti e tutte mentre io vengo evitato da tutti? Mi incammino per le scale malinconico.

«Dove credi di andare? La cena è quasi pronta!». Alzo gli occhi al cielo, sentendo quel tono ricco di astio, che non ha nulla a che vedere con quello dolce con cui si è rivolta a mia sorella.

Odo il mio animo ribollire. Basta, ormai questa situazione ha toccato il fondo. Non ne posso più. Devo sempre essere tartassato, devo sempre vedere tutti gli altri un gradino sopra di me. Senza un motivo poi! Che cazzo! Che colpe ho? Perché Proprio io?

Nel mentre di questi pensieri una minuscola idea inizia a prendere forma nel mio cranio. Un'idea semplice, a cui non avevo mai pensato, e che comunque si trovava sotto il mio naso. Non ci sarà bisogno di attendere oltre e di sopportare ulteriormente questo supplizio, perché presto questa casa avrà una stanza vuota in più. Un sorriso mi si dipinge sul volto mentre mi dirigo in cucina per consumare il pasto serale.

"Ancora solo un mese, ancora un mese ai diciotto anni e poi tutto questo potrà dirsi finito!" mi dico compiaciuto.

***

Dopo tanto avere atteso eccoli finalmente. Dopo avere sopportato tanto sono giunto finalmente all'età della liberazione. Da adesso nessuno potrà più mettermi i bastoni tra le ruote, da adesso spezzo le catene che mi tenevano legato a questa casa e finalmente mi posso costruire una vita libera da prediche, giudizi e doveri.

Assaporo il dolce suono del mio telefonino che mi intima ad alzarmi. Le cinque, perfetto. Normalmente non mi sarei mai alzato ad un orario simile, ma adesso direi che sono pressocché euforico. La mi rinascita si segna a partire da oggi.

Stacco la sveglia. Come avevo previsto in casa regna il silenzio. Dubito fortemente che qualcuno possa girovagare per i corridoi a quest'ora.

Apro l'armadio e prelevo la mia valigia, che avevo già preparato la sera prima, deciso finalmente a rompere con questa vita. Mi vesto in tutta fretta, prendendo le prime cose che mi capitano sotto tiro.

NemesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora