Capitolo 15

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Erano passati due giorni da quando ero stata con Jack alla clinica. Qualcosa continuava a non quadrarmi, c'era un dettaglio che mi sfuggiva.
Jamie.
Io avevo visto quello sguardo, quegli occhi. Ne ero certa. Eppure non riuscivo a ricordare, sembrava quasi un sogno o un avvenimento lontano. Ma non poteva essere, io ricordo alla perfezione i miei sogni e da quando i miei genitori sono morti ho avuto solo incubi.
-Elsa!! Io esco con Kristoff. Ti serve qualcosa?
Mi sollevai dal divano su cui mi ero stesa a pensare e fissai mia sorella chiedendomi se magari lei poteva aiutarmi.
-Anna posso chiederti una cosa?
-Certo, tranne se vuoi la mia ultima barretta di cioccolato.
-Non voglio il tuo cioccolato, volevo chiederti se per caso conosci un certo Jamie.
-Jamie? Mai sentito. Ma tu non eri interessata a Jack? Chi è questo?
-Nessuno... Lascia stare.
Non mi sforzai nemmeno di negare ciò che aveva insinuato Anna, ero troppo impegnata a cercare di sbrogliare quella matassa complicata.
-Sei proprio strana. Io vado, cerca di riposare, secondo me studi troppo.
Mi ributtai stesa sul divano a fissare il soffitto, quando mi venne l'idea di chiederle qualcosa che mi avrebbe sicuramente dato.
-Anna!
-Che ti prende ora?
-Kristoff conosce Jack vero?
-Certo, credo abbiano anche fatto qualche lavoretto insieme, tipo alla pista di pattinaggio.
-Ti sta aspettando fuori?
-Ovviamente, e sono anche in ritardo.
-Perfetto.
Schizzai giù dal divano e subito fuori dalla porta non preoccupandomi nemmeno di mettere le scarpe. Corsi verso Kristoff che era in macchina e bussai al finestrino del passeggero che si abbassò subito.
-Hey Elsa, che succede? Anna non sta bene?
-Devi darmi l'indirizzo di Jack.
-...Come scusa?
-L'indirizzo di Frost. Mi serve il suo indirizzo.
Non mo resi conto di avere Anna dietro di me.
-Kristoff! Che diavolo ti ha chiesto?
-...Vuole che le dica dove abita Jack.
-Oddio siamo messi peggio di quanto pensassi.
Loro non capivano. Io dovevo sbrogliare il tutto o la mia testa sarebbe esplosa, dovevano aiutarmi. Cosa gli costava darmi quello stupido indirizzo?
-Elsa, sei sicura di stare bene?
-Kristoff... Per favore, è importante.
-...E va bene.
Non so dire se sia stata la mia espressione o il mio tono da esaurita a convincerlo, ma il ragazzo di mia sorella stava scrivendo ciò che gli avevo chiesto su di un foglietto.
-Ecco tieni!
-Grazie, grazie, grazie!!!
Presi in mano il bigliettino e saltellai sul vialetto, volevo correre immediatamente a casa di Jack.
-Scusala... Non so cosa le sia preso oggi.
-Dovresti dirle che è a piedi nudi sul cemento.
-...Aspetta che? ELSA! VAI A METTERTI UN PAIO DI SCARPE.
Mi voltai verso mia sorella con aria straniata e quando riuscii a metabolizzare le sue parole mi fissai i piedi nudi che si stavano sporcando.
-Dannazione. Grazie Anna!
Corsi in casa e non ebbi il tempo di sentire ciò che la coppietta si stava dicendo, ma sicuramente parlavano della mia nuova pazzia.
Ma tu sei pazza.
Mi lavai e cambiai, naturalmente indossando anche le scarpe, prima di uscire e dirigermi verso l'abitazione che mi avevano indicato. In effetti era molto vicina a casa mia, una quindicina di minuti a piedi e mi ritrovai di fronte ad una villetta bianca con un giardino ben curato sul davanti. Era davvero bella.
Mi soffermai per fissare i vasi sui balconi, c'erano fiori ovunque e spiccavano soprattutto un gran numero di margherite colorate. Sembrava magico.
Mi avvicinai all'entrata e guardai il portone di legno massiccio, era stato rifinito a mano e si vedeva, era davvero un lavoro ben fatto.
Posi la mia attenzione sul campanello che si trovava a lato della porta. Era arrivato il momento.
Non essere codarda.
Presi fiato e suonai sperando che ci fosse qualcuno in casa, da fuori non sentivo nessun rumore.
Fu l'aprirsi della porta a distogliermi dai miei pensieri.
Forse avevo sbagliato casa.
Di fronte a me c'era una ragazza alta quanto me, ma palesemente più piccola di età. Una chioma riccia e scura le contornava il viso dai tratti dolci, in mano aveva un libro e notai che la sua espressione era abbastanza sorpresa.
-Tu sei...
-Scusi, devo aver sbagliato casa...
Feci per andarmene, ma la ragazza mi pose la mano sul braccio fermandomi.
-Sei Elsa, non è vero?
-Io non credo di conoscerti.
-Non mi conosci infatti, rimediamo subito.
Fissai il suo volto e mi concentrai sui suoi occhi neri come la pece, erano grandi ed espressivi e mi stavano scrutando.
-Io sono Emy.
-Molto piacere Emy...
-Emy Frost, la sorella di Jack.
Credo di essermi congelata in quel momento, Jack aveva una sorella?
-Chiudi la bocca o ci entreranno le mosche!
La vidi sorridere, aveva il suo stesso sorriso.
Eppure erano così diversi.
-Entra pure in casa, mio fratello non c'è, ma a me farà moltocpiacere scambiare due chiacchiere.
-Oh... Certo, grazie.
Ero ancora scombussolata, ma non potevo permettermi errori. Dovevo capire cosa stava succedendo e lo avrei fatto anche senza Jack. Entrai in casa seguendo Emy e notai un sacco di foto di anni passati. Non potei fare a meno di notare un paio di occhi castani che sembravano sorridere all'obbiettivo. Era lui.
Forse è la giornata giusta.

Angolo autrice
Salve a tutti! Purtroppo a causa di problemi tecnici mi ritrovo ad aggiornare adesso. Sono imperdonabile, non odiatemi. Io vi amo. Giuro.
Chissà quale segreti scoprirà Elsa, e la sorella di Jack? Le sarà di aiuto?
Continuate a leggere e lo scopriremo insieme.
Stavo pensando di fare una storia speciale per Natale, qualcosa di breve sempre a tema Jelsa, o magaricun capitolo special. Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.
Cioccolata per tutti!
A presto, salvo imprevisti.
Kat.

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