Ed ero lì, con un vestito blu aderente, a varcare la soglia della casa di mia cugina.
Non andare nel panico.
Continuavo a ripetermi quelle parole come se fossero un mantra, come se riuscissero davvero ad infondermi la tranquillità che bramavo.
"Els! Sei arrivata!"
La padrona di casa non si fece attendere e così mi ritrovai stretta nell'abbraccio di Rapunzel.
Guarda come è bella. Sorridente. Come tu non lo sarai mai.
Guardai attentamente la figura di Punzie. Aveva legato i biondi capelli in una coda alta e questo faceva risaltare il suo dolce viso tondo e gli occhi verdi, proprio come quelli di Anna.
"Sei bellissima stasera."
"Grazie mille Els! Sai stasera ci tenevo a fare colpo."
Disse le ultime parole sottovoce e vicino al mio orecchio. Un peso stava salendo dal mio stomaco fino a posizionarsi sul mio petto non permettendomi di respirare. "Ora scusami ma vado dagli altri ospiti."
La vidi allontanarsi quasi saltellando mentre io ero rimasta lì ferma, completamente a disagio. Decisi di allontanarmi dall'atrio ed entrare nel salotto, c'erano già un sacco di persone e facilmente scorsi Anna seduta sul divano con alcune sue amiche mentre parlavano animatamente, non conoscevo quelle ragazze e così decisi di non disturbare mia sorella rimanendo in quella zona abbastanza solitaria.
"Ti stanno bene i capelli raccolti." Un brivido mi passò lungo la schiena mentre quella frase veniva pronunciata quasi sulla mia pelle. Mi voltai e non fui sorpresa di rivedere quei due specchi di ghiaccio.
Come possono essere così freddi, ma così caldi allo stesso tempo?
"Jack."
"Buonasera Elsa."
Aveva indosso una semplice camicia bianca con pantaloni e cravatta nera, il tessuto era più aderente sulle spalle dove delineava i suoi muscoli per poi scendere liscio sui pettorali e infine sul resto del busto.
Hai la gola secca.
Instintivamente mi leccai il labbro superiore per evitare che mi si seccassero le labbra.
Vidi come un guizzo argentato balenare negli occhi azzurri di Jack.
"Sete?"
"Cosa?"
"Ti sei leccata il labbro. Hai bisogno di qualcosa da bere?"
Era così attento, una capacità di osservazione impressionante.
"No. Mi piace solo mettere le persone in difficoltà."
Speravo che il mio lato freddo riuscisse ad allontanarlo.
O a farlo avvicinare di più.
Lo vidi sorridere in modo sornione mentre si avvicinava al mio orecchio.
"Mi dispiace informarti, cara Elsa che a quanto pare sono io a mettere te in difficoltà."
Il suo respiro caldo sul collo e il profumo che emanavano i suoi capelli erano più che una difficoltà.
"Vieni, ti piace il mirtillo?"
Sì era allontanato e il suo tono malizioso era scomparso facendo tornare il gentiluomo.
"Adoro il mirtillo."
"Perfetto perché ho visto del succo di mirtillo gelato che non è stato toccato da nessuno e che aspetta solo me."
"Allora per quale assurda ragione non sei andato da solo a prendertelo?"
"Stavo aspettando te, così ora so due cose in più."
"Ovvero?"
"Ti piace il Mirtillo e usi uno shampoo al cocco."
Sentii il calore diffondersi sulle mie guance. Aveva sentito il mio odore?
"Sei insopportabile."
"Eppure con te mi sto sforzando di essere socievole."
"Lo sei con tutte le ragazze."
Vidi i suoi lineamenti indurirsi e gli occhi diventare cupi abbandonando quel loro azzurro ghiaccio.
"No."
La risposta era stata secca come il colpo di uno sparo.
Uno sparo dritto al cuore.
"Va bene."
Anche la mia risposta fu abbastanza fredda, anche se celava un leggero tremore.
Complimenti. Davvero bella mossa.
"Dovresti andare a prendere da bere con qualcun altro."
Intanto eravamo arrivati al tavolo delle vivande e lui stava già versando il liquido viola in due bicchieri.
"E perché mai?"
"Benché tu cerchi di essere socievole, io non lo sono affatto."
Lui voltò il suo viso verso di me e sorrise.
"Già, non lo sei affatto. Tu sei così diversa Elsa."
Le sue parole erano state pronunciate con un tono così dolce da farmi desiderare di risentirlo ancora e ancora.
"JACK FINALMENTE SEI QUI!"
Vidi mia cugina corrergli letteralmente incontro. Giusto. Punzie era attratta da Jack.
Chi non sarebbe attratta da Jack?
"Ciao Rapunzel e complimenti per la festa."
Il suo tono era molto formale, gentile, ma terribilmente formale. Nulla a che vedere con le sfumature di carattere che si erano intraviste prima.
"Vedo che ti piace il succo di Mirtillo! Meno male, sai io non lo sopporto. Preferisco decisamente un cocktail alcolico. Ti va di farmi compagnia."
Mi sentii molto a disagio e non volendo restare a sentire il resto della conversazione decisi di andarmene.
Sentii gli occhi di Jack puntati su di me mentre mi allontanavo dal centro della cucina, dove si trovavano cibo e bevande, e mi dirigevo nuovamente nel salotto.
Mi sedetti su un divanetto a due posti sempre evitando tutte le persone che conoscevo.
Non hai evitato Jack.
Iniziai a sorseggiare il mio succo di Mirtillo e istintivamente mi venne in mente quando da piccola mia madre mi preparava la merenda.
"Scusami il posto è libero?"
Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo alto, molto magro con la carnagione abbronzata e i capelli scuri.
Totalmente il suo opposto.
"No tranquillo. Me ne stavo andando."
"Aspetta, non mi hai permesso nemmeno di presentarmi. Io sono Eugene."
Sì piegò prendendomi la mano. Voleva baciarmela.
Ma stiamo scherzando?
E invece no. Non la baciò. Semplicemente la strinse mentre m guardava in maniera alquanto strana.
"Perché mi stai guardando così?"
"È semplicemente il mio sguardo che conquista."
Cercai di trattenere la mia espressione disgustata e tirai via la mano.
"Ora scusami ma devo proprio andare."
"Aspetta, non so il tuo nome bella fanciulla."
Finsi di non aver sentito le sue parole e iniziai a camminare in mezzo a tutte le persone della festa. Faceva così caldo.
"Hey biondina aspettami!"
Mi stava seguendo. Non era possibile.
"Hai le mani troppo fredde, hai bisogno di qualcuno che te le riscaldi."
Lo sentivo alle mie spalle ed era sempre più vicino. Ad un tratto sentii un braccio voltarmi e quei due occhi castani fissarmi in maniera tutt'altro che raccomandabile.
"Potrei farlo io sai... e potrei riscaldare anche altro."
Ero inorridita.
"Toglimi le mani di dosso."
"Qui qualcuno fa i capricci."
"Non ti conviene sfiorarmi di nuovo."
"Altrimenti che mi fai tesoruccio?"
Si era avvicinato ancora di più e solo ora mi rendevo conto di quanto puzzasse di alcool.
"Dovresti imparare a rispettare le scelte di una ragazza."
La sua voce.
"Hey amico. Era un discorso privato."
"Non tanto dato che stai urlando col tuo alito da ubriacone."
"Stai alla larga Frost. Ad ognuno le sue conquiste."
Mi stavo seriamente preoccupando. Non volevo si scatenasse una rissa e soprattutto non in casa di mia cugina. Stavo per entrare nel panico, il respiro stava accelerando e i battiti si erano raddoppiati, poi sentii una presa sul mio polso, era una mano fresca che mi fece incredibilmente calmare.
"Andiamo via."
Guardai Jack e vidi che stava ignorando Eugene per prestare attenzione solo a me. Perché faceva in quel modo? Si era reso conto del mio attacco di panico? Era davvero così bravo ad osservare.
Lui sembra bravo in tutto.
Senza parlare annuii e mi lasciai trascinare fuori mentre quel ragazzo moro ancora sbraitava in maniera evidentemente ubriaca.
"Non stare ad ascoltarlo."
"Mi sta davvero denominando come una..."
"Ti prego. Non costringermi a tornare là e spaccargli la faccia."
Ma non avrebbe dovuto. A lui non doveva importare. Io non ero nessuno.
"Jack..."
"Dimmi."
"Dove stiamo andando?"
"Ti porto a casa."
"Ma non ho detto nulla a nessuno. Devo salutare mia cugina e avvertire Anna..."
"Da quanto hai attacchi di panico?"
"Come scusami?"
"Si vede che non era la prima volta, dato che non ti sei spaventata più di tanto."
"Non puoi averlo notato."
"Noto un sacco di cose. Almeno su di te."
"Perché?"
"È come se fossi un libro."
"Ti sbagli. Nessuno riesce a leggermi. Sarò anche un libro, ma sono chiuso e scritto in una lingua sconosciuta."
"Sulla lingua ti do ragione. Peccato che io sia l'unico ad averla studiata e per ora mi sto interessando semplicemente alla copertina. Sarebbe azzurra vero?"
Come aveva fatto ad indovinare il mio colore preferito? È insopportabile.
"Sì..."
Salimmo sulla sua auto e dopo cinque minuti di viaggio in silenzio vidi il mio portico.
"Siamo arrivati."
"Tornerai alla festa?"
"No."
"Non avresti dovuto andartene per causa mia."
"Avevano organizzato di fare il gioco della bottiglia. Penso sia stata opera di Rapunzel."
"Non lo sapevo..."
"Non volevo restare. Mi avrebbe fatto abbastanza schifo e poi tu stavi quasi per svenire là dentro."
Non aveva tutti i torti.
"Non ti piacciono le feste, vero Elsa?"
"No. Non mi piacciono."
Quanto mi piaceva quando lui mi chiamava col mio nome completo. Era così melodioso sulle sue labbra.
"Perché eri lì allora?"
Per te.
No. Non potevo dirlo.
"Rapunzel è mia cugina."
"Non vi assomigliate per niente."
"Lei è molto più simile a mia sorella Anna."
"Capisco. Meglio così. Non assomigliare a nessuno ti rende unica. Penso tu sia diversa anche per questo."
"Grazie del passaggio, Jack."
"Mi hai fatto preoccupare."
"Perché?"
"Perché i libri che leggo mi fanno appassionare sin dalla copertina."
Appassionare. Ogni lettera era stata accarezzata dal suo fiato e dalla sua lingua.
Era ora di andare a dormire.
"Buonanotte Jack."
"Dolci sogni Elsa."
Scesi dalla macchina e rientrai a casa desiderando solo mettermi a letto. Magari sarebbero stati davvero dei dolci sogni.Spazio autrice.
Questo capitolo è molto più lungo di tutti gli altri, ma ho preferito non dividerlo e presentarvelo tutto insieme.
Volevo ringraziare tutte le utenti a cui sono piaciuti i capitoli precedenti, chiunque abbia votato a favore o commentato.
Sono felice che la storia vi piaccia, un giorno vi spiegherò perché scrivo questa Fanfic e tutta la storia che si trova dietro di essa, per il momento godetevi la love story fra i nostri due protagonisti e ammettete con me che Jack è un tocco di gnocco.
Detto ciò sono le 4:00 di mattina quindi vi lascio ai vostri sogni.
A presto.
-Kat.