Mi addormentai.
Non so come ma lo feci, nonostante le mille voci che gridavano nella mia testa, il turbine di centinaia di dubbi e il vortice delle domande a cui non sapevo dare una risposta.
La mia testa, d'un tratto, si era spenta, non riuscendo a tollerare nemmeno per un secondo di più quella perpetua oppressione.
Passò un indeterminato ammontare di tempo prima del suono allegro del campanello di casa che rimbombò tra le pareti della grande casa svegliandomi.
Il dottore doveva essere arrivato.Con fatica mi alzai dal divano che ormai aveva preso la forma del mio corpo per poi dirigermi zoppicante e dolorante verso il bagno.
Realizzai quasi contemporaneamente che non avevo peró la più pallida idea di dove il bagno fosse.Decisi tuttavia di cercarlo, nonostante le numerosissime porte il legno grigio tutte uguali che si stagliavano lungo il corridoio anch'esso dalle pareti bianche. All'interno di esso si respirava un deliziono odore di pulito, una brezza di aria fresca che invase le mie narici nonostante la mia permanente difficoltá nel respirare.
Sulle pareti potevo scorgere diversi quadri di persone che non sapevo nemmeno esistessero, ovviamente, che giocavano a calcio.
Mi chiesi il perchè di tutte queste miriadi di raffigurazioni, non sarebbe stato meglio avere un dipinto di un personaggio famoso? Avrei voluto pensare ad un nome ma in quel momento non mi veniva in mente nulla.Continuai a camminare mentre immagini di calciatori si susseguivano una dietro l'altra come se camminando lungo quel corridoio stessi ripercorrendo la storia di essi. Le prime immagini erano leggermente consumate e sbiadite, esclusivamente in bianco e nero o con i toni del seppia, poi, man mano che proseguivo in direzione di quell'ultima porta sul fondo che volevo ardentemente raggiungere, le immagini si facevano di qualitá sempre migliore fino ad arrivare all'ultima che era a dir poco eccellente. Essa ritraeva un uomo molto alto con i guantoni da portiere e una maglia blu. Aveva una leggera barba sul mento e i capelli neri leggermente imperlati di sudore.
Teneva una mano appoggiata al palo della porta mentre con l'altra puntava il dito in una direzione indistinta, la bocca aperta e i profondi occhi azzurri e concentrati puntati in direzione della stessa mano.
Non potei fare a meno di notare che in molti dei quadri precedenti il personaggio ritratto indossava una maglietta a strisce verticali bianca e nera e al braccio portava una fascia colorata.Rimasi per diverso tempo ad osservare il viso di tutti quegli uomini, che dovevano essere davvero famosi per essersi meritati un posto in un corridoio di una villa.
-"Dov'è?" Chiese una voce profonda dalla stanza accanto.
-"Dovrebbe dormire sul divano" rispose la donna dai capelli castani, mia madre.
-"no quando sono entrato non l'ho vista" osservò ancora l'uomo.
A quel punto decisi che era il momento di muovermi, proseguii dritta verso la porta sul fondo e non appena la raggiunsi la aprii.
Davanti a me si parò un enorme camera da letto, grande più o meno come un'aula scolastica. Il letto matrimoniale era sormontato da una bellissima e gigantesca cornice che contornava la foto di una bellissima donna, che riconobbi essere Paola, con accanto lo stesso uomo che avevo visto nella foto del corridoio. Quello ritratto nell'ultima immagine.Mi voltai più volte attorno per vedere diversi fogli di giornale sparsi, alcune bandierine triangolari con lo stemma di una squadra che non ricordavo, anch'esso con strisce verticali di colore bianco e nero.
Sussultai quando la porta si aprì alle mie spalle.
-"Oh eccoti, che ci fai in camera mia?" dalla porta spuntò la figura slanciata dell'uomo delle fotografie. Indossava un completo elegante dotato di pantaloni e giacca nera, una camicia bianca e una cravatta anch'essa nera. Sulla giacca era poi inciso ancora una volta lo stesso stemma bianconero.
-"S-scusi, stavo cercando il bagno" ammisi rivolgendomi a questa figura che mi osservava dal basso verso l'alto con aria di superiorità. Poi però le sue labbra rigide si contorsero in un leggero sorriso creando piccole rughe sul suo volto e i suoi occhi si addolcirono.
-"Come mai mi dai del lei? Sono cinque anni che vivi qui, ormai pensavo di essere abbastanza in confidenza con te" sorrise ancora per poi avvicinarsi a me.
Dovrei dirgli che ho perso la memoria? Chi è quest'uomo? È forse il compagno di mia madre? Dovrebbe, siccome ha detto che vivo in casa sua.
-"Che sciocco, forse non ti ricordi di me" realizzò poi, vedendomi titubante e pensierosa. Annuii per dare la conferma silenziosa.
-"Sono Gianluigi, per molti però soltanto Gigi, e sono il compagno di tua mamma." Mi accarezzò la guancia con una sua mano grande quanto il mio volto. Sorrisi.
-"Tranquilla, non mordo, anzi io e te abbiamo davvero un bel rapporto." Iniziò a spiegarmi sperando anche lui, come Paola, di far risorgere in me le cose che a loro premevano di più.
-"E tu chi sei?" Domandai ancora, per poi realizzare quanto fosse stupida la mia domanda "intendo, come mai c'è quella foto tua sulla parete nel corridoio?".
Lui ridacchiò passandosi la mano nei suoi capelli perfettamente pettinati.
-"Beh dunque, mi aspettavo questa domanda, io sono Gianluigi Buffon e il mio mestiere è il calciatore. Sono da diversi anni portiere di una squadra molto famosa, sia in Italia che all'estero che si chiama Juventus. Lungo quel corridoio ci sono le immagini di tutti i vecchi capitani della Juventus, a partire dal primo fino ad arrivare ai giorni nostri, ovvero.."-"...tu" completai tornando nel corridio per osservare ammirata quella foto. Ero così orgogliosa di lui, sembrava molto legato alla sua professione e negli occhi potevo leggergli che avrebbe voluto che mi ricordassi con chi stavo parlando, sono sicura che aveva fatto davvero molte cose importanti, forse vinto anche diversi trofei, ma per quanto potessi sforzarmi pensando a quel nome non venivano fuori altro che le immagini di lui poco fa.
Lui sorrise vedendomi ammirata dalla sua immagine e poi continuò.
-"Vedi, tu ami il calcio, sin da piccola sei sempre stata tifosa di questa squadra ed ora che vivi con me io ho cercato di farti realizzare tutti i sogni più grandi. Sei venuta diverse volte allo stadio a vedere le partite in tribuna d'onore assieme a tua mamma ed altre mogli e figlie dei miei compagni di squadra, sei entrata con me in campo diverso tempo fa, quando abbiamo vinto il campionato."
Disse con la voce spezzata per l'emozione, immaginai che questa fosse dovuta sia alla gioia che quel ricordo provocava in lui, sia per il fatto che nonostante lui avesse cercato di fare tutte quelle cose per crearmi ricordi indimenticabili io avevo rimosso tutto. Questo mi fece sentire terribilmente male e non potei trattenere una lacrima solitaria che rigava il mio volto.-"Vedi, lui è il mio migliore amico" disse indicando la foto precedente alla sua.
-"Si chiama Alessandro Del Piero ed ha segnato la storia di questa squadra. Era un grand'uomo sai? L'idolo di migliaia di donne, uomini, bambini ed anziani; era una persona esemplare, abbiamo passato moltissimi anni giocando assieme per questa squadra. Lui segnava e io difendevo la porta. Eravamo una coppia imbattibile."
-"Che è successo? É morto?" Domandai vedendo la nostalgia nei suoi occhi.
-"Oddio no" rise alla mia domanda "No, no, è solo che era diventato troppo vecchio per fare l'attaccante e quindi ha abbandonato il calcio. È stata una grande perdita ma è rimarrá per sempre nel mio cuore"
Annuii.
-"Beh avrò modo di raccontarti di Alex e di tutto quello che vorrai sapere. Ora però ti consiglio di andare in bagno perchè non hai proprio un bell'aspetto." Rispose lui arruffandomi i capelli.
-"Se solo sapessi dove si trova" ribattei con ovvietá e un pizzico di sarcasmo.
-"A partire da qui, seconda porta a destra" rispose indicandomela.
-"Grazie, di tutto" mi alzai in punta di piedi per lasciargli un bacio sulla guancia.
Non ci arrivai, essendo lui, credo vicino ai due metri, ma lui mi aiutò piegando leggermente la schiena ed avvolgendomi in un caldo abbraccio.
My space.
Alice ha finalmente conosciuto Gigi. La storia è ancora agli inizi quindi non ho molto da commentare.
Solo una domanda: quanti tifosi e tifose? ✋✋Se la storia vi è piaciuta lasciate un voto o un commento e fatemi sapere.
Baci
Fabs
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#21-Paulo Dybala
Fanfiction-"Mi chiamo Alice Buffon-Franchi, vivo a Torino. Ho perso la memoria. Mia mamma si chiama Paola ma non ricordo il suo volto, mio papá Marco ma è morto. Ora vivo a casa del compagno di mia mamma, si chiama Gianluigi. Non ricordo chi sono o come sono...