"Allora cosa mangi di solito?"
"Questa situazione non ha senso."
"Sarà almeno la quarta volta che lo ripeti."
E infatti non aveva senso. Mi trovavo in un bar insieme al ragazzo che piace a mia cugina per farci colazione insieme.
"Perché è vero."
"Dai Elsa, il cameriere ci sta guardando male."
"Sai quanto me ne importa."
"Non essere scontrosa."
"Ti odio."
Lo guardai negli occhi. Come aveva fatto a convincermi ad uscire con lui?
Basta guardare i suoi occhi. Ovviamente.
"Prendo un cornetto al cioccolato bianco e un succo di mirtillo."
"Quindi il succo di mirtillo ti piace davvero."
"Pensavi ti mentissi?"
Alzai un sopracciglio mentre lo fissavo e lui iniziò a ridere.
"Ora dimmi. Cosa c'è di così divertente?"
"Sei adorabile. Nascosta dietro sarcasmo e freddezza. Peccato che con me non riesci bene come con gli altri."
"Cosa stai dicendo?"
"Ti ho vista a contatto con tutti. Sembri quasi non umana. Solo con me esce il tuo lato vivo."
"Smettila di farneticare idiozie."
Arrossii violentemente. Aveva terribilmente ragione, ma non potevo permettere che dalla mia bocca uscisse anche un solo segno di cedimento.
"Vedi? È di questo che stavo parlando."
Mi si avvicinò all'orecchio e parlò con un soffio di voce, così leggero da farmi venire i brividi.
"Saresti mai arrossita davanti ad un altro?"
No. Non sarebbe successo. Sei tu la mia debolezza.
"Dovrei tornare a casa."
In quel momento però arrivò il cameriere con la mia colazione e un caffè amaro per Jack.
"Peccato che ora tu debba mangiare."
Iniziai a bere il mio succo tranquillamente come se quel cambio di piani non mi avesse minimamente toccata. Impassibile come sempre.
"Non ti lascerò scappare di nuovo da un bar."
"Non sei stato tu a farmi scappare."
"È stato il mio essere affascinante e irresistibile, lo so."
"Affascinante? Io direi insopportabile."
Insopportabilmente affascinante allora.
Era così bello, il suo sorriso splendente e i suoi occhi color del ghiaccio e io non potevo far altro che cercare di mandarlo via.
"Menomale che almeno Anna mi da una mano."
"Giustamente diventare complice di mia sorella aggiusta tutto."
"Hey, non sono stato io a spingerti in casa urlando di non indossare i tuoi soliti abiti da suora."
"Non sono abiti da suora."
"Ho solo citato le parole di tua sorella."
"Sono solo accollati."
"Per me non è un problema, staresti benissimo anche con uno di quelli."
Nessuno mi aveva mai fatto un complimento ed io ero come incantata da quelle parole.
Staresti benissimo anche con uno di quelli.
Non dovevo pensarci o sarei arrossita di nuovo e non devo permetterlo. Ricordatelo Elsa, tu sei fredda.
"Perfetto. Ora dovrei andare."
"Ti accompagno a casa."
"No."
"Non puoi fare così, pensa a tutte le persone che ti vedranno uscire con la tua aria di superiorità lasciandomi qui da solo come un cucciolo abbandonato. Ti odieranno."
"Tanto mi odiano già."
Sapevo che voleva solo essere spiritoso, ma le parole mi uscirono dalla bocca senza che io potessi fermarle.
"Elsa..."
"Okay Jack. Accompagnami a casa."
Mi alzai dalla sedia prendendo la mia borsetta e aspettando che gli passasse quell'espressione sorpresa prima di vederlo alzarsi velocemente e andare alla cassa per pagare.
Non sono mai stata quel tipo di ragazza che rifiuta se un ragazzo vuole offrirle qualcosa. Lo trovo gentile ed educato e quindi non vedo perché iniziare a fare la scenetta del "o mio dio, lascia pagare anche me."
"Perfetto possiamo andare."
Ci incamminammo per la strada e arrivammo fino a casa mia in silenzio.
"Dovrò ricorrere ad Anna anche per un secondo appuntamento?"
"Questo non era un appuntamento Frost."
Appuntamento? Non poteva essere.
"Non chiamarmi Frost."
"Perché?"
"Ci vediamo domani pomeriggio. Potremmo andare a fare un giro vicino al lago."
Aveva completamente ignorato la mia domanda. Era così maledettamente sicuro di sé, era impossibile non adorarlo.
"Non mi troverai in casa sappilo."
"Io invece credo proprio di si."
Sì avvicinò e mi passò una mano sui capelli lasciandomi un leggero bacio sulla testa.
"A domani Elsa."
Mi toccai il punto in cui mi aveva baciato e con gli occhi spalancati lo vidi andar via come se nulla fosse.
Le sue labbra erano fredde. Allora perché io avevo così caldo?Spazio autrice
Salve a tutti! Mi scuso per il tremendo ritardo (come al solito) e per l'orario di pubblicazione. Ma oramai lo sapete, io non mi trovo bene a pubblicare ad un orario normale e consono a tutte.
Anyway. Volevo farvi una proposta piccina piccina, come vi avevo già scritto la storia Jelsa ha un significato particolare per me, ovvero deriva da una storia che ho vissuto fin da quando avevo tre anni.
Volevo sapere se vi andrebbe di conoscerla ed eventualmente avevo pensato ad una cosina giusto per voi.
Fatemi sapere! A presto!
-Kat