Capitolo 14 (parte 2)

175 21 6
                                    

Dai Jack, apri la porta.
Fissavo la sua mano posta sulla maniglia e quei secondi mi sembravano davvero infiniti. Ero curiosa. Sì, molto curiosa. Volevo sapere chi ci fosse là dietro, volevo sapere che legame aveva con Jack, volevo sapere perché lui donava i suoi quadri a quella clinica.
Vuoi sapere un po' troppe cose.
Notai che mi stava fissando.
-Impaziente?
-Abbastanza...
Certo. Solo abbastanza.
Lui sorrise leggermente e finalmente abbassò quella maniglia aprendo la porta che si trovava davanti a noi.
La stanza che fu aperta era piena di luce, le pareti non erano di quel bianco inquietante che si era visto in giro, ma di un verde pastello  che rendeva il luogo più confortevole, quasi familiare. Anche qui dentro c'erano dei quadri, ma erano gioiosi, quasi tutti paesaggi dipinti con gli acquerelli.
Adori questa tecnica.
Ero così immersa nei miei pensieri che quasi non notai le diverse apparecchiature mediche che si trovavano vicino ad un letto.
Un letto su cui si trovava una persona.
-Rimani tranquilla.
Sentii la voce di Jack sussurrare vicino al mio orecchio e mi con centrai sulla figura aggrovigliata fra le lenzuola, non riuscivo a capire se fosse un uomo o una donna, si vedeva soltanto una zazzera di capelli castani, sembravano quasi quelli di Hiccup.
-Avvicinati con me...
Lui mi sorpassò e andò vicino al letto chinandosi piano e sussurrando qualcosa alla persona distesa.
Tornò a fissarmi e io mi avvicinai piano.
Ero quasi ai piedi del letto quando la figura misteriosa si mise a sedere puntandomi due occhi castani addosso.
-Jack hai portato la mamma!!
-No Jamie... Non è la tua mamma, è una mia amica...
Jamie...
Il nome di quel ragazzo mi era familiare, molto familiare, come anche il suo sguardo. Sembrava quasi che io lo avessi già conosciuto.
-La mamma non c'è?
-No, è andata a prendere le fragole... Sono le tue preferite vero?
-Sì, e poi mi farà una torta?
-Certo, ti piacerebbe una torta?
-Io amo le torte.
Gli occhi di quel ragazzo scintillavano, doveva avere l'età di Jack, ma il suo atteggiamento sembrava quello di un bambino.
-Jamie vuoi conoscere la mia amica?
-Chi?
-La ragazza che ho portato qui.
-Non era la mamma?
Jack sospirò, ma subito un sorriso gentile tornò sul suo volto.
-Si chiama Elsa, ed è brava, anche lei sa fare le torte.
Mi fece segno di andargli vicino e io annuii raggiungendo il suo fianco.
-Anche con le fragole?
Jack mi guardò intensamente, quasi supplicandomi con gli occhi.
-Certo, so farle anche con le fragole. Anche a me piacciono molto.
-Come la mia mamma, lei mi porta sempre le fragole più buone.
-È una brava mamma.
-La migliore del mondo. E la tua mamma?
Rimasi un attimo bloccata, dovetti deglutire per ricominciare a parlare, stavolta con meno allegria.
-A lei piacciono le pesche.
Sembrava che Jack avesse capito la situazione e subito decise di rimediare.
-Jamie... La mamma mi ha detto che non hai riposato molto stanotte.
-Non mi piace la nuova casa.
Casa? Non sapeva di essere in una clinica?
-Lo so... Ma devi riposare.
Sembrava preoccupato, non lo avevo mai visto in questi panni.
-Jack... Quando usciamo a giocare con la neve?
-Presto Jamie.
-E faremo tanti viaggi sullo slittino?
Lo vidi stringere i pugni, ma il suo viso rifletteva una maschera di serenità.
-Soltanto se riposerai.
-Allora riposo.
-Inizia a fare un sonnellino.
-Quando mi sveglio trovo la mamma?
-Certo Jamie...
Deglutí a fatica e sembrava sull'orlo di un crollo.
-...Troverai la tua mamma e anche una torta.
-Grazie, tu sei molto brava. Jack è fortunato perché gli farai le torte.
Il ragazzo al mio fianco sembrò tranquillizzarsi e sorridere serenamente.
-Ora dormi, io ed Elsa andiamo.
-Jack...
-Dimmi Jamie.
-Quando lo facciamo un altro disegno?
-Presto... Molto presto.
Il moro sorrise stendendosi di nuovo nel letto e aggrovigliandosi nelle lenzuola. Jack indicò la porta con un gesto del capo e insieme ci dirigemmo fuori nel corridoio.
Si fermò dopo aver chiuso la porta.
-Suppongo tu abbia una marea di domande.
Era vero, ero piena di domande, ma in quel momento vederlo con un'aria malinconica e quasi sconfitta sul volto bloccò ogni mia parola. Mi avvicinai di più a lui e misi una mano nei suoi capelli accarezzandogli piano la testa, lui spalancò gli occhi.
Da me non si aspetta un gesto caloroso.
Instintivamente mi alzai sulle punte e gli circondai il collo con le braccia stringendolo.
-Va tutto bene...
Lui rimase immobile per un paio di secondi, ma poi ricambiò il mio abbraccio.
-Grazie, Elsa.
Mi staccai arrossendo leggermente e sorridendogli.
-Andiamo?
Lui ricambiò il sorriso e annuì facendomi strada verso l'uscita della clinica.
Non era il momento di domande, lui non ne aveva bisogno e nemmeno io.
Spazio autrice.
Ebbene . Il misterioso segreto era proprio Jamie, anche se non è stato del tutto svelato.
Come mai si trova nella clinica?
Perché Jack lo ha tenuto segreto?
Dopo i loro anni di liceo quali avvenimenti hanno segnato la loro vita?
C'è solo un modo per scoprirlo:
Continuare a leggere la storia .
Per adesso sono felice di annunciare chi di voi ha indovinato il personaggio misterioso!
Un complimenti enorme va a EMY900
Che a quanto pare entrerà nella mia storia!
Non vedo l'ora di lavorare con te. Bravissima.
A presto!
Kat.

Parlami di lui.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora