5 mesi dopo
«Un'altra insufficienza?!».
Dinnanzi a me la figura di mia mamma mi scruta con l'ennesimo sguardo di profonda disapprovazione.
«Io ce l'ho messa tutta!» replico sicuro.
«Se ce l'avessi messa tutta avresti detto qualcosa all'interrogazione, almeno i concetti fondamentali, invece nemmeno quelli... Che cosa devo pensare?».
«Che è ovvio che la professoressa ce l'ha con me!».
«Ma davvero?». Il suo tono diventa per un istante sarcastico. «Sei proprio sfortunato! Guarda caso tutti i professori che incontri ti prendono di mira...».
Non sopporto questi discorsi. Perché ogni cosa deve essere sempre colpa mia?
«Io so di avere studiato, quindi ho la coscienza pulita!» esclamo, leggermente alterato.
«Io sinceramente non ti ho mai visto studiare, ogni volta che entravo in camera tua leggevi di tutto tranne i testi scolastici!».
«Si vede che entravi sempre nei momenti sbagliati!».
La sento mentre tira un sospiro di esasperazione. Cala il silenzio all'interno della cucina.
Questa è una scena che si è ripetuta fin troppe volte dall'inizio dell'ennesimo anno scolastico. Ricordo i discorsi iniziali che mi venivano propinati da mia mamma: "basta solo che ti impegni e il diploma te lo porti a casa facilmente!", "che cosa vuoi che siano le superiori, è molto peggio l'università!".
Sono partito carico. A settembre ero più che determinato a chiudere questo ciclo, anche perché la brutta esperienza lavorativa estiva era ancora fresca. Ho cercato di impegnarmi in tutto e per tutto, prendevo appunti a lezione, cercavo di studiare volta per volta, ma al momento della verità, inspiegabilmente fallivo.
I deja vu si stanno ripetendo. Le scene che vivevo poco prima di partire sono magicamente ricomparse. Non ho avuto nemmeno il tempo di rientrare che il mondo ne approfitta per mettermi nuovamente l'umore sotto terra.
«Vado da Celeste!» dico a un certo punto per rompere il silenzio. «Torno per cena».
Senza aspettare un qualsivoglia tipo di risposta mi alzo da tavola e mi incammino celere verso l'ingresso. Prendo la giacca ed esco senza troppi complimenti.
L'atmosfera gelida di febbraio mi investe mentre vedo la condensa del mio alito fare capolino dalla mia bocca.
A quest'ora è già buio. Quanto rimpiango l'estate... Il paesaggio tetro non aiuta di certo a risollevare l'umore. Per strada non vi è nessuno. I lampioni che sono ai bordi dei viali emanano una flebile luce a intermittenza, ricordando una sinistra atmosfera horror.
Fortunatamente però il cielo sembra terso e permette di osservare le stelle. Le stelle, già. I ciarlatani dicono che il futuro è scritto nelle stelle. Bisogna avere coraggio per affermare simili scemenze. Tutto quello che sta là sopra se ne sbatte altamente di me, figurati se è in grado di dirmi che cosa mi capiterà tra sette od otto anni. Il destino, il futuro che è scritto, tutte cazzate. Non so ancora come la gente faccia a crederci.
L'unica cosa che mi consola, che mi fa sbollire la rabbia ora, è il fatto che rivedrò Celeste. Lei di solito sa sempre come farmi stare meglio, non mi posso di certo lamentare di come vanno le cose tra noi due.
Ricordo ancora quel pomeriggio al parco in cui grazie a Shining ci siamo incontrati. È stato come vedere un angelo che scende sulla Terra. Da quel giorno magico abbiamo preso a frequentarci. Non essendo nella stessa scuola però ci potevamo vedere qualche sera e nei weekend. Perlomeno non abitiamo lontani. Bastano una ventina di minuti per giungere alla sua dolce dimora.
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Nemesi
AdventureSequel de "Il Prestigiatore" Avete presente quando si dice "essere in conflitto con se stessi"? Beh, Josh Connelly sa meglio di tutti che cosa significa. Il finale de "Il Prestigiatore"non pareva contemplare una possibile continuazione (leggere per...